Capitolo 12

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Lovino e Antonio stavano ancora passeggiando tranquillamente per le strade della piccola cittadina portuale mentre il sirenetto si guardava attorno incuriosito. Osservava tutto: la gente, i loro abiti, l'architettura, gli animali!                        

"Hai sete?" gli chiese poi lo spagnolo, toccando il suo braccio per attirare l'attenzione.                        

"Ah, si, un po'" rispose il più piccolo, senza guardare Antonio. Era troppo preso dal resto!                     

"Allora vieni con me! Andiamo a bere qualcosa" gli disse, prendendogli la mano e trascinandolo verso una locanda.                        

"Wah! Hey!" Ma prima che potesse ribellarsi si ritrovò in una stanza dagli arredamenti di legno. Nel sentire quell'atmosfera strana, Lovino si strinse al braccio di Antonio, leggermente impaurito.                        

"Tranquillo... stammi vicino e non guardare nessuno negli occhi" si avviò al bancone e ordinò una birra per lui e un bicchiere di latte per Lovino.                        

"P-perchè non posso guardare nessuno negli occhi?" Chiese lui, prendendo in entrambe le mani il bicchiere di latte. Fece muovere un po' il liquido dentro, osservandolo curioso. "... cos'è?" Domandò, alzando lo sguardo sul pirata.                        

"Latte. È buono" gli sorrise, prendendo il suo boccale di birra e bevendone un sorso, sospirando soddisfatto subito dopo.                        

Lovino osservò ancora un po' quel liquido prima di portarselo alle labbra e berne un sorso. Sorrise leggermente quando il sapore gli riempì la bocca e si leccò le labbra leggermente bianche, continuando a bere.                        

"Ti piace?" gli chiese Antonio, sorridendo e accarezzandogli i capelli.                        

Il più piccolo annuì in risposta, posando il bicchiere sul tavolo quando finì. "E la tua cos'è?" Chiese poi, sporgendosi leggermente per guardare dentro il boccale.                        

"Birra e non la puoi bere" gli disse il maggiore, finendo di bere tutto il contenuto d'un fiato per interrompere lo sguardo curioso di Lovino.                        

"Eh? Perché no?!" Si lamentò il moretto, sporgendosi di più verso il viso dell'altro e corrucciando le sopracciglia, gonfiando le guanciotte.                        

"Perché è alcolica" gli spiegò "Probabilmente ti sentiresti male"                        

"Uffa... shei un bastardo" mormorò, posando i gomiti sul bancone e le guance sulle mani, tornando a guardarsi attorno.                        

"Vado a pagare, tu resta qua" disse Antonio, posando un attimo la mano sulla coscia di Lovi prima di alzarsi ed allontanarsi, scomparendo fra la gente.                        

"S-si, come vuoi" rispose l'altro, facendo finta di nulla. In realtá il fatto che fosse da solo, seduto lì, senza Antonio a proteggerlo, gli faceva paura. No, okay, non doveva andare nel panico.

Chiuse gli occhi e prese un respiro profondo. Doveva solo aspettare che Antonio tornasse e poi sarebbero tornati alla nave.                        

"Hey!! Pivello!!" gli fece un energumeno. "Spostati!" lo spinse malamente giù dallo sgabello, prendendo il suo posto subito dopo per ordinare qualcosa.                        

La città perduta di AtlantideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora