Capitolo 11

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"Gil! Stiamo per arrivare!" urlò il capitano, avvertendo il suo braccio destro.                        

"Ricevuto, capitano!" Rispose l'altro, dando indicazioni al resto della ciurma per attraccare. Lovino arrivò sul ponte, andando verso Antonio e guardando nella sua stessa direzione. "Quindi… quello é un villaggio?" chiese curioso il piccolo sirenetto, mentre si teneva al parapetto della nave per non cadere.             

"Si… è una città portuale per l’esattezza" gli spiegò il maggiore, osservando la costa che si avvicinava sempre di più.                        

"Non vedo l'ora di visitarla" sorrise leggermente Lovi, appoggiandosi al bordo con gli avambracci e guardando le case che si affacciavano colorate sul mare.                        

"Ehhh~… ma non volevi tornare a casa tu?" sogghignò il pirata, osservando lo sguardo interessato del moro al suo fianco.             

"Sta zitto" gli diede un piccolo pugno sul fianco, gonfiando le guance. "Sono curioso, tutto qui!" Lo spagnolo ridacchiò, divertito dalla buffa espressione di Lovino.
 

Quando entrarono nel piccolo golfo dov’era situata la città, Antonio diede l’ordine di gettare l'ancora in mare.

"Fate calare le zattere!!" ordinò infine quando tutte le vele furono piegate, impedendo così di far muovere la nave.
"Si capitano!" risposero in coro alcuni marinai, calando le zattere per poter raggiungere la costa.

"Franny!" lo chiamò poi Antonio, avvicinandosi a lui.

"Si mi dica capitano" gli rispose Francis, intento a riordinare la cambusa in attesa delle nuove provviste per il prossimo viaggio.

"Tu resta sulla nave e controllala. Io andrò con il resto dell’equipaggio a fare rifornimento"

"Si Tony" gli disse l’amico, consegnandogli un foglio con praticamente l’elenco della spesa.

"Bene... affido Dolores nelle tue mani"                        

"Scendiamo?" Chiese Lovino, che si era intromesso nella discussione mentre cercava di trattenere l'entusiasmo e seguiva il capitano ovunque andasse, come un fedele cagnolino.                        

"Si" gli rispose lui, andando verso il parapetto, scavalcandolo e scendendo su una scaletta fatta di corda, fino ad una delle zattere, salendoci sopra. "Ora stai attento" lo avvisò, guardando in alto verso Lovino.                       

Il piccolo si morse le labbra ed esitò un attimo prima di scendere lentamente per la scaletta e salire anche lui sulla zattera. Quando mise un piede sulla piccola imbarcazione per poco non perdeva l’equilibrio e cadeva in acqua.                    

"Ti ho detto di fare attenzione" ridacchiò il pirata, tenendolo per un polso e aiutandolo a sedersi. "Gil! Manchi solo tu! " lo chiamò, vedendo che non si muoveva.                     

"Arrivo!" Esclamò l'albino, unendosi a loro, posizionandosi sulla prua della zattera e puntando il dito verso la città. "Andiamo!"                        

"Aaaaah..." sospirò Antonio, cominciando a remare mentre Gilbert non faceva nulla.                        

Lovino intanto si guardava attorno con occhi grandi e luccicanti di curiosità. Gil continuò a tenere le mani sui fianchi, testa alta e petto in fuori… manco fosse lui il capitano. Finalmente arrivarono alla riva.

La città perduta di AtlantideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora