3 Leila

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-Un attimo di silenzio per piacere-  Anna cercò di richiamare la nostra attenzione. Era appena finito il pranzo, ed eravamo tutti quanti nella mensa.  Avevamo conosciuto le nostre due compagne di bungalow, Giulia e Rebecca, mentre quelle di Melissa erano al tavolo affianco al nostro e non ci degnavano di uno sguardo. -Pure delle compagne snob dovevano capitarmi-  sbuffò Lissa ancora arrabbiata. Dall'altra parte della stanza due tavoli erano occupati da ragazze e ragazzi che sembravano conoscersi già e che si salutavano con frasi del tipo: "Ehi bello, un altro anno è passato eh?" oppure "Chiaa! Da quanto tempo, mi sei mancata!" e poi baci e abbracci. Il cibo era ottimo, e dopo il lungo viaggio un bel piatto di pasta alla carbonara ci voleva proprio.     -Ragazzi? La signora Lenzi vorrebbe parlare!-  A quel nome tutti si zittirono. Evidentemente era una persona che le tutti guardavano con molto rispetto. Una piccola signora dai capelli castani striati di grigio si alzò dalla seggiola su cui era stata seduta fino a quel momento, anche se prima non l'avevo notata. Ci guardammo un momento negli occhi. I suoi erano calmi e profondi ed esprimevano contemporaneamente tranquillità, tenerezza, vivacità e severità.  Non riuscendo a sostenere quello sguardo così carico di emozioni, iniziai a studiarmi con improvviso interesse le mani. -Grazie-  sorrise -Innanzitutto vorrei dare il bentornato a chi è già stato qui a Silver Horseshoe-  Indicò con la mano i ragazzi dall'altra parte della mensa, che risposero con applausi e urla. La signora Lenzi rise -Fa piacere anche a me che siate tornati. E poi vorrei dare il benvenuto alle nuove arrivate-  questa volta si rivolse a noi che ringraziammo timidamente.     -Io sono la signora Lenzi, la proprietaria di questo maneggio. L'ho fatto ristrutturare perché tutti i ragazzi appassionati di equitazione possano allontanarsi dallo stress cittadino e passare un po' di tempo immersi nella vita equestre. Perciò divertitevi e fate come se foste a casa vostra. Ho solo due regole: numero uno: prendetevi cura dei cavalli. Non voglio vedere stinchiere e selle nei box, manti sudati o incrostazioni nel pelo.  Sono molto severa su questo punto, badate. Numero due: attenetevi agli orari. Bisognerà seguire delle lezioni obbligatorie, ora consegneremo le tabelle,  siate puntuali anche ai pasti e dopo le 22 voglio che ognuno sia nel suo bungalow. Potete stare svegli quanto volete poi, ma tutti nel proprio letto chiaro? -  un coro di si  ci circondò mentre Melissa ci guardava incredula. Ricambiai lo sguardo senza sapere cosa dire.

Eravamo in coda per prendere il nostro orario, Melissa non spiccava parola e stava a braccia incrociate con un'espressione corrucciata in volto. Io e Geggia ci lanciammo delle occhiate preoccupate senza osare dire niente. Arrivato il nostro turno prendemmo i fogli e leggemmo subito. -Abbiamo le stesse lezioni!-  dissi confrontando la mia tabella con le altre due. Melissa si rilassò un po'. -Per fortuna. Ci mancava che avessimo anche lezioni diverse!-  rise riprendendo un po' di buonumore. Giulia mi affiancò e iniziammo a discutere delle lezioni esaminando gli orari. Dopo qualche passo andammo a sbattere contro qualcuno, e a Giulia cadde di mano la programmazione della settimana. -Stai più attenta! Cos'è, sei cieca?-  alzai lo sguardo e vidi un ragazzo più alto di me di una buona spanna, con i capelli pettinati in un ciuffo un po' disordinato, un bel naso dritto,  la mandibola ben definita e due tempestosi occhi marroni.           -Scusa non ti avevo visto-  ribattei. -Ho notato-  sbuffò allontanandosi. -Perdonatelo è abbastanza scontroso- disse con un sorriso di scuse il ragazzo contro cui era andata Giulia. Si chinò, raccolse il foglio e glielo porse. -Sono Dylan, piacere-  tese la mano a entrambe e Giulia arrossì un poco stringendola. Guardai nella direzione in cui era andato l'amico di Dylan. -E quella persona carina e simpatica chi è?-  chiesi ironica e un po' irritata indicando il cavaliere che stava parlando con Anna. Dylan rise. -Federico Tronchi, il ragazzo più socievole del pianeta-    -Immagino...-  dissi ridendo. Federico fece un cenno a Dylan. -Scusate ora devo andare. Ci vediamo in giro-  ci fece l'occhiolino e se ne andò. Giulia era ormai diventata rossa come un peperone e non aveva detto una parola. -Carino eh?-  le diedi una gomitata che ebbe l'effetto di riscuoterla ma anche di farla diventare, se possibile, ancora più paonazza. -Uhm... c'è di meglio- ribatté poco convinta. Sorrisi sorniona. -Come vuoi... ora andiamo che è meglio-  mi avviai seguita da Giulia che mi fece una linguaccia. Andando ai bungalow ripensai a Federico e ai suoi modi odiosi di relazionarsi con le persone, ma me ne dimenticai presto.

Le lezioni iniziavano già quel pomeriggio. Alle 16.30 avevano un ora di lavoro in piano nel campo aperto numero due. Andai con Geggia, Lissa e Giulia a preparare i cavalli mezz'ora prima. -Ciao piccola. Com'è? Bello vero?-  entrai nel box di Bianca accarezzandola. Le misi la cavezza e la portai fuori legandola a un anello al muro della selleria. -Adesso ti farò risplendere-  presi le spazzole determinata, e iniziai a strofinare il manto sauro della mia cavalla. Dopo un paio di minuti mi affiancò Geggia con Versus, e chiacchierammo sellando gli animali. Finito il lavoro, feci due passi indietro per ammirare l'opera. Bianca aveva la sua bella testiera in cuoio nero con il frontalino decorato da incisioni di disegni geometrici. La sella nera con le cinghie della martingala che le passavano alla base del collo per unirsi sul petto con un anellino di ferro faceva risaltare la lucentezza del manto e un sottosella verde con ricami neri con fasce e cuffietta abbinati si intonava alla mia maglietta. -Beh sicuramente fai la tua figura-   dissi sorridendo. Misi a posto tutte le spazzole e andai a recuperare il mio kep. Dopodiché, mi avviai con le altre al campo. Anche loro avevano fatto del loro meglio: la criniera e la coda scure di Versus erano intrecciate, Contessa aveva gli zoccoli lucidi di olio e Sigma, lo stallone palomino di Giulia, aveva tutti i finimenti perfettamente ingrassati. Entrammo in campo con cinque minuti di anticipo e poco dopo arrivarono le compagne di stanza di Lissa. Questa volta ci fecero un cenno con la testa, che presi come la loro massima possibilità di saluto. -Okay sarà una lezione interessante-  osservò Giulia regolando le staffe. -Già...-  annuì Melissa accarezzando Contessa pensierosa. Rebecca arrivò insieme ad Anna che ci diede il permesso di montare e di iniziare a scaldare i cavalli. Mentre passeggiavamo per il campo Anna ci spiegò che, dato che eravamo in troppe, ci avrebbe divise in due gruppi, e che questa sarebbe stata una lezione che serviva per capire il livello di ognuna in base al quale ci avrebbero diviso.  Non possono dividerci pure nelle lezioni! pensai e guardai Lissa, Geggia e Giulia, che era ormai nostra amica: non potevo fare a meno di sperare che ci avrebbero messe insieme, ma le possibilità erano così poche, che trovare un pony non mordace sarebbe stato più facile.

Per questa prova non ero troppo preoccupata. In fondo, io e Bianca avevamo affinato nei cinque anni precedenti una grande intesa, e una bella tecnica. Ero più preoccupata per Eugenia, che montava Versus da solo quattro mesi, e per Giulia che aveva detto che Sigma lo aveva comprato poco meno di sei settimane fa. Perciò affrontai gli esercizi che Anna ci affidava con tranquillità e mantenendo la mano leggera e rilassata, e ovviamente Bianca eseguì perfettamente ogni volta, circolo e croce che le chiedevo di fare. Altre due ragazze che non conoscevo sembravano avere la mia stessa sicurezza e il mio stesso legame coi loro cavalli, e furono precise ed eleganti in ogni movimento. A fine lezione ormai mi ero convita che noi tre saremmo state nello stesso gruppo, quello più avanzato, ma la quarta chi sarebbe stata? Geggia andò particolarmente bene con Versus, che quel giorno sembrò essere in vena di ascoltare la mia amica; infatti c'erano spesso ancora molti giorni in cui i due litigavano furiosamente per chi dovesse avere il controllo. Eugenia non era una ragazza che riusciva a farsi rispettare sempre, data la sua indole tranquilla e dolce, perciò in quelle giornate erano, per usare un eufemismo, un disastro. Notai che Melissa ce la stava mettendo tutta per essere il più precisa possibile. Lei e Contessa erano insieme da due anni e ormai mi ero abituata all'andatura scomposta della cavalla baia, e ora la trovavo quasi normale e, addirittura, elegante, ma non so se Anna avrebbe apprezzato. Tuttavia, Lissa riuscì a chiuderla molto bene, minimizzando le sgambate laterali della sua giumenta. La voce di Anna interruppe i miei pensieri. -Va bene ragazze, basta così. Passeggiate un po' e poi smontate. Vi farò sapere i gruppi domani mattina.- l'insegnante ci sorrise e poi, dopo averci salutate, uscì dal campo. 

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