11 Melissa

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Camminavo avanti e indietro da circa un quarto d'ora. Nicole sbuffò.
-Piantala Melissa. Mi fai saltare i nervi se fai così.-
-Non mi interessa Nicole! Sono stufa.- Sbottai lasciandola senza parole e andai verso l'auto che era finalmente arrivata nel parcheggio. Eugenia e Giulia mi precedettero arrivando per prime. Rimasi un pò indietro, leggermente in imbarazzo ma ancora in fiamme. Che razza di amica ero, se in momenti come questi mi rifiutavo ancora di scusarmi? Di certo, non una buona amica.
-Come sta?- Chiese Geggia senza lasciare trasparire nessuna emozione chiara. Anna sospirò chiudendo la portiera.
-Fisicamente non ha niente di grave. Emotivamente è... distrutta.-
Abbassai lo sguardo.
-Quando potremo vederla?- Tutte e tre si girarono verso di me, come se non si fossero accorte di me prima. Guardai di soppiatto Eugenia, ma non mi sembrò arrabbiata o disgustata; anzi sembrava sollevata. Sollevata? Era l'ultima emozione che pensavo di vederle sul volto.
-Sta una notte in ospedale, domani sarà dimessa.- Annuii guardandomi i piedi a disagio. Anna si allontanò per informare le altre e Giulia la seguì. Geggia tentennò un secondo e poi si avviò.
-Geggia?- Lei si voltò subito, come se si aspettasse di essere fermata. Mi guardò con un espressione tra la speranza e la curiosità.
-Si?-
-Io... mi dispiace. So che non è il momento migliore per scusarmi, ma non ce la faccio più. Sono stata una stupida.- Sospirai torturandomi le mani.
Lei si avvicinò. -Sono contenta che finalmente tu lo abbia fatto. Cominciavo a credere di averti persa per davvero...- Sorrise. -Sai che io ti ho già perdonata. La parte più difficile sarà parlare con Leila... siete troppo simili.- Scosse la testa ma con un luccichio appena accennato di affetto negli occhi. -Due teste calde, che fanno solo quello che vogliono loro.-
Tutto sommato risi a quell'affermazione. È sempre stato così, e lo sapevo, ma sentirmelo dire aveva un'altro effetto.
-Promettimi che lo farai al più presto. Leila ne ha davvero bisogno, lo sai?-
-Lo so.- Le presi una mano e la strinsi. -Grazie. Ora devo sistemare una faccenda... ci vediamo dopo?-
-Certo.- La solita espressione imperturbabile le tornò sul volto, come se ne sentisse la mancanza. Raramente lasciava le emozioni a mano libera, e se lo faceva era per qualcosa di molto importante.

-Ehi!-
Sorpresa, aspettai che il ragazzo dai capelli rossi si avvicinasse prima di salutarlo.
-Ciao! Anche tu qui eh?- Mi osservò con un sorrisetto, notando che non lasciava quasi mai il suo viso.
-Già. Sei così disperata che ci sia anche io?-
-No, no affatto.- Risi quando si finse offeso, ma subito il sorrisetto tornò a prendere il comando delle sue labbra.
-Ti ho vista questa mattina, ma ho saputo della tua amica e non mi sembrava il caso di disturbare. Ha fatto una brutta caduta.- Lo disse senza nessuna insinuazione, come se fosse un semplice dato di fatto. Mi chiesi come facesse a sapere che era una mia amica, ma lasciai perdere quasi immediatamente. Mi strinsi nelle spalle, anche se apprezzai la sua discrezione.
-Allora, gareggi anche tu?- Chiesi per cambiare discorso. Avevo appena fatto pace con una delle mie migliori amiche e litigato con le mie compagne di boungalow, che pobabilmente ora mi odiavano; non avevo bisogno di parlare anche di Leila, cosa che avrebbe sicuramente peggiorato il mio umore.
-In realtà sono un maniscalco. Sono qui per controllare i ferri prima della gara. Tu?-
Scossi la testa. -Sono venuta come accompagnatrice.-
-Delle tue amiche snob?- inarcò un sopracciglio e si appoggiò alla staccionata, incrociando le braccia sopra il grembiule sporco da maniscalco.
Sospirai. -Era l'idea di partenza, ma adesso credo che mi odino. Al momento sono a corto di amiche in realtà.-
Lui mi osservò qualche secondo e poi mi porse una mano. -Non ci siamo mai presentati. Piacere Tommaso.-
Afferrai la sua mano che era quasi il doppio della mia e con la pelle resa ruvida dal lavoro. -Melissa.- Risi quando lui iniziò a scuotere le nostre mani semza lasciarmi più andare. -Smettila!- Lui mi mollò ridendo con me.
-Beh, dato che saresti "a corto di amiche"- mimò le virgolette con le dita -che ne diresti di cenare con me? Potrei sostituirmi alle tue amiche snob per una sera.- mi osservò aspettando una risposta.
-Perchè no? Grazie.- sorrisi.
-Fantastico! Allora a sta sera?-
-A sta sera.- lo salutai con la mano mentre si allontanava. Forse qualcosa stava finalmente andando per il verso giusto.

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