-Dai Lila. Non puoi mollare tutto così. Almeno provaci.-
-No Geggia, non ne ho voglia. Non troverò una cavalla come Bianca.- le lacrime mi salirono agli occhi come ogni volta che pensavo all'animale. Dall'altra parte della cornetta sentii un sospiro. -Noi ti stiamo aspettando, pensaci.-
-Va bene, ci penso.- dissi prima di buttare giù, anche se sapevo perfettamente che non lo avrei fatto. Non sarei tornata a Silver Horseshoe. Lasciai che il cellulare mi scivolasse dalle mani sul letto, e crollai all'indietro sui cuscini, fissando il soffitto. Ormai conoscevo a memoria ogni crepa e macchiolina di quel soffitto, perchè le ultime due settimane ero rimasta a guardarlo più spesso di quanto avessi voluto ammettere. Nonostante questo, ripassai gli occhi su tutti i segni ancora una volta, perchè in un certo senso mi dava sicurezza. Almeno quel muro bianco sarebbe rimasto lì, senza cambiare e senza stravolgermi la vita.
Sentii vibrare il cellulare, che era rimasto ai piedi del letto, e sbuffando mi allungai per prenderlo. Sul display una notifica diceva che era arrivato un messaggio da un numero sconosciuto. Cercai di pensare a chi potessi aver lasciato il mio numero, ma non mi tornò in mente nulla. Aggrottai le sopracciglia e, spinta dalla curiosità, aprii il messaggio.Grey, smettila di piangerti addosso e torna un po' da noi.
Grey. Frederico. Il primo pensiero che mi attraversò la mente fu: Come ha avuto il mio numero? E subito dopo: Ma perchè mi chiama Grey?
Come hai avuto il mio numero? E perchè diavolo mi chiami Grey? Comunque non mi piango addosso, e no, non torno da 'voi'.
Digitai velocemente sulla tastiera i miei pensieri e premetti invio, poi rimasi a fissare il display aspettando una risposta. Dopo qualche minuto conparve un nuovo messaggio.
Le prime due domande non hanno importanza. Per il resto, è chiaro che ti stai piangendo addosso, non mentire. E sì, torna da 'noi', solo perchè è andata male la gara non vuol dire che devi chiudere con l'equitazione.
Quanta arroganza in un solo messaggio. Scossi la testa leggendolo, ma non persi tempo nel rispondere.
Non è andata male. È stato un disastro, mi sono quasi uccisa e Bianca è zoppa a vita, ed è colpa mia. Non voglio combinare di nuovo qualcosa del genere.
Vedi? Ti stai piangendo addosso.
Sbuffai irritata e alzai gli occhi al cielo. Okay, forse un pochino era vero, ma chi era lui per venire a dirmelo?
Un altro messaggio comparve nella chat.Comunque tutti fanno degli errori. La differenza tra un campione (cone me) e un perdente (come stai dimostrando di essere tu, Grey) è che il campione non si lascia abbattere e riprova.
Non sono una perdente.
Ribattei irritata.
Dimostramelo.
Quella unica parola bastò a lanciare una sfida che non gli avrei assolutamente lasciato vincere. Sarei tornata a Silver Horseshoe. Avrei ripreso a montare. Gli avrei dimostrato che non ero una perdente, ma una vincitrice.
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Sguardo alto, talloni bassi.
Художественная прозаLeila è una ragazza di 16 anni appassionata di cavalli. Ha una bellissima cavalla araba, due migliori amiche fantastiche, e due genitori che tengono molto a lei. Insomma una vita che tutti vorrebbero, una vita da sogno. Ma quando quell'estate le tre...