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Mi trovo in un lungo tunnel buio.
Non ho idea di come ci sono arrivata, né so il motivo per cui vi sono giunta.

C’é un forte odore di stantio, ai miei piedi acqua rafferma e sporcizia.

Che razza di posto é mai questo?

Un tintinnio richiama velocemente la mia attenzione ed è in quell’istante che noto una massa nera muoversi verso di ne.

Lo vedo avanzare nella penombra del corridoio.
È una sagoma distinta, particolare ed emana un gradevole profumo maschile.

Ho una paura incredibile, il cuore ha perso il suo ritmo regolare e l'ansia mi provoca un senso di nausea.

"Ti sento" dico facendomi coraggio.

Il ragazzo non risponde ma continua ad avanzare verso di me, l'eco dei suo passi mi giunge alle orecchie minaccioso.

"Chi sei?" gli chiedo cercando di usare un tono che nasconda l'esitazione.

Ora lo sento vicino più che mai e percepisco i brividi salirmi nelle braccia.

Non so chi sia, non so cosa voglia da me.

Ad un certo punto si ferma, alza lo sguardo e punta gli occhi su di me. Quelle due iridi marroni mi svestono completamente, così che ora mi sento piccolissima.

"Che importa chi sono?"

La sua voce è profonda, calda ed incredibilmente familiare.

Quel tono, quella domanda, in qualche modo mi sembra di averli già sentiti.

È come se mi ricordassero qualcuno, una persona importante che ora non riesco ad immaginare.

Studio velocemente i dettagli fisici di quel ragazzo, ma il suo viso non mi ricorda nessuno.

Eppure quegli occhi sembrano chiamarmi, sembrano nascondere tutto ciò che non ricordo.

“Dove sono?” deglutisco lentamente.

Mi tremano le gambe quando il ragazzo, con un cenno del capo, mi invita a seguirlo verso la fine del corridoio.

Una rampa di scale si staglia d’improvviso nell’oscurità.

Scorro con lo sguardo i logori gradini fino a notare una piccola apertura in cima alla scalinata.

Seguo il ragazzo che, silenziosamente, comincia ad avanzare gradino per gradino fino a giungere a quella fonte luminosa.

Dopodiché si volta e, tendendomi la mano, mi solleva per tirarmi fuori da quell’orribile luogo.

È strano come non senta quel contatto. È come se le nostre mani fossero ombre senza sostanza.

Senza darci troppa importanza mi sporgo a guardare ciò che c’é lì fuori, ma la luce mi acceca il viso, così che mi copro gli occhi con il braccio.

Quando la vista si abitua al nuovo ambiente rimango meravigliata da ciò che ho attorno.

Piccole botteghe artigianali, case dai camini fumanti e una combinazione di spezie dona all’aria un tipico aroma orientale.

“Benvenuta nella città delle anime”

Mi volto verso di lui incredula di ciò che ho appena sentito.

“Scusa?”

Il ragazzo si abbandona ad una leggera risata. Noto, però, che dietro a quel gesto si nasconde un velo di tristezza.

“Questo è il luogo dove si ritrovano le anime quando...” si interrompe e adesso posso notare con chiarezza l’afflizione del suo volto.

“Sono morta?” sussurro faticando a pronunciare quelle parole.

Ti Sento《Marco Mengoni》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora