Mai e Per Sempre.
(Spazio Autrice)
Salve gente!
Sono ancora viva e voi siete sempre di più, non sono mai in grado di ringraziarvi abbastanza....
Comunque, finalmente vi lascio il nuovo capitolo ma volevo anche chiedervi un piccolo, piccolissimo favore: correte tutti a leggere le poesie di Alessio Longobardi, le potete trovare qui su wattpad semplicemente cercando lui oppure la sua raccolta "Mille respiri".
Sono qualcosa di assolutamente meraviglioso, potete anche confermare leggendo l'introduzione al capitolo (eh eh, sono previdente).
Come al solito vi ringrazio tutti per il vostro supporto e per il vostro interesse, spero il capitolo vi piaccia.
Se é così lasciatemi un commento ed un voto!!!
E... Niente, al prossimo capitolo!XOXO
P.S. la canzone riportata in corsivo appartiene a Marco Mengoni e fa parte del suo album Le cose che non ho. Io non ne ho nessun diritto.
15. (capitolo da correggere)31 Ottobre-01 Novembre 2015, Parigi.
"Ho scritto stanotte
ho scritto tee poche righe
che non avrai,
che non sentirai.
Lettere sparseinchiodate lì
nel fondale
di me stesso ubriaco.E non ricorderò,
non tornerò più
a piangere
in quella pioggia
fredda e nera.
Tutto sarà passato
domani.
Tu, il mio amore mancato."Alessio Longobardi
Nessun punto di vista
Maya era seduta sul suo letto, guardava il muro davanti a se ed ogni tanto spostava lo sguardo su quella scatola che credeva di aver perso.
Quando avevano ristrutturato casa, la bionda aveva chiuso tutte le cose collegate a Marco in una scatola di cartone e poi, quando rimise tutto al proprio posto, aveva deciso di non svuotarla.
Aveva deciso che non avrebbe mai più riaperto quella scatola, che non l'avrebbe mai neanche più tirata fuori dal suo armadio... Eppure quella scatola era lì, ai piedi del suo letto, mezza vuota come il suo cuore.
Un orsetto che stringeva un cuore rosso era a terra a testa in giù, vicino alla scatola; un vestito nero dalla gonna in organza usciva a metà dalla sua gabbia che l'aveva stropicciato; il letto della ragazza era invaso da delle fotografie che sembravano appartenere ad una vita prima.
Le aveva fatte stampare prima di eliminarle dal suo cellulare: non aveva il coraggio di distruggerle e perderle perché, nonostante tutto, quelle continuavano a ritrarre bei ricordi della sua vita.
L'anello che Marco le aveva regalato a Natale era sparso tra le fotografie, insieme a quella rosa che aveva fatto mettere nella resina.
In quel momento, in quel preciso momento, Maya aveva bisogno di qualcuno ma a casa era completamente sola e non voleva disturbare i suoi amici.
Matilde era a casa del suo ragazzo, o almeno così le aveva riferito e Louis non era da meno.
Non capiva perché avrebbe dovuto farli preoccupare, quindi se ne restava da sola sul suo letto a pensare cosa avesse potuto fare per non pensare a Marco.
Pensare, pensieri, ricordi.... Tutto rientrava nella stessa sfera e chiudeva quel circolo vizioso che la inchiodava nella sua stanza.
Ma quando il circolo vizioso diventa troppo, va interrotto.Con questo scopo, la ragazza dagli occhi color smeraldo si infilò un jeans ed un maglione ed uscì di casa.
Marco si era alzato da quel gradino di marmo ed aveva trovato il coraggio per tornare in albergo.
Camminava come se fosse un soldato ferito, come se fosse sul punto di crollare.
Era sul punto di crollare.
Stava camminando sull'orlo di un baratro a cui non aveva mai prestato attenzione: lo credeva lontano e basso, invece ne era sul bordo ed era tremendamente profondo, scorgere la fine era diventato impossibile o forse non lo era mai stato.
Si chiuse nella sua stanza con una bottiglia di rum che si era fatto portare su e si sedette sulla poltrona vicino alla finestra.
Si vedevano le luci di Parigi, una bellissima Parigi illuminata dalle luci dei lampioni e che, nel totale silenzio, stava diventando bianca.
Forse non avrebbe attecchito, o forse il giorno dopo si sarebbe risvegliato su quella poltrona trovando tutto bianco.
In quei fiocchi di neve riusciva a vedere solo le lacrime di Maya e sapeva che, quelle lacrime, avrebbero potuto imbiancare tutta Parigi.
Avrebbero potuto, ma in realtà servivano solo a far risvegliare il cuore di Marco.
Tra un lungo sorso ed un altro, il ragazzo si chiese perché quel fottuto pomeriggio aveva accettato l'invito di Roberta.Il silenzio è sempre stato un qualcosa che Maya ha apprezzato, soprattutto quando è un silenzio assordante.
Quel silenzio che la circondava era così assordante che sopprimeva anche il frastuono dei suoi pensieri.
Era seduta su una panchina di un piccolo parco privato che si trovava dietro la sede della loro casa di moda.
Era sola, completamente sola in quel parco; lontana da tutti, anche da se stessa.
A farle compagnia solo il rumore del leggero vento che muoveva le foglie secche e la delicatezza di quella neve candida che la sfiorava graffiandole il viso.
Sentiva le sue lacrime pungerle sulle guance tanto dal freddo, ma in quel posto si stava così bene che era diventato tutto sopportabile: anche il dolore.
Era persa, in un posto lontano anni luce dal quel parco, da quella città e da quel paese; persa tra i ricordi di una strada affollata e di un pomeriggio a Trastevere di quando era ragazzina.
Non sapeva perché fosse quel preciso ricordo ad esserle tornato in mente, ma aveva ricordato solo di quel pomeriggio.
Tutto il resto sembrava essere scomparso.
Quel pomeriggio aveva quindici o sedici anni, ed era con Luca.
Aveva da poco litigato con sua madre e Luca l'aveva presa per mano trascinandola fuori di casa; l'aveva portata a prendere un gelato e poi a Trastevere dove le aveva raccontato della sua fantastica serata alla festa di compleanno di un suo compagno di classe.
Maya, grazie a Luca, aveva sempre ritrovato il sorriso.Dopo anni, la mancanza di Luca la sentiva ancora come se fosse recente; un vuoto che nessun uomo sarebbe mai stato in grado di colmare, una solitudine che l'avrebbe accompagnata per tutta la vita.
Anche se malinconicamente, il ricordo di Luca soffocò leggermente il dolore causato da Marco.La bottiglia di rum era ormai quasi vuota, ma Marco non si sentiva diverso rispetto a prima. Paradossalmente sembrava che stesse peggiorando sempre più.
Preso dalla rabbia lanciò la bottiglia contro il muro, questa vi si schiantò e si ruppe in mille pezzi lasciando cadere quel poco di liquore a terra.
Il ragazzo si alzò dalla poltrona e frugò tra le sue cose alla ricerca di una penna e dei fogli, quando li trovò si sedette sul letto ed iniziò a scrivere tutte le parole che gli passavano per la testa."Le cose che non ho sono come te
ti assomigliano un po': sono bellissime.Mentre guido piano verso casa
in compagnia di una radio accesa
c'è una canzone che riempie l'aria della sera.Le cose che non ho: radici e nuvole
e lì in mezzo ci sei tu da qualche parte.
A volte un nome sulle labbra pesa
anche se è più leggero di una piuma
quando il suono di una felicità che si consuma.La mia vita è sempre uguale, sembra calma come me.
Appena sotto la superficie c'è tutto quello che ho di te.
E so che non si torna indietro, mai.
Lo so io, lo sai tu
ma se dovessi cambiare idea io sarò qui.Le cose che non ho: ragioni e regole.
E anche il cuore adesso sa che cosa fare.
Avrei voluto regalarti i miei sogni
e farti ridere fino a stancarti
ti avrei difeso dai dispiaceri con le mie mani.La mia vita è sempre uguale, sembra calma come me.
Appena sotto la superficie c'è tutto quello che ho di te.
E so che non si torna indietro, mai
Lo so io, lo sai tu
ma se dovessi cambiare idea, io...
e se dovessi cercarmi ancora, io...sarò qui perché di te non c'è niente che non so
e non avrò paura di un addio sincero
Ma devi crederci davvero.La mia vita è sempre uguale, sembra calma come me.
Appena sotto la superficie c'è tutto quello che ho di te.
E so che non si torna indietro, mai
Lo so io, lo sai tu
ma se dovessi cambiare idea, io...
e se dovessi cercarmi ancora, io sarò qui."Marco non rilesse le parole che aveva scritto, semplicemente piegò il foglio a metà e lo nascose nella sua valigia perché qualcuno aveva bussato alla sua porta.
Non aveva la minima idea di chi potesse essere, rimase pietrificato quando, aprendo la porta, vide davanti ai suoi occhi Maya.
La ragazza era stretta in una giacca blu, aveva le guance arrossate dal freddo ed il fiato corto, come se avesse corso.
Se ne stava lì, sulla soglia della porta e guardava Marco.
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Mai e Per sempre [M. M.] (#Wattys2017)
Fanfiction"Spero di rivederti presto." disse mentre toccava la maniglia fredda. "Anche io." disse con un sorriso malinconico Maya, lei era quasi sicura del fatto che non avrebbe mai più rivisto Marco. Maya frequenta l'ultimo anno dell'accademia di moda a Par...