~Quel capitolo che vi ho promesso~

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Jenny's Pov.

Erano passate alcune settimane dalla mia trasformazione. Non ero niente male, ma ancora rimpiangevo la mia vita precedente.

Quel mattino mi svegliai piuttosto presto, attorno alle sei e mezzo. Mi stiracchiai, alzandomi per andare davanti allo specchio a figura intera che mi aveva procurato Trenderman. Scrutai il mio essere attentamente; gli occhi rossi mi davano un'aria ostile e pericolosa, mentre il ciuffo di capelli neri che avevo posto dietro l'orecchio, solitamente faceva un effetto introverso, quasi a volermi far sembrare chiusa e scontrosa.
Nonostante tutto, non mi dispiacevo affatto. In qualche modo il mio modo di pensare è cambiato, ed ora essere così mi piace molto. Se mi fosse accaduto prima probabilmente avrei urlato disperata finché non fossi tornata normale.

Mi riscossi dai miei pensieri, per poi chiudermi in bagno e farmi una doccia veloce.
In mezz'ora fui fuori dalla mia stanza; indossavo dei leggins neri, la maglietta nera del Jack Daniel's, gli anfibi ed i miei immancabili trilioni di braccialetti appiccicati perennemente ai miei avambracci.

Scesi in cucina dove presi una mela verde. Non feci molto caso al gusto acidognolo del frutto, anche perché a me piaceva così, e lo finii in pochi istanti mentre uscivo dalla porta.
Mi guardai attorno. L'aria fredda e umida del bosco e la nebbia mattutina erano piacevoli; mi sedetti sull'erba bagnata, sotto una quercia secolare, e inspirai a fondo il fresco aroma del bosco: funghi, terra, erba bagnata e pioggia. Mille odori si fecero spazio nelle mie narici. Li riconobbi tutti.
Piccoli animali si aggiravano nei pressi della casa; captai una famigliola di topolini, delle ghiandaie, una piccola volpe...
Espirai. Una piccola nuvoletta di condensa evase dalle mie labbra.
Ero felice lì, seduta in mezzo alla pace del bosco. Osservai i primi raggi solari fare capolino fra le chiome degli alberi, mentre una brezza tanto gelida quanto leggera mi accarezzava la pelle, facendomi accapponare.
Nuovi odori invasero l'aria attorno a me, tra cui un aroma forte e chiaro di waffles al cioccolato, panna e caramello.

Ticci Toby.

Mi vibrò il cellulare.
Sbloccai lo schermo, aprendo la notifica, e lesssi il numero. Sconosciuto.

Unknow Number: Sei bellissima.
-Ben. xx

Sorrisi.

《Forse è meglio se vai dal tuo elfo.》 Alzai lo sguardo, e come previsto vidi Toby, accovacciato su un ramo della quercia. 《Non è il mio elfo, e non penso ci andrò.》 Ribattei seccata. Lui roteò gli occhi assumendo un'espressione scocciata. 《Come vuoi tu. Comunque il tipetto ha ragione.》 Sul suo volto s'increspò un sorriso beffardo, sotto la maschera ferrea di un Toby che in realtà era dolce e sensibile. Alzai un sopracciglio. 《Sono stato poco chiaro?》 Chiese insistente, mentre io assumevo un'aria accigliata e confusa. 《No, ti ringrazio di pensare che io sia bella. È solo che non capisco perché sei così.》 Affermai i miei dubbi. 《Egoismo e gelosia. Ne sono ancora affetto, a dire il vero.》 Spiegò. Io annuii, alzando le sopracciglia e accennando un sorriso. 《Fa freddo, penso che rientrerò.》 Feci per alzarmi, quando il castano mi lanciò addosso la sua felpa. Non voleva che me ne andassi, e lo capivo: non voleva restare solo, come me d'altronde. Sospirai a testa bassa, per poi volgere lo sguardo verso il ragazzo sull'albero. 《Potresti almeno scendere?》 E così fece: con un balzo fu a terra, di fianco a me. Inclinò la testa verso sinistra, studiandomi da dietro le lenti arancioni dei suoi occhiali.
Sorrisi.
Era strano avere accanto un Toby così misterioso. In questo momento stavo bene, ma di solito mi incuteva timore. Dal Toby simpatico e socievole, era diventato un Tobias freddo, egoista e geloso. In parte era colpa mia, ma in quel momento non pensai a niente di tutto ciò. Lo guardai fisso negli occhi, quasi a volergli perforare le lenti degli occhialoni. Sorrisi ancora, tornando seduta come prima e giocherellando con un bracciale nero stretto attorno al mio braccio. Sentii il ragazzo sospirare, per poi osservarlo mentre si sedeva accanto a me, togliendosi maschera e occhiali. Prese fra le dita il mio ciuffo da emo, portandomelo dietro l'orecchio. 《Mi da fastidio non vedere le persone bene in faccia.》 Si giustificò. 《Tranquillo, posso capire.》 Percepii un sorriso sincero sul suo volto. Sorrisi di rimando, guardandolo.
Certo che è bello...
Cosa...non mi ero mai ritrovata a pensare una cosa del genere di Toby: l'ho sempre visto come un migliore amico, un fratello, poi un pericolo, ed ora era...strano...neutro.
《Lo sai che ti amo, vero?》 Chiarì lui. Dopo ciò rimasi spiazzata. Un miscuglio di emozioni si fece spazio in me, mandandomi in tilt. 《S-sì, certo che lo so...》 balbettai confusa, spaesata. Che cosa mi stava succedendo.
A salvarmi fu di nuovo il cellulare, questa volta quello di Toby. Il castano guardò lo schermo, e sbirciai anche io: Slenderman. Chissà per cosa lo cercava.
Mi persi a fissare uno stelo d'erba, senza accorgermi che il ragazzo era già corso via.
Scossi la testa, poco prima di sentire due braccia calde avvolgermi il corpo. 《Ti prego Jen, non lasciarmi proprio ora.》 Mi supplicò Ben. Lo strinsi forte. 《No Ben, non ti lascio.》

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IO VE L'AVEVO PROMESSO EH. E sono pure in orario.
BENEEEH, VE PIASA?

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