15.

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Il cellulare mi vibrò nella tasca dei miei skinny jeans e rallentai il mio salire le scale.

Lo sfilai con pazienza e lessi il nome: Pakistan Z.

Sorrisi e, senza pensarci troppo, lo portai all'orecchio urlando un sonoro "COGLIONEEEE, Ti devo raccontare un saaaaacco di cose amico!"

Ma il mio entusiasmo fu ben presto frenato da una voce molto più profonda e minacciosa di quella di Zayn.

L'inconfondibile voce di Nick la troia si fece spazio nelle mie orecchie.

Sentivo, oltre la sua voce, urli e schiamazzi e mi ci vollero 10 secondi per realizzare il tutto.

"Cuoricino mio, non sono Zayn ma sono Nick, felice lo stesso fratellino?" rise di gusto.

"Stai giocando con il gigolò sbagliato, mio caro Tommo. Harriet era di mia proprietà, non l'hai capito facilmente ed adesso pagherà il tuo dolce amichetto qui."

Mi si gelò il sangue nelle vene. Nick mise il viva voce e sentii chiaramente gli urli di dolore di Zayn, proseguiti da botte sonore che potevo riconoscere anche dal telefono.

"Solita via, o vieni e ci affronti, o il tuo amico lo ammazziamo con le nostre stesse mani.”

Prima che potessi rispondere a quel bastardo, mi chiuse in faccia.

Non potevo crederci, non potevo fottutamente crederci.

Zayn, il mio Zayn, nelle mani di quelle puttane.

Il mio cuore batteva all'impazzata, il mio petto si alzava e si abbassava dalla rabbia e non riuscivo a pensare a niente. Mente completamente bianca.

Non persi tempo e rifeci le scale quasi cadendo. Misi le prime scarpe che trovai nel soggiorno ed uscii di casa senza curarmi di altro.

Una volta in macchina e già sulla strada che da tempo ormai percorrevo, i miei pensieri iniziarono a mescolarsi.

Pensai al peggio, e pigiai di più l'acceleratore.

Dopo aver superato con abbastanza maestria il traffico di Londra, arrivai nella periferia, proprio in quella strada in cui era iniziata la mia maledizione.

Deglutii più volte mentre giravo velocemente la testa da una parte all'altra della via.

Era tutto ordinario: prostitute fasciate da mini vestiti che facevano immaginare di tutto, macchine ferme con ragazze piegate di cui si vedeva in bella mostra il sedere, sedie alla rinfusa, lamponi un po' rotti ed un po' funzionanti.

Ma poi, vidi una scena che mai avrei voluto vedere in tutta la mia vita.
Zayn sdraiato per terra di pancia, completamente privo di sensi.

Con gli occhi lucidi e il tremolio nelle ossa, scesi dalla macchina.

Corsi verso di lui e mi misi una mano a coprire la bocca adesso semiaperta per lo stupore.

Mi inginocchiai accanto al suo corpo inerme e lo strattonai chiamando disperatamente il suo nome.

Lo girai a pancia in sù, rivelando fiumi di sangue sul suo bellissimo volto, adesso ridotto malissimo.

Sentii le lacrime rigarmi le guance, ma poi, notai il suo petto alzarsi ed abbassarsi lentamente, segno che c'era ancora vita in quel corpo.

Tirai su col naso e non persi neanche un secondo: me lo caricai in spalla per poi adagiarlo con delicatezza sui sedili posteriori della mia auto.

Mentre uscivo da quella maledetta via, seguito da una puzza assurda, non potei non pensare alla mia grande colpa di questa faccenda.
Zayn era ridotto in quel modo per colpa mia e...Di Harry!

On The Street. |LS|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora