Epilogo

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Benjamin correva nel prato stando attento a non inciampare sul terreno sconnesso, si stava facendo buio e il vento fresco soffiava leggero sul suo viso. Correva velocemente verso la scogliera sul mare, sperando di ritrovare lo stesso punto in cui era stato con Federico qualche settimana prima, convinto di trovare lì il biondo.

Finalmente in lontananza scorse una sottile striscia di blu, in contrasto con il cielo ancora lievemente illuminato dai riflessi rosati del sole appena tramontato. Lungo la linea della costa che si buttava a strapiombo nel mare si distingueva l'ombra di profilo.

"Federico" urlò, ancora a parecchi metri di distanza, dirigendosi verso l'inconfondibile figura del suo ragazzo. Si fermò a qualche passo di distanza dal biondo per riprendere fiato, appoggiando le mani sulle ginocchia.

"Federico" ripeté ansimando leggermente, senza aggiungere altro.

"Come mi hai trovato?" chiese l'altro senza voltarsi, continuando a guardare verso l'orizzonte sempre più scuro.

"Era l'unico posto..." accennò il moro sedendosi accanto a lui e scorgendo l'ombra di un sorriso farsi spazio sul viso dell'altro, tra le lacrime "come sei arrivato qua?"

"Con l'autobus".

Seguirono un paio di minuti di completo silenzio.

"Scusa" disse poi il biondo semplicemente, senza guardarlo negli occhi.

"Non voglio le tue scuse" replicò il moro "voglio che tu mi dica cos'è successo".

Benjamin accarezzò lievemente la mano dell'altro.

"Amore" lo richiamò di nuovo.

A quel nomignolo il biondo sembrò riscuotersi dai suoi pensieri e finalmente puntò i suoi occhi, resi ancora più azzurri dalle lacrime, in quelli del moro.

"Ho detto ai miei di noi" disse di nuovo con voce spezzata "stamattina mi sono svegliato con la voglia di farlo, così sono uscito e li ho chiamati"

"Cosa hanno detto?" chiese Benjamin, pur non essendo sicuro di voler sentire la risposta.

"Loro...nulla" Federico abbassò lo sguardo mentre si torturava nervosamente le dita.

"Come nulla?" il moro gli prese la mano per calmarlo.

"Non hanno detto niente, ma subito dopo mi hanno detto che a fine anno è meglio se torno a studiare in Italia, che forse questa esperienza non mi ha fatto bene come pensavamo e..." si interruppe con un lieve singhiozzo.

"Devi tornare a casa?" sussurrò. Sentiva la terra mancare sotto i piedi, non sapeva cosa dire e nemmeno cosa pensare. Federico non poteva andarsene, non doveva andarsene.

"Ben, io non voglio" gli disse subito con la voce rotta dal pianto "però..."

"Piccolo" Benjamin gli si avvicinò ulteriormente avvolgendogli un braccio intorno alle spalle "possiamo trovare una soluzione" al momento non ne aveva una, ma doveva tranquillizzarlo in qualche modo.

"Ah si?" esclamò sarcastico l'altro "e che soluzione proponi?"

"Ehi non prendertela con me" lo rimproverò il moro.

"Scusa" si strinse ancora di più tra le sue braccia e appoggiò la testa sul petto dell'altro "mi dispiace Benjamin io..." provò a dire, ma fu interrotto dalle lacrime che ripresero a scorrere libere sul suo viso.

"Non è colpa tua, piccolo, non devi scusarti" Benjamin gli accarezzò il viso con la mano lentamente, lungo lo zigomo fino ad arrivare alle labbra rosse per il pianto.

Together it's a little less scary - [Fenji]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora