Capitolo 3

758 45 44
                                    

Il piccolo Lovino era bloccato tra il letto e il corpo del pirata, che non sembrava volersi spostare. Tremò, posando le mani sul suo petto e cercando di spingerlo via. "Lasciami! Togliti da me, non ti dirò nulla!!"

"Sai cosa dicono in giro di me?" gli chiese maliziosamente il pirata, passando delicatamente le dita sulla guancia rossa della sirena.

“No… e non mi interessa neanche" gli rispose a tono l'italiano, corrucciando le sopracciglia.

"Meglio… così non ti rovinerai la sorpresa..." Sussurrò roco Antonio che si avvicinò al suo collo, cominciando a succhiarlo e leccarlo con violenza, lasciando tanti piccoli succhiotti sulla pelle intatta. Lovino spalancò di nuovo gli occhi, arrossendo vistosamente sia per l'imbarazzo che per la rabbia. Iniziò a colpirgli il petto con i pugni, cercando di scacciarlo. "Smettila! Bastardo, lasciami andare!"

"Perché non ti lasci tu andare?" chiese il pirata, accarezzandogli il collo con le labbra e lasciandosi dietro una bollente scia di baci.

"M-mai… non mi concederò mai a te!!" Esclamò, leggermente impaurito. Sapeva che contro lo spagnolo non poteva nulla… non poteva difendersi, né scappare… era in trappola!

"Oooh… ma tu sei già sotto il mio pieno controllo e lo sai bene~" gli disse sicuro di sé, passando la lingua dalla clavicola al mento, posandogli un bacino sulla guancia.

Il poverino tremò, sapendo che quello che diceva era la verità. Girò la testa dall'altra parte per non guardarlo, non volendo far trasparire nessuna emozione che potrebbe tradirlo.

"Potrai… anche prenderti il mio corpo con la forza… ma non piegherai il mio volere… non scoprirai mai dove si trova Atlantide..."

"Questo lo dici tu~" gli soffiò in un orecchio, mordicchiando il lobo. "Ho deciso...” disse poi con sguardo trionfante, sorridendo malizioso. ”Userò il tuo corpo ogni giorno fino a che tu non mi dirai quello che voglio sapere, che ne pensi? Come idea non è geniale?!~"

Lovi sgranò gli occhi, sentendoli diventare lucidi. Li richiuse per non guardare Antonio e continuò a tenere il viso girato dalla parte opposta, senza rispondere.

"Lo prenderò per un si" disse lo spagnolo, leggermente contrariato dal non aver ottenuto nessuna risposta dall’altro.

Gli posò una mano sulla guancia per costringerlo a girarsi verso di sé e lo baciò, chiudendo gli occhi e muovendo languidamente le labbra contro quelle morbide della sirena.

Lovino non rispose al bacio, rimanendo con le labbra serrate e gli occhi chiusi.

Lo spagnolo allora portò le mani sui polsi di lui, bloccandolo definitivamente sul letto per fargli capire meglio il concetto che non avesse altra scelta.

Il moro mosse le mani, cercando di liberarsi i polsi dalla sua presa e corrucciò leggermente le sopracciglia. Le gambe erano troppo deboli, sarebbe stato inutile cercare di tirargli un calcio… ora era completamente indifeso...

Antonio strattonó i polsi di Lovino, facendolo gemere e approfittò della bocca socchiusa di lui per infilare la lingua.

Il piccolo italiano tremò, maledicendosi per aver abbassato la guardia. Sentiva la lingua dello spagnolo accarezzare la propria, marcando ogni angolo della sua bocca. Riaprì gli occhi per guardarlo male e gliela morse.

Lo spagnolo si scostò, ma solo per mordergli un labbro e farlo diventare rosso e gonfio.

"Ah!" Lovi lo guardò male, alzando di scatto la testa per scontrare le loro fronti.

"Ahia!!!" si lamentò Antonio, portandosi una mano sulla parte dolorante.

Con il polso libero, Lovino gli tirò uno schiaffo, cercando di spostarsi da sotto di lui.

La città perduta di AtlantideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora