Capitolo V Cassandra

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Cassandra schizzò per i ponti della nave.
L' infermeria non era molto lontana, ma la confusione rendeva difficile muoversi.
Riuscì a raggiungere il posto che cercava e vide suo padre.
-Papà, dobbiamo andarcene, vieni-gridò.
Lui la guardò e chiamò la moglie.
Cassandra pensava che sarebbe stato più difficile convincerli a seguirla.
-Tesoro! - l'abbracciò la madre.
-Non perdiamo tempo, venite- Cassandra fece per andarsene ma sentì che i due non la seguivano.
-Ma che fate!-gridò fuori di sé – Non potete rimanere qui, un mostro gigante ci sta attaccando!-
Si pentì subito di averlo detto: con l'arco a tracolla e delle frecce nello zaino aveva un aspetto folle, e l' ultima affermazione non migliorava di certo la sensazione che la sua salute mentale non fosse compromessa.
Incredibilmente i suoi genitori non la guardarono come una pazza –Ti credo- disse la madre –ma non lo dire a voce alta, gli altri mortali non sanno niente di questa cose...-
-Mortali? Ma cosa dici?-
Anche se era lei quella che sembrava la Cassandra pazza dei miti greci ora la madre pareva molto più svalvolata di lei.
Aveva un tono calmo, come se parlasse delle articolazioni delle mani.
-Papà, di qualcosa! Aiutami a portarla via!-
-Tesoro, credimi, vorrei poterti aiutare, ma il nostro posto è qui, e poi io e tua madre non ti potemmo mai aiutare...-
-Smettetela!- gridò Cassandra spaventata.
Voleva solo che loro due la seguissero e che lasciassero quella stupida, folle nave.
Aveva le lacrime agli occhi per la paura, la rabbia e la frustrazione.
Il padre si avvicinò e le appoggiò una mano sulla spalla –Tuo padre ci aveva avvisati....-
-Cosa stai dicendo? Sei tu mio padre!-
Cassandra non capiva perché si stessero comportando così.
-No, tuo padre è un dio dell'antica Grecia, non c' è un modo dolce per dirlo e noi non abbiamo tempo-
La notizia non turbò Cassandra: non era vera, in fondo.
Gli dei non esistevano, lei non poteva essere una semidea...come aveva detto quel ragazzo sul ponte.
-Tuo padre- continuò l'uomo –ci aveva detto che saremo morti in mare facendo il nostro dovere e che la nostra morte sarebbe stata causata da una scelta di un figlio di Ade, ma tu non devi morire con noi-
-Ma che dici, c'è tempo per arrivare alla scialuppe!- ora Cassandra piangeva.
-Il fato non si può cambiare- intervenne sua madre.
-Addio, sei stata come una figlia per me- l'abbraccio il padre.
Anche la madre la strinse –Ora scappa, raggiungi il Campo Mezzosangue-
Lei si voltò, spaventata e confusa.
Uscì barcollando dall'infermeria.
Sentì qualcosa venirle addosso e scaraventarla a terra.
All' iniziò pensò che fosse un tentacolo del mostro, ma poi si accorse che era una persona.
-Cassandra, giusto?-
Le ci vollero alcuni secondi per metterlo a fuoco.
Era l'amico del pazzo che si era arrampicato sul Kraken.
Lei annuì –Il tuo amico ha fermato il mostro?-
Le scosse si erano affievolite.
L' espressione del ragazzo divenne funebre –No, ma lo sta rallentando. Dobbiamo buttarci in acqua, questa nave verrà distrutta-
-Come...distrutta...io...-farfugliò Cassandra.
-Hai bisogno di tempo per cercare i tuoi genitori?-chiese Alexander.
-No...-
Poi un'immagine invase gli occhi di Cassandra: era la madre di Alexander su uno dei tavolini dell' infermeria.
Aveva smesso di respirare quando lei era entrata.
-...e neanche tu-completò.
-Che vuoi di...oh-l' espressione di Alexander si fece indecifrabile.
-Dobbiamo andare- lo spronò Cassandra.
Lui annuì.
Dovevano raggiungere la parte inferiore della nave e buttarsi dal lato di dritta per non schiantarsi contro l' acqua o non farsi catturare dal Kraken.
Appena giunti al ponte principale, accanto alla piscina, intravidero lo scontro tra Nico, almeno questo era il nome che Alexander le aveva riferito, e il ragazzo sul Kraken che, a quanto pare, si chiamava Percy.
Nico era stato ferito ad una gamba e non aveva una bella cera.
All' improvviso alzò la spada e qualcosa afferrò Percy per le spalle.
Nico colpì il petto del ragazzo ripetutamente, ma sembrava che colpisse acciaio, la lama rimbalzava sul suo corpo col solo risultato di stracciare la maglietta arancione che portava.
Nico cadde a terra e Percy venne liberato dalla stretta invisibile.
-Fantasmi...-mormorò Alexander.
-Cosa stai dicendo?-chiese Cassandra, ma il ragazzo era sbiancato più di Nico.
Cassandra era sicura che Nico fosse un combattente straordinario e non capiva da dove prendesse tanta energia.
Nessuno avrebbe potuto battere un ragazzo che comanda un Kraken, e neanche Nico in quelle condizioni, ma gli teneva testa.
Sgattaiolava nelle ombre per tele trasportarsi o evocava quelli che Cassandra aveva capito essere fantasmi per tenere Percy immobile.
Scesero gettandosi oltre i parapetti e, fortunatamente, nessuno dei due si fece male.
Prima che Nico e Percy scomparissero oltre il lato di dritta i due semidei si fermarono a osservare lo svolgersi del combattimento.
Nico era steso a terra e Percy gli puntava la spada alla gola.
Nico si lanciò in avanti e afferrò l'avversario per il bacino, gettandosi nel vuoto.
A Cassandra scappò un grido, mentre Alexander si sporse oltre il parapetto incredulo.
Percy incontrò l'acqua di schiena, impatto che avrebbe ucciso chiunque, mentre Nico si aprì la strada con il corpo di Percy, anche se neanche lui ne sarebbe uscito indenne.
Il Kraken si fermò.
Per un attimo Cassandra sperò che Nico avesse ucciso Percy, ma qualcosa le diceva che uno che sa comandare i mostri marini non muore per l' impatto con l'acqua, cosa che non si poteva dire per Nico.
Alexander era rimasto a bocca aperta a guardare il punto in cui i due erano caduti in acqua.
Cassandra odiava l'idea di farlo spostare, Nico poteva essere suo amico, ma era stato proprio lui a dire che dovevano tuffarsi in acqua.
Cassandra non ne capiva il motivo, visto che probabilmente quel Percy aveva potere sull'acqua.
Scosse Alexander senza dire una parola.
Aveva perso sua madre e Nico in meno di un'ora, capiva come si doveva sentire.
Cassandra cercò di rinchiudere il ricordo dei suoi genitori in un angolo della testa, doveva andare avanti e aiutare Alexander.
L'acqua era parecchio in basso rispetto a loro, e Cassandra era sicura che si sarebbe rotta diverse ossa.
-Gambe tese e braccia piegate così, pronto?- chiese Cassandra.
Alexander annuì titubante.
Da quando Nico e Percy si erano buttati in mare il Kraken aveva smesso di colpire la nave.
-Tu lo sei?- gridò Alexander.
-Assolutamente no!- urlò Cassandra.
All' improvviso sentì una scossa lungo la nave.
Alexander si buttò in acqua come aveva ordinato Cassandra.
La ragazza si gettò, voltandosi.
Fece appena in tempo a entrare in acqua quando un'onda subacquea la sbalzò di diversi metri in avanti.
Si voltò e vide le fiamme ardere sopra la nave, che si era spezzata e ora cadeva in due tronconi nell'oceano.
Il blu dell'oceano si fece più intenso fino a diventare nero.
Solo nero.

Angolo Autrice

Cosa sarà successo a Nico? Come prenderà Cassandra la morte dei suoi genitori? E Alexander la morte della madre? Qualcuno sarà riuscito a salvare le persone che erano sulla nave? Se sì, chi e come?
Scusate per la lunga mancanza da wattpad ma, tra altri problemi, avevo perso la storia (l'avevo già detto? Perché  non riescoad aggiornare quindi non ricordo se quello che ho scritto nei capitoli precedenti è stato salvato o meno).
Comunque grazie mille a tutti coloro che seguono la mia storia!

Alexander & Cassandra e gli Dei dell'Olimpo- La Statua della LibertàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora