Capitolo 1. "Non costringetemi"

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"Non faceva altro che analizzare le emozioni degli altri ma non voleva in nessun modo mostrare le proprie."

Io sono Britney, una comune ragazza di Ellensburg, una città degli Stati Uniti d'America, situata nello Stato di Washington

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Io sono Britney, una comune ragazza di Ellensburg, una città degli Stati Uniti d'America, situata nello Stato di Washington.

La mia vita è molto monotona, preferisco fare sempre le stesse cose, non mi piace cambiare. Odio il mondo esterno, le persone sono sempre pronte a giudicarti anche senza conoscerti, ho paura dei loro pregiudizi, lo so che è sbagliato, ma preferisco evitare tutto ciò. Non mi piace uscire di casa, sto sempre collegata su internet con il mio computer. Non ho un ragazzo, non ho amici, ma ho un fratello maggiore.

Oggi è il giorno in cui ogni anno i miei genitori partono. Mia madre non fa altro che bussare sulla porta della mia camera chiusa a chiave con un'enorme cartello appeso fuori con la scritta "vietato l'accesso". È da ieri che mi sta stressando, vogliono che parta in gita con loro, ma no, grazie. So che ci saranno i loro amici, non li conosco perché non sono mai uscita con loro quindi questo è un altro motivo per rimanere a casa.

Sono degli estranei!

Estranei = problemi.

E io non voglio altri problemi nella mia vita, quindi è meglio lasciare le cose per come stanno. «Britney è tardi». Sbraita mia madre.

Bussa così forte che ho quasi pena per le sue nocche. «Non vengo». Ripeto per la milionesima volta.

Ho diciassette anni, posso rimanere da sola come ho sempre fatto?

Ho un bellissimo letto matrimoniale nella stanza, so cucinare, c'è un bagno, in caso di pericolo ho un telefono. Non sono per forza obbligata a dover andare con loro. «Abbiamo prenotato per quattro persone, non puoi stare sempre rinchiusa in casa, finirai per morire da sola».

Oh, grazie mille, queste parole si che mi convinceranno!

Non capisco che cosa le costa darmi ascolto per una volta.

Il rumore della porta mi sta facendo venire il mal di testa. Guardo la mia porta bianca proprio dal punto dove proviene il rumore, ho paura che possa sfondarla. «Come se non sapessi già che non sarei venuta!». Dico roteando gli occhi.

Metto le cuffie che ho appena collegato al computer, non ho più intenzione di ascoltarla. Guarderò il nuovo video di Zoella, è la mia youtuber preferita, oggi ha pubblicato un vlog. «Signorina Walkere, se non ti sbrighi ad aprire, al mio tre chiamo tuo padre per fargli sfondare la porta. UNO!». Alza il tono della voce non appena pronuncia il numero.

Mi alzo subito, in modo seccato ma sbrigativo, e vado ad aprire. Ho una grande paura di mio padre, ha una forza assurda e quelle poche volte che mi ha alzato le mani mi ha fatto veramente male.

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