Capitolo 4 - Il compito di Ray Montain

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Martedì, 25 novembre

Oggi sembra che tutto vada secondo la solita routine: il giardino e il parcheggio sono occupati dai gruppi che si salutano e si preparano psicologicamente alla nuova giornata.

Il gruppo dei popolari è quello più chiassoso stamattina, forse perché le tre oche hanno già spifferato a tutti la loro conversazione di ieri con Olivia. Oche di nome e di fatto, senza dubbio. E hanno trovato pane per i loro denti in mezzo a tutta quella bolgia di VIP.

Charlie è appoggiato al muretto più esterno, vicino all'uscita del parcheggio, dove di solito non sta nessun gruppo e dove i cinque ragazzi hanno trovato una specie di zona franca. Un posto in cui stare in pace, lontano da eventuali inghippi.
Peccato che stamattina lui sia l'unico in orario. Gli altri quattro devono aver avuto qualche litigio con la sveglia.

《Guarda guarda chi c'è qua! Un cervellone così vicino al nostro territorio...!》dice una voce.

Una voce talmente potente da far sobbalzare il nostro Charlie.
Davanti a lui si erge Ray Montain.
Esatto, proprio lo stesso energumeno che ha un conto in sospeso con Emilia.
Quel giubbotto di pelle da aviatore, stile Tom Cruise in Top Gun - questo per farvi capire di quanto sia vecchia la mentalità di Ray - e gli anfibi sdrucidi che danno l'idea di non essere lavati da un po', fanno di lui il perfetto antagonista di Derek.

Derek è molto più pulito, più rispettoso degli altri e ha una dote innata nel gestire un gruppo di criminali. Carattetistiche che Ray, nonostante sia di un anno più vecchio, non è in grado di esercitare. Anzi, la leadership non è esattamente il suo forte, funziona solo in presenza dei suoi pochi alleati, scapestrati come lui. E in quanto al rispetto delle regole...beh, non è un suo punto di forza. Diciamo che sarebbe il perfetto prototipo di criminale, ma gli manca gran parte della normale sanità mentale.
E il povero Charlie ne sta avendo un assaggio in diretta.

《Dimmi, cervellone, cosa ti spinge a occupare un luogo vicino al nostro? Chi ti ha autorizzato?》continua a chiedergli Montain, implacabile.

Charlie non sa come reagire. E come dargli torto? Se Ray Montain si scomoda a venire da te, hai già la condanna firmata.
Una delle altre regole non scritte di questa meravigliosa scuola. Beh, non servirebbe nemmeno scriverla. Tutti sanno di dover stare alla larga da Ray e la sua congrega di criminali radicali, più di quanto dovrebbero stare dallo stesso Derek.

《N-Non sapevo fosse illegale...Dopotutto, è logicamente un posto vicino ai criminali, non nel medesimo spazio. Ci sono circa 6 metri quadri di distanza...non penso sia un furto di spazio, il mio》risponde.

Il caro ragazzo balbetta incerto di fronte alla stazza possente del criminale e dei suoi sgherri. Per questo usa l'unica arma che lo rende sicuro, l'unica che riesce a difenderlo: la sua intelligenza.
Cosa di cui Ray pecca particolarmente. E sono già stata carina a definirlo così.

《Cazzo, ma ti sei sentito? Parli come il mio prof di aritmetica base! Sei sfigato quanto lui!》lo sfotte Ray.

L'energumeno avanza lentamente verso Charlie, come un leone che si apposta per prendere la gazzella. E quello che sta succedendo non è molto dissimile da una giornata di caccia nella savana. Se non teniamo conto del mese in cui ci troviamo, non proprio tipico della savana.

《Vediamo, cosa possiamo fare al tuo visetto da frocetto matematico per renderlo più presentabile..?》ragiona il teppista.

O meglio, fa finta di ragionare, perché sia lui che Charlie sanno benissimo quale sarà la sua prossima mossa. E non sarà niente di piacevole per il nostro cervellone, poco ma sicuro.

E infatti ciò che accade dopo non ha nulla di più inaspettato.
Charlie viene accerchiato da questi teppisti ed è costretto ad arretrare contro il muro, eliminando ogni possibile via d'uscita.

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