33.

2.2K 167 61
                                    

"Lou, queste costolette sono salate" Harry mugugna, ed io rido, forte, perché ha una faccia davvero disgustata.

Sapete, sono due anni. Già, sono passati due anni. Sono felice di annunciarvi che Harry ha un lavoro, anch'io e Gemma è alle elementari, ed è una bambina bravissima.

"Ordiniamo una pizza?" Chiedo, porgendogli il bicchiere d'acqua che tanto brama.

"No, mi è passato l'appetito, schifo di un cuoco" lo dice, ma sta sorridendo e non sono nemmeno tanto offeso, so bene di far schifo.

"Mi dispiace però, dopo una giornata di lavoro torni e mangi anche una merda" sospiro, sollevandomi facendo leva con le mani, prendendo a sparecchiare.

"Tranquillo, può succedere" alza su le spalle, mentre mi aiuta a togliere i piatti di mezzo e li poggia con cura nel lavello.

"Allora, come sta andando a lavoro? Ti trovi bene?" Parlo mentre sfrego la spugnetta contro la porcellana, lui è al mio fianco, mentre con uno straccio li asciuga.

"Lou, il mio capo ha praticamente paura anche solo a guardarmi ed i miei colleghi non si avvicinano a me" sbuffa, colpendo il mio fianco con il suo, in un dolce ondeggio.

"Allora ho fatto un bel lavoro" alzo su le sopracciglia, finendo di strofinare anche l'ultimo piatto.

"Li hai terrorizzati, tutti. Non è normale ritrovarsi un pazzo alto quanto una mia gamba in biblioteca, mentre inizia a minacciare tutti come se fosse una cosa normale e urlando ai quattro venti la mia omosessualità" mi colpisce con lo straccio sul naso ed io lo abbraccio da dietro, dando un veloce sguardo all'orologio a muro.

21:45.

Gemma dorme da un'ora, non si sveglierà mai.

"Non è colpa mia, l'anello di fidanzamento non è bastato e tenere lontane le minacce" sento la sua schiena vibrare attorno le mie braccia, segno che sta ridendo.

"Sei troppo geloso, sul serio" sbuffa una risatina, quando gli lascio un bacio al di sotto dell'orecchio, facendogli il solletico.

"Tu sei troppo bello, invece" mi esce con un sussurro basso, mentre le mie mani iniziano a vagare sulla sua pancia, ora scoperta a causa della polo tirata in alto.

"Ho avuto una promozione al lavoro, mi hanno aumentato ancora di più lo stipendio, sai?" Mugugna mentre lo dice, le frasi spezzate perché la sua eccitazione sta crescendo, ed anche la mia.

"Ah, sei la preferenza di Ethan, questo non mi sta bene" lo prendo in giro, mentre una mia mano s'infila tra le sue gambe, stringendo delicatamente il suo sesso.

"Già, ma bisogna pur sempre festeggiare" e non parla più, ha gettato la testa all'indietro e spinge il sedere contro il mio bacino.

Non ci sono parole, per descrivere come mi sento, quando lo volto verso di me ed ha gli occhi bramosi, mi vuole, lo voglio.

Le nostre labbra si scontrano, il suo corpo è schiacciato tra il mio ed il lavello, faccio fatica a togliergli la polo grigia ma ci riesco, e la pelle perfetta viene accarezzata dai miei polpastrelli.

Poi la mia testa scende, scende sempre più giù lasciando dietro una scia di baci e saliva. Trema sotto il tocco, mentre gli sfilo la cinta come se stessi dipingendo un quadro. Le ossa sporgenti del suo bacino, mi fanno sussultare il cuore come sempre.

È in mutande, è tutto un fremito mentre gliele calo, e la sua erezione svetta verso il mio viso. Guardo verso l'alto, guarda verso il basso e le sue labbra sono un cuore rosso perfetto, mentre è nella mia bocca e tenta di non urlare, mordendosi un labbro.

On The Street. |LS|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora