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Quando giungiamo in via Marco d'Oggiono un grande edificio giallo in stile Vintage si staglia davanti ai nostri occhi.

É una giornata nebbiosa e fredda, ma quel luogo, già di per sè, emana una sensazione di tristezza.

Un alto portone di legno è spalancato e, dall'interno, della musica mi giunge alle orecchie.

Seguo Marta e Francesca all'interno della proprietà e, su una targhetta d'ottone, leggo "Metropolis Recording Studio".

Non posso crederci. Sono davanti allo studio di registrazione di Marco e lui è sicuramente dentro a provare.

La velocità dei battiti del mio cuore comincia ad aumentare notevolmente quando metto piede nella stanza.

Un'atmosfera calda e pressappoco illuminata da piccoli faretti di luce gialla ci accoglie all'entrata.

Mi guardo intorno e dappertutto ci sono casse, strumenti e piattaforme elettroniche.

Un insieme di tasti occupa quasi tutta la stanza, mentre in un angolo appena più buio c'è un'apparecchiatura per la registrazione e un uomo girato di spalle con un paio di grandi cuffie nelle orecchie.

Nel vederlo il mio cuore perde letteralmente un battito.

Muove lentamente il corpo mentre, premendosi le cuffie sulle orecchie, si lascia completamente trasportare dalla musica.

Appena riconosce la voce di Marta, però, interrompe quel che sta facendo e si volta verso di noi.

"Ehi..." sussurra sorpreso della mia presenza.

Mi regala un bellissimo sorriso, poi ripone le cuffie su un bancone e viene verso di noi.

"Questa me la paghi P" lo avverte Marta allontanandosi e, nel farlo, si porta con sé anche Francesca.

Le seguo con lo sguardo fino a quando raggiungono Peter e Davide e si mettono a parlare con loro, dopodiché mi volto di nuovo verso Marco.

"Ci hanno beccati" mormoro a bassa voce e alzando le spalle.

Lui sorride dando un'occhiata ai quattro poco distanti da noi, poi si avvicina e mi scosta una ciocca di capelli dal viso.

Inclino la testa studiando il suo sguardo.

"Ehi Mengoni, sei davvero sorpreso di vedermi" commento ridendo.

A dire il vero non mi aspettavo quella reazione. Marco sorride distratto, come incantato, come se stesse ancora realizzando di vedermi lì, nel suo studio.

Gli circondo il collo con le braccia e rifugio la testa nel suo petto, il tutto con discrezione. Non siamo soli e non vorrei che a lui desse fastidio quella situazione.

Contrariamente alle mie previsioni mi stringe forte a sé, avvolgendo il mio corpo minuto fra le sue braccia e facendo scorrere le mani fino alla parte bassa della schiena.

Non esiste un posto in cui mi sento più al sicuro che nei suoi abbracci.

"E se adesso ti baciassi? Qui, davanti a tutti" mi sussurra nell'orecchio.

Sento la sua voce calda mischiarsi al suo respiro e solleticarmi la pelle sotto al lobo.

Sorrido mordendomi il labbro inferiore e alzo il viso fino ad incontrare il suo.

"Sarebbe molto rischioso" lo provoco sorridendo.

Il mio sguardo malizioso tradisce le mie parole.

Sono a qualche centimetro dalla sua bocca e già non riesco più a fare a meno di quella piccola distanza.

Entrambi ci voltiamo a dare un'occhiata indietro ed ora troviamo Marta e Peter a parlare qualche metro distanti da noi.

Ti Sento《Marco Mengoni》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora