Chiamai Jessica e lei si girò. Intanto la pioggia incideva i nostri volti rigandoli come se piovessero aghi. Si avvicinò a me correndo e mi abbracciò e scoppiò in lacrime. La presi in braccio e la riportai a casa. Arrivati a casa notai che aveva la febbre allora la appoggiai sul letto e le preparai un tè caldo. Le appoggiai il tè vicino. Lei dormiva ed era dolcissima. Da quando iniziai a studiare Dante ero sempre affascinato dalla figura di Beatrice e di questo amore platonico di Alighieri verso la signorina. In quel momento pensai che Jessica per me era come Beatrice per Dante. Avrei dato la vita per lei. La mia riflessione venne interrotta da Jessica che si svegliava.