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LILY

<< Lily Imogen Sofia James! È mai possibile che tu sia sempre in ritardo?! >>

La voce di mia sorella mi arriva forte e chiara, nonostante lei sia completamente fuori dalla porta, oltretutto comodamente seduta sulla sua valigia in mezzo al corridoio, mentre la sottoscritta si trova ben lontana dall'aver anche lontanamente chiuso la propria. Per quanto io mi sforzi, sto ancora lavorando sull'essere puntuale. Corro avanti e indietro, alla ricerca pazza e disperata delle ultime cose che mi mancano per poter finalmente chiudere quel gigantesco armadio che mi ostino a chiamare valigia e raggiungere così mia sorella.

<< Ma ti muovi?! Guarda che stanno tutti aspettando te!!>>

Quando anche l'ultima e definitiva occhiata mi convince che ho preso tutto, afferro borsa e valigia e raggiungo quella rompi palle di mia sorella. Mentre ci avviamo verso l'ascensore, non riesco a non rivolgerle un'occhiata leggermente seccata. Non ho fatto colazione, non ho bevuto il caffè e sopratutto non ho quasi chiuso occhio, chiaramente per un motivo preciso.

Cameron.

Quindi non sono proprio delll'umore per sopportare lei e la sua aria da generale svizzero così presto.

Dopo che ci siamo confessati l'un altro tutte quelle cose così belle e sincere, siamo rimasti ancora insieme per circa mezz'oretta, fino a che i miei genitori non hanno reclamato la presenza mia e di mia sorella per una cena di famiglia. Se all'inizio sono stata leggermente scocciata dalla loro richiesta, mentre scendevo a cena ho realizzato quanto in realtà fosse giusta. Solo che tra me e mia sorella, non so chi tra le due sia stata meno antisgamo, perché per tutta la cena non abbiamo fatto altro che sorridere come due bambine in un negozio di dolci e chiaramente i nostri genitori se ne sono accorti. Ma stranamente non hanno proferito parola. Se però a differenza di mia sorella, ho impiegato secoli ad addormentarmi, perché non facevo altro che rivivere parola dopo parola ciò che Cam mi aveva detto, lei è crollata come un ghiro dopo pochi minuti. Ed ecco spiegato il suo approccio pimpante e felice, al contrario del mio, che mi fa assomigliare in maniera spaventosa a uno zombie vivente.

Lei, quasi avesse percepito i miei pensieri poco amorevoli nei suoi confronti, rincara la dose, giusto per provocarmi ancora di più.

<< Lo so che mi ami, sorellina mia adorata.>>

Cerco di rivolgerle il mio peggiore sguardo truce, ma dato che all'ultimo faccio uno sbadiglio gigantesco, il mio obiettivo sfuma. Non posso essere presa seriamente se sono in queste condizioni. Purtroppo.

<< L'importante è crederci.>>

<< Guarda che sei fai l'acida, chiedo a Cam Cam di intervenire. >>

<< CamCam?>>

<< Si, il mio adorato cognatino!>>

Non posso fare a meno di arrossire non appena sento il nome di Cam, tanto che mia sorella se ne accorge e inizia inevitabilmente a prendermi in giro.

<< Lily, dici che riesco a convincere uno dei ragazzi a portare la mia valigia fino al taxi? Sono troppo pigra e poi pesa oltre il limite sopportabile.>>

<< Amanda, tu riusciresti a vendere il ghiaccio agli eschimesi, e non lo dico così per dire. Comunque fossi in te non mi azzarderei a chiamare Cameron con il soprannome che gli hai dato prima... Tende a essere leggermente permaloso e gli dei ci salvino se dovesse prendersela durante il viaggio in treno.>>

Mentre aspettiamo nella hall che anche gli altri ci raggiungano, lei mi guarda a lungo, poi scuote più volte la testa. Io ricambio lo sguardo, completamente ignara del suo senso e aspetto. So che sta per arrivare una perla, la percepisco. Quindi attendo.

<< Cara la mia sorellina, quante cose devi ancora imparare! Cam Cam accetterà il soprannome perché se no potrei casualmente tirare fuori qualche perla imbarazzante di quando era piccolo che non vuole si sappia in giro...>>

Per poco non strabuzzo gli occhi a sentire questa affermazione, perché mi sembra alquanto assurdo che mia sorella conosca episodi del genere quando io non ho la più pallida idea di che cosa lei stia parlando.
Poi però realizzo che stiamo parlando di mia sorella, sorella che non si è fatta scrupoli di pagare il consierge di un albergo soltanto per far chiudere la corrente e farmi rimanere chiusa in un ascensore con un ragazzo, quindi tutto è possibile.

<< Guarda, non ti chiedo neanche come tu faccia a sapere quelle cose. Ho quasi paura di sentire la risposta...>>

E in parte è vero. Se c'è una cosa che ho imparato crescendo, e' che non conviene assolutamente avere mia sorella come nemica. Rischi davvero grosso. Mi ricordo di una volta che a scuola una bambina della sua classe aveva avuto la brillante idea di prendere in giro la sua migliore amica, dato che la suddetta quel giorno aveva le trecce e secondo lei le trecce erano da sfigata. La reazione di mia sorella? Dopo che per l'ennesima volta le aveva chiesto di smetterla, era andata dalla maestra e le aveva chiesto il permesso di dipingere con i colori a mano. Aveva quindi preso un barattolo pieno di colore arancione e glielo aveva rovesciato in testa, intimandole poi di smetterla di usare parole del genere contro la sua amica.

E considerando che aveva appena cinque anni, questo la dice lunga.

<< Sai, essere la ragazza del suo migliore amico, ha i propri vantaggi.>>

<< Beh, di sicuro lascia anche dei segni!>>

Lei mi guarda male, poi d'istinto si tocca il collo e corre verso lo specchio vicino all'ascensore, per poi cacciare un urletto strozzato.

<< Io lo uccido!!>>

Inutile sottolineare la mia reazione.

Piegata in due dalle risate in meno di due secondi, per un tempo che pare infinito. Più lei mi dice di smetterla, più io ci tento, meno ci riesco. È inutile, quando mi parte la ridarola, non c'è n'è per nessuno. Tanto che a un certo punto lei ci rinuncia e scoppia a ridere con me. Dopo qualche minuto passato a mordermi l'interno della guancia, al fine di calmarmi, finalmente ci tranquillizziamo entrambe. Per fortuna, dico io, perché i ragazzi scelgono proprio quei momento per fare la loro entrata trionfale, insieme ai miei genitori e agli altri adulti che si occupano dell'organizzazione.

<< CamCamm!!>>

Ed ecco la prima figura della giornata. Cam alza lo sguardo per capire chi lo abbia chiamato, e per uno strano scherzo del destino, vede soltanto me perché mia sorella è coperta dalla colonna. E mi guarda con un sopracciglio aggrottato, per poi sorridermi e avanzare verso di me, fino a raggiungermi.

<< CamCam?>>

<< Non è come sembra... Colpa di mia sorella!>>

<< Sese, sempre a dare la colpa agli altri! Comunque bionda puoi chiamarmi come vuoi... Anzi, se mi chiami così, devo renderti il favore e trovare un soprannome anche a te! Sai, che sia comprensivo degli ultimi avvenimenti...>>

Detto questo si avvicina ancora di più a me, facendo poi in modo di attirarmi a lui con un braccio, mentre con l'altra mano mi alza il viso, fino a che i nostri sguardi non si trovano allineati.

<< Che ne dici di pasticcina? Fragolina di bosco? Ranocchietta!>>

<< Non pensarci neanche!! Sono tremendi!>>

<< Posso fare di meglio bionda... >>

<< Ti odio Cameron Dallas quando fai così, lo sai vero?>>

<< E tu parli troppo.>>

Ed è così che provvede a zittirmi. Nel classico ma mai noioso modo.

I hate you, Cameron Dallas !  ( IN REVISIONE COMPLETA dal 2024)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora