Faceva freddo, faceva davvero troppo freddo. Il vento soffiava forte facendo sollevare le onde del mare, che si infrangevano impetuose sulla riva, c'erano nuvoloni neri in qualunque direzione si guardasse e qualche fulmine già illuminava il cielo in lontananza. Benjamin, giaccone pesante e sciarpa di lana, continuava imperterrito a suonare la sua chitarra, nonostante gli si fosse congelato il sedere a contatto con i sassi gelati della spiaggia e non sentisse più le dita da parecchio tempo. Stava quasi riuscendo ad ignorare il vento gelido che gli entrava da ogni minima fessura della giacca e i piedi congelati, ma il vero problema era che non gli risultava molto semplice suonare con le dita intorpidite dal freddo. Anzi, era piuttosto impossibile.
Sconsolato si arrese al freddo e ripose la chitarra nella sua custodia, per poi alzarsi e avviarsi lentamente verso casa senza la minima voglia, quel posto gli sembrava così vuoto senza Federico. Erano passate già due settimane da quella mattina in quella stanza d'hotel, che era stata l'unico testimone silenzioso dei loro baci.
Due settimane prima.
Benjamin si svegliò di soprassalto completamente sudato, c'era qualcosa che non andava, c'era sicuramente qualcosa che non era al suo posto, questa fu la prima sensazione che lo colse. Si guardò intorno leggermente spaesato e la prima cosa che vide furono le lenzuola rosse e la moquette dello stesso colore. Realizzò che si trovava in una stanza d'hotel, poi fu completamente travolto dai flash della sera prima, come un'onda che ti piomba addosso e ti trascina sott'acqua. Londra, pub, hotel, Federico. Federico, ora c'era solo lui nella sua testa, i suoi baci, i gemiti, la maglietta che veniva lanciata in qualche angolo, Federico sopra di lui, Federico che pronunciava il suo nome, quel "ti voglio", i brividi al basso ventre e poi quel "voglio scopare" che gli aveva fatto capire quanto fosse sbagliato quello che stava facendo.
Federico.
Ecco cosa non andava, ecco cosa non era al suo posto, Federico non c'era, l'altro lato del letto era freddo, e tutta la sua roba era sparita. Se ne era andato.
È colpa mia, l'ho spaventato, si è pentito e abbiamo rovinato tutto.
Benjamin sospirò e rimase per qualche minuto tra quelle lenzuola confortevoli con la testa bassa e gli occhi lucidi, senza capire cosa doveva fare, poi si alzò lentamente e andò a farsi una doccia nella speranza di schiarirsi un po' le idee. Rimase sotto il getto di acqua calda per parecchio tempo, senza aver la forza di uscire e affrontare la realtà, poi si decise a mettere insieme le sue cose e lasciare quella maledetta stanza per sempre. Stava giusto abbassando la maniglia della porta quando vide un foglietto sul tavolino lì accanto su cui era scarabocchiato qualcosa nell'inconfondibile calligrafia di Federico. Benjamin lo prese tra le mani tremanti e per un primo momento gli mancò il coraggio di leggerlo e pensò di metterlo semplicemente in tasca, poi fece un respiro profondo e, dandosi del codardo, lo lesse.
Ben, scusami, sono un po' confuso e ho bisogno di stare da solo
Sto andando a prendere il treno per Brighton, tu dormi e non ho il coraggio di svegliarti
Goditi la mostra, parleremo al tuo ritorno
Scusa
Fede
Benjamin sospirò e mise il foglietto in tasca.
Almeno sembrava che avrebbero parlato, insomma, la situazione forse non era così tragica nonostante tutto, non gli stava sbattendo la porta in faccia completamente.
Leggermente rincuorato lasciò l'hotel per dirigersi alla mostra, non ne aveva molta voglia in realtà, avrebbe voluto salire sul primo treno e raggiungere Federico, ma gli aveva esplicitamente detto che voleva stare un po' da solo quindi decise che era meglio lasciargli spazio fino a quando non fosse stato pronto.
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Together it's a little less scary - [Fenji]
FanfictionA volte le cose vanno male. E capita che prendiamo decisioni affrettate, abbiamo pessime idee e facciamo errori. E allora, a volte, le cose vanno ancora peggio. Altre volte si mette in mezzo il destino, che impiccione, e quelle decisioni affrettate...