Capitolo 4

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Peter, si assicurò che la porta del bar fosse saldamente chiusa a chiave per evitare che qualcun altro si presentasse all'improvviso.
Osservò, sospirando profondamente, lo stato della sala dopo lo scontro tra Liam e il gruppo dei mercenari.
Era un vero disastro, i proiettili avevano polverizzato la grande vetrina posta aldilà del grande bancone riducendo le preziosissime bottiglie di Gabriel in frantumi.
I tre cadaveri, giacevano immobili nella stanza, due al centro e il terzo proprio vicino ai piedi di Peter vicino all'uscita.
Gabriel camminava velocemente avanti e indietro per il locale fumando una sigaretta lasciando trasparire un forte nervosismo.
Peter gli si avvicinò dubbioso cercando di prevederne i cambi repentini di direzione.
- Gabriel, non avevi detto di avere smesso? – domandò Peter con forte tono di stupore.
- Tu, brutto pezzo di merda, pazzo squilibrato – rispose Gabriel indicandolo da lontano interrompendo la camminata – ma che cazzo ti è saltato in mente?
Peter non capì e lo guardò con aria perplessa.
- Sono fottuto, letteralmente fot-tu-to cazzo!! – continuò Gabriel sedendosi e mettendosi le mani tra i capelli in preda alla disperazione.
- Gabriel, ascoltami non avevo altra scelta, lo sai che sarebbe potuto capitare da un momento all'altro! – gli rispose Peter.
- Ah no, non ci provare a fare lo stronzo con me, gli accordi erano che il mio locale sarebbe stato un luogo di scambio, non la principale scena di una carneficina e rapimento di minori.
- Bè effettivamente lo scambio è avvenuto, Liam ha la bambina e tu sei fuori dai giochi, coprirò io le spese per sistemare il tuo locale, non ti capiterà niente.
- Ah sono fuori dai giochi secondo te?! E cosa stramaledetto cazzo dovrei farci con quei cadaveri?!- gli rispose Gabriel indicando i mercenari.
- Gabriel se faremo esattamente ciò che dico nessuno scoprirà niente e tu potrai tornare alla tua vita e non mi vedrai mai più per il resto dei tuoi giorni.
Gabriel buttò a terra la sigaretta e dopo una piccola pausa alzò lo sguardo guardando Peter dritto negli occhi.
- Ok, sbrighiamoci, poi voglio che sparisci dalla mia vita intesi? –
- Intesi – rispose Peter cercando di essere convincente.
Peter Gomes, era un tecnico specializzato nell'estrazione di minerali, grazie alle sue eccellenti qualità professionali, riuscì ad ottenere un permesso per imbarcarsi nella prima arca e approdare su Neo Gaia.
Privilegio non da poco, contando che la cittadinanza Neogaiana venne concessa esclusivamente alle famiglie terrestri al disotto dei 45 anni, con lo scopo principale di garantire il continuo del genere umano attraverso le generazioni future.
Peter era single, e senza familiari quindi pensò che non c'era niente di meglio che iniziare una nuova vita partendo da zero, e Neo Gaia era l'occasione perfetta.
In principio non fu semplice, la vita sul nuovo pianeta era da un lato molto comoda e sicura ma di contro aveva un controllo e regole rigide, soprattutto dopo la divisione dei territori tra i tre esponenti del Governo Coloniale.
Ogni città aveva le proprie leggi locali indipendenti, ma strettamente approvate dalla costituzione fondamentale del Governo Coloniale.
Trovo rapidamente impiego alla Iskaryot Ent., e dopo pochi mesi incontro casualmente Liam nel bar di Peter.
Nonostante il passato travagliato di Liam, tra i due si instaurò ben presto una solida amicizia.
Entrambi sapevano di potersi fidare ciecamente uno dell'altro.

Gabriel velocemente iniziò a sistemare l'intera scena del conflitto, Peter affissò al centro della porta all'esterno un grande cartello con su scritto "chiuso per ristrutturazione", così da impedire definitivamente a qualche cliente di entrare con l'intento di farsi un bicchiere prima di rientrare a casa.
Poi passò rapidamente vicino ai tre corpi dei mercenari, e con un bisturi laser, applicò una piccola incisione dietro all'orecchio estraendo dal sottopelle un piccolo microchip, un tracciatore GPS con il quale erano costantemente monitorati.
Raggiunse all'esterno del bar il piccolo canale che scorreva a qualche metro sotto la superficie della strada, e aiutandosi con un piede di porco, fece leva riuscendo a sollevare la pesante grata che impediva ai passanti di cadere nella acqua gelida e gettò i trasmettitori nel canale che vennero risucchiati e portati via dalla corrente.
Rientrò all'interno del locale, dove Gabriel nel frattempo stava trascinando uno dei corpi dei mercenari verso il retro del locale.
Peter lo aiutò a sollevarlo e con sforzo lo posizionarono all'interno del grande inceneritore dei rifiuti con cui Peter solitamente si sbarazzava della grande mole di pattume.
Fecero lo stesso con i restanti cadaveri e azionarono al massimo livello l'inceneritore che iniziò ad ardere con vigore le divise dei mercenari.
- Ci vorrà un po' – constatò Gabriel osservando la velocità con cui la fiamma aggrediva i corpi senza vita dei tre.
I due tornarono nella sala principale e ripulirono dal sangue e dai detriti il pavimento e il bancone.
Peter raccolse i tre fucili lasciati dai mercenari e li appoggiò con cura sul bancone controllando che non ci fossero ulteriori trasmettitore di movimento.
Terminata l'analisi prese una grande borsa in tessuto e li infilò con cura chiudendola con una larga cerniera in metallo.
- Questi li prendo io – asserì Peter afferrando saldamente la borsa dal manico.
Poi si avvicinò a Gabriel, ancora intento a ripulire tutta l'area dietro al bancone.
- Tieni chiuso il locale una settimana, domani farò venire un paio di amici che provvederanno a risistemarti il tutto con cura. – poi infilando la mano nella tasca dei pantaloni estrasse una mazzetta e la porse sotto lo sguardo distratto di Gabriel.
- questi sono i 3000 crediti come da accordi –
Gabriel li prese velocemente e li nascose nella tasca interna del grembiule e senza guardare negli occhi Peter gli indicò la porta.
Peter, osservando la reazione di Gabriel, comprensibilmente irritato per tutta la situazione, sorrise e si avviò all'uscita.
- E' sempre un piacere fare affari con te Gabriel, il il mio cliente mi ha pregato di ringraziarti a lavoro ultimato.
Gabriel non rispose, ignorando completamente le ultime pronunciate da Peter che uscì lasciandosi alle spalle la porta del locale che si chiuse rumorosamente.
Si incamminò lungo il vicolo che lo avrebbe portato al suo appartamento, estrasse un piccolo palmare e dopo aver digitato un numero rimase in attesa.
Una voce rispose dall'altro capo del telefono.
- Qui Alpha 1, operazione recupero ultimata, il pacco è al sicuro, tutto procede secondo i piani.
- ricevuto Alpha 1, abbiamo l'ordine di non contattare per nessun motivo la centrale fino a quando il pacco è fuori dalla città, restiamo in silenzio radio fino al prossimo aggiornamento.
- ricevuto Alpha 2, nuovo aggiornamento tra 13 ore, passo e chiudo – concluse Peter perdendosi tra il buio dello stretto vicolo.

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