Capitolo 1

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Era estate avevo la giornata libera ed ero andata al fiume per passare un giorno in solitudine. Ero seduta su una roccia a leggere per la ventesima volta "un meraviglioso amore impossibile" era il mio libro preferito, l'aria era fresca e tirava un leggero venticello che mi accarezzava la pelle e faceva svolazzare i capelli, l'unico rumore era quello del acqua che scorreva, avevo scelto il giorno perfetto per andare al fiume: il tempo era magnifico ne troppo caldo ne troppo fresco e non c'era nessuno a parte me, nessuna coppia che pomiciava, nessuna famiglia rumorosa, nessun marmocchio fastidioso che veniva a spruzzarmi o a disturbare la mia lettura, solo io e me stessa. Il silenzio venne rotto dal suono del mio cellulare, posai il libro e presi il telefono per vedere chi mi cercava, era la mia coinquilina non che migliore amica Jessica, risposi "ehi Jessy che succede?" "ma dove sei?" "sono al fiume perché cosa succede?" "potevi avvertite mi stavo preoccupando, stavo per darti per dispersa o rapita" mi sfuggì una risata "esagerata" "comunque quando torni?" "tra un po' torno tranquilla" "d'accordo a dopo" "a dopo" attaccai e mi alzai rimisi il libro e il telefono nella borsa poi tornai verso il sentiero, passai per il bosco, sopra il ponte di legno, risali il sentiero e mi diressi al parcheggio. Sali sulla mia macchina grigia, posai la borsa sul sedile del passeggero accanto al volante, mi misi la cintura, accessi la radio e parti, mentre la macchina sfrecciava sul asfalto mi ricordai del incidente automobilistico di due anni fa che tolse la vita al mio fidanzato Matteo. Era un ragazzo dolcissimo con i capelli di un nero corvino e gli occhi verdi smeraldo, la sua corporatura era perfetta, né tropo muscoloso né tropo esile, aveva un sorriso splendido che ti faceva sciogliere, sempre allegro mi faceva sempre vedere il positivo delle cose. È morto il giorno del nostro anniversario, facevamo tre anni e mi stava portando a cena fuori, tutto andava bene il viaggio era tranquillo e divertente... finché un pazzo ubriaco non ci venne addosso ad alta velocità. Matteo non riusci a schivarlo. Posso ancora vederlo li seduto nell'auto schiacciato dal airbag senza vita mentre perdeva sangue dalla testa. Una visione orribile che mi perseguita. I dottori hanno detto che era un miracolo che io fossi viva e li per un secondo ero felice nella vana speranza che Matteo si fosse salvato anche lui, ma quella speranza venne distrutta subito dalle parole del dottore: "ma il suo ragazzo... non c'è l'ha fatta". Inutile dirvi che mi crollo il mondo addosso, il lutto era infinito: non mangiavo ero diventata anoressica e se mangiavo andavo a vomitare, ero anche diventata autolesionista ma nessun taglio era tanto doloroso come la ferita che mi aveva procurato la perdita di Matteo. Se non fosse stato per Jessy non so fino a che punto la mia depressione poteva spingersi. Le lacrime rigavano le mie guance al solo ricordo di lui. Arrivai a casa, i miei capelli castano chiaro mi cadevano in avanti coprendomi il volto, Jessy usci dalla camera quando mi senti chiudere la porta alle mie spalle. Jessy era una ragazza alta e magra ma non troppo, aveva i capelli mossi e rossi poggiati su la spalla destra legati in una coda bassa e laterale, i suoi occhi blu mare mi fissavano con tanto amore dolcezza e preoccupazione, indossava un vestito grigio stretto non troppo aderente con le spalline un po' grandi e gli arrivava al ginocchio e aveva dei sandali marroncini che si legavano alla caviglia tramite un laccio. Mi guardò e intuendo cosa mi succedesse mi abbracciò "va tutto bene Bella, non ci pensare" io mi abbandonai in qul abbraccio e scoppiati a piangere "Jessica mi manca. Mi manca da morire" lei mi accarezzo i capelli provando a tranquillizzarmi e come al solito ci riuscì "so che lui ti manca Bella, lo so. Ma non ti puoi buttare giù. Sono passati due anni e lui non vorrebbe che tu soffrissi, vorrebbe che ti facessi forza e che ti rifacessi una vita. Hai ventidue anni. Non puoi buttarti giù ora no?" "f-forse hai ragione. Ma ho paura di rifarmi una vita" dissi interrotta dei singhiozzi "lo so ma prima o poi dovrai. Per lui. Per te" annui ma avrei aspettato molto prima di rifarmi una vita. Avevo paura di trovare qualcuno perché temevo di perderlo, dopo il dolore che ho provato alla perdita di Matteo non volevo soffrire di nuovo. Credo che nessuno nella mia situazione vorrebbe riprovare no?





Angolino mio
Salve a tutti, questo e il primo capitolo di una storia nata per caso in un momento di noia. Mi scuso se ci sono eventuali errori di scrittura. Se vi piace votate e commentate e ditemi se volete che pubblico il secondo capitolo
Ciao 👋

Ho paura che riaccada Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora