Benjamin cambiò canale per la millesima volta. Era seduto sul divano con una tazza di thè caldo, visto che nemmeno la doccia bollente l'aveva fatto riprendere completamente da tutto il freddo che aveva preso in spiaggia, e stava cercando qualcosa di interessante in TV, ma la verità era che non riusciva a concentrarsi su niente. Aveva provato a mettersi al lavoro su alcuni progetti per l'università, ma aveva rinunciato pochi minuti dopo, allontanando il foglio con aria quasi disgustata.
Spense la televisione con uno sbuffo annoiato e lanciò uno sguardo all'orologio, era anche quasi ora di cena e non aveva la minima voglia di cucinare, si diresse al frigorifero per vedere se c'era qualcosa di commestibile che non richiedesse particolari doti culinarie. Stava giusto tirando fuori l'occorrente per farsi un panino quando sentì suonare il campanello, si guardò intorno un po' spaesato chiedendosi chi poteva essere, poi chiuse lo sportello del frigorifero e andò ad aprire svogliatamente.
Federico. In piedi sul pianerottolo c'era Federico, stretto nel pesante cappotto, una mano appoggiata al manico della valigia accanto a lui, intento a torturarsi il labbro inferiore con i denti.
"Ciao Ben" disse timidamente, ma guardandolo negli occhi. Benjamin voleva davvero essere arrabbiato con lui per essere completamente sparito per due intere settimane dopo quello che era successo tra loro, ci stava provando sul serio, ma vedendo la sua espressione così teneramente colpevole e leggermente insicura, quegli occhi azzurri che l'avevano mandato fuori di testa e le guance rosse per il freddo, semplicemente non ci riuscì. Perciò semplicemente rimase ad osservarlo per quelle che sembrarono ore, senza dire o fare nulla, mentre Federico continuava a torturarsi nervosamente le mani, indeciso su cosa fare.
"Io..." abbassò lo sguardo deluso "avrei dovuto chiamarti prima di venire, scusa, me ne vado" fece per girarsi e andare via, ma fu immediatamente bloccato da Benjamin.
"Aspetta"
Il biondo si voltò e alzò nuovamente lo sguardo, gli occhi leggermente più luminosi.
"Ben, io...mi ero preparato una specie di discorso mentre venivo qua, solo che...non me lo ricordo più" ammise dopo qualche secondo di silenzio totale.
Benjamin si fece intenerire dalla confusione dell'altro e fece un piccolo sorriso, subito ricambiato dal biondo.
"Entra" disse poi facendogli spazio per passare con la grande valigia. Federico tolse la giacca e si sedette sul divano con aria nervosa, guardandosi intorno come se non vedesse quel posto da mesi. Il moro prese una sedia e gli si accomodò di fronte, a debita distanza, vederlo di nuovo lì, con lui, anche se non avevano parlato, anche se non sapeva ancora nulla di quello che gli passava per la testa, gli aveva fatto venire una voglia matta di abbracciarlo e baciarlo per il resto della serata. Ma non poteva decisamente farlo, quindi si limitò ad aspettare una qualche mossa da parte dell'altro.
"Dobbiamo parlare" iniziò Federico.
Che scoperta.
"Direi. Sei tu che te ne sei andato e sei sparito per due settimane" Benjamin non riuscì ad evitare una nota piuttosto marcata di acidità nella voce "scusa, non volevo uscisse così" aggiunse più dolcemente vedendo che l'altro aveva abbassato lo sguardo, colpevole.
"No hai ragione, sono stato un codardo" ammise e il moro non riuscì a contraddirlo.
Federico prese un respiro profondo.
"Sono stato uno stupido a pensare che stare lontano da te potesse aiutarmi, l'ho capito solo oggi mentre scrivevo"
Benjamin alzò lo sguardo stupito da quell'ultima informazione, ma non disse nulla.
"Il fatto è che in questi ultimi giorni ho pensato e ripensato a quello che è successo, cercando di trovare una spiegazione, cercando di capire cosa devo fare e volevo avere le idee chiare prima di parlare con te, ma la verità è che non le ho ancora e non credo di poterci riuscire lontano da te. Non credo di poter proprio stare senza di te, in effetti" si bloccò rivolgendo lo sguardo in basso, leggermente imbarazzato.
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Together it's a little less scary - [Fenji]
FanfictionA volte le cose vanno male. E capita che prendiamo decisioni affrettate, abbiamo pessime idee e facciamo errori. E allora, a volte, le cose vanno ancora peggio. Altre volte si mette in mezzo il destino, che impiccione, e quelle decisioni affrettate...