Alexander aprì gli occhi in una casa.
Si trovava in un letto comodo e confortevole.
La testa gli faceva male in maniera costante, come se fosse stato colpito alla testa da un pezzo di ferro sparato a gran velocità...lui era stato colpito da un pezzo di metallo sparato a gran velocità.
La Principessa Andromeda II era scoppiata e lui, in acqua, era stato colpito da un pezzo dello scafo, o almeno così credeva.
Sentì un'ondata di nausea.
Sua madre era morta, quello strano uomo era morto per salvargli la vita, insieme a centinaia di altre persone.
La testa gli girò in maniera ancora più forte per la rabbia.
Doveva trovare quel Percy e ucciderlo con le proprie mani.
E doveva trovare anche quella Cassandra Williams.
Cercò di mettersi a sedere.
Accanto a lui c'era un altro letto, ma erano separati da una tendina.
Lui scostò piano la plastica e vide la ragazza stesa e addormentata, sperando che fosse solo addormentata.
Richiuse la tendina e decise di lasciarla dormire.
Si guardò attorno. La sala sembrava deserta se non fosse stato per i due ragazzi e... Alexander saltò sul letto.
Seduto in un angolo c'era un surfista californiano, solo che non aveva due occhi, ma un centinaio sparsi per tutto il corpo.
Aprì e chiuse gli occhi per controllare che non avesse le allucinazioni, ma quelle non sparirono.
Finalmente qualcuno si decise ad entrare nella stanza.
Una ragazza dai capelli neri e gli occhi blu elettrico avanzava velocemente verso di lui.
Aveva un cerchietto argentato in testa e un arco a tracolla.
Dietro di lei avanzava una ragazza della stessa età di Nico di Angelo.
Aveva i capelli ricci e scuri che le ricadevano fuori dall' elmo da cavaliere.
-Grazie ad Artemide!- esclamò la prima – Ti sei svegliato!-
L' altra sembrava meno entusiasta del suo risveglio.
Si mordicchiava la guancia e fissava tutto come se non fosse realmente interessata a niente di quello che era in quella stanza.
-Si...Artemide...-mormorò confuso Alexander –Dove mi trovo?-
-Ti trovi al Campo Mezzosangue- annunciò la ragazza più piccola.
A quel nome il ragazzo si irrigidì. Era il posto dove lo voleva mandare Nico e anche quello dove sua madre non voleva assolutamente che andasse.
Considerato che erano morti entrambi nessuna delle due scelte era chiaramente sicura.
-Devo...sto cercando Talia Grace- disse Alexander.
La ragazza con il cerchietto in testa si fece seria –Sono io- si passò una mano sulla faccia, stancamente.
-Tu sei Alexander Johnson?- chiese speranzosa l'altra donna.
Lui annuì.
Lei si avvicinò di colpo ad Alexander, come se ogni dettaglio del suo viso fosse la cosa più importante al mondo –Dov'è Nico? Nico di Angelo-
Il cuore di Alexander si fermò –Lo conoscevate?-
-Era mio fratello- rispose soffocando un singhiozzo, evidentemente aveva capito il significato del tempo passato.
-Ci ha fatto guadagnare il tempo di scappare dal Kraken e da una tale...-
-shh- lo ammonì Talia-Lo sappiamo chi ti ha attaccato e non sarebbe saggio ripetere ora il suo nome- Talia scostò l'altra da Alexander e la guardò in faccia –Riguardo a Nico, è scampato a cose peggiori, è un ragazzo che sa cavarsela...- ma dal tono con cui lo diceva si capiva che non ci credeva neanche lei.
La ragazza vestita da cavaliere fece un profondo respiro per scacciare le lacrime e si rivolse ad Alexander –Io sono Hazel Lavesque, credo che...Nico...ti abbia fatto il mio nome, sono sua sorella-
A quella parola la gola di Alexander si strinse e le lacrime gli salirono in faccia.
Riusciva solo in quel momento a realizzare la portata di quello che era successo. Sua madre, la sua unica famiglia era morta, e con lei migliaia di altre persone lasciando altre migliaia di persone come lui e Hazel: soli.
-Se mi volete scusare, devo andare a gestire i Romani, credo che potrebbero agitarsi un po'...- Hazel prese un respiro e si allontanò.
-Vieni, facciamo due passi anche noi...-
Talia lo portò a fare un giro per il campo facendo vedere le case, i luoghi d' addestramento, la mensa, il lago... fino a quando non lo condusse in un luogo abbastanza lontano dal resto del Campo.
Un enorme pino si ergeva su quelli che Talia diceva essere i confini, con quello che pareva essere il Vello d' Oro su uno dei rami più bassi e un drago che gli faceva la guardia.
-Questo è il mio albero- disse la ragazza in tono divertito, anche se dai suoi occhi si capiva che non era un ricordo divertente.
-Il tuo albero? Lo hai piantato tu?-
-Questa ero io. Ventisei anni fa...-
-Ventisei anni fà? Tu hai più di ventisei anni!- esclamò Alexander.
-Molti di più. Sono una Cacciatrice di Artemide, il capo in realtà, e questo vuol dire che sono immortale, sempre che non muoia in battaglia... comunque ventisei anni fà venni qui con due miei amici e per permettere loro di entrare al Campo sono morta. Mio padre mi ha trasformata in un albero, ma poi Percy mi ha riportata in vita con il Vello d' Oro, parecchi anni fa...-
-Bella storia, ma cosa c' entra con me?- per quanto volesse sembrare distaccato Alexander era rimasto colpito da quella storia e da quella ragazza, perché aveva la faccia di una che, da quando era morta per salvare i suoi amici, non aveva più smesso di lottare per il bene.
-Uno dei due ragazzi che era venuto con me è morto, ma prima di morire ha riportato in vita il Titano Crono, scatenando la più grande guerra degli ultimi duemila anni. Alla fine ha fatto la scelta giusta, ma ci ha tradito. Non lo potrei mai dimenticare...-
Alexander rabbrividì. Cosa mai poteva aver spinto un ragazzo a riportare sulla terra quello che lui credeva essere il male stesso, da come lo aveva studiato a scuola? Ma riusciva a comprendere quel suo amico.
Da quando era entrato in quel mondo aveva visto solo morte e ingiustizie, non sarebbe stato difficile per uno come Crono trovare qualcosa su cui fare leva.
-E l'altro amico?- domandò lui.
-Si tratta una ragazza, Annabeth Chase. È ancora al Campo, ed era lei il succo della nostra storia.
Ha sempre condannato Luke per quello che ha fatto, ma ora sta facendo esattamente lo stesso...-
-Sta facendo tornare Crono!-
-No, no... ma sta collaborando con Percy...-
Talia lo guardò con il suo sguardo più serio e addolorato –Molte...molte delle persone che erano su quella nave sono morte, il Kraken ha distrutto molte scialuppe dopo aver affondato la Principessa Andromeda II...-
Alexander fu investito da un getto di rabbia.
Voleva uccidere quel Percy Jackson, sentiva che era giusto farlo.
-E come ci avete salvati? Quel Percy sembrava aver un certo controllo sull' acqua- chiese, cercando di mantenere il controllo.
-Certo, è il figlio di Poseidone. Il fatto è che non è il solo- disse sorridendo –e il nostro è più potente. Vi ha portati in dietro lui-
-Visto che hai sollevato l' argomento, sai chi è mio padre? Nico ha detto che avrei dovuto nascondere la sua identità, ma visto che non ne ho idea non c' è molto da nascondere...-
-Si, invece. Ogni Mezzosangue ha poteri diversi, caratteristici del proprio genitore divino, devi fare attenzione a non usarli-
-Perché? Chi è mio padre?- chiese Alexander quasi esasperato.
Talia si voltò verso il Campo, dove un gruppo di ragazzi vestiti da legionari romani guidati da Hazel si stipavano in una casa rossa.
-Non sarebbe saggio, se Nico ha ritenuto opportuno non dirtelo...-
-Nico lo sapeva! Lo immaginavo...-
-Tuo padre è il motivo per cui quella nave è stata affondata. Tu sei il motivo per cui quella nave è stata affondata. Ci sarebbe una profezia per cui qualcuno, Percy crede che sia tu, potrebbe far tornare qualcosa di peggio perfino di Crono, ecco perché ti voleva morto-
Alexander si appoggiò all' albero –Non lo posso biasimare...- disse con un filo di voce.
-Sciocchezze. Ascolta, non è detto che sia tu, e se anche fosse? Non si può uccidere la gente per cose che potrebbero fare, è sbagliato. Percy lo dovrebbe sapere meglio di chiunque altro, anche lui ha provato una cosa simile-
-Di chi mi posso fidare, allora?-
-Di me, di Hazel, di Nico...- da come lo disse si capiva che lo diceva solo per dovere, ormai doveva fare a meno dell'aiuto di uno dei pochi alleati che avevano – e di altri che conoscerai nella tua casa...-
-Hai detto che si viene assegnati alle case a seconda del genitore divino che si ha. Se io non "ho" un genitore divino dove vado?-
-Bella domanda. Fino a qualche anno fa gli indeterminati andavano nella casa 11, ma oggi che tutti devono essere riconosciuti entro tredici anni... non lo so. Comunque tu sei ufficialmente riconosciuto, no? Chi vorresti che fosse tuo padre?-
-Chi hai detto che è il padre di Percy?-
-Poseidone-
-Non lui-
-Non lui- convenne Talia.
-Chi è il tuo?- chiese Alexander.
-Il mio è Zeus, ma ho un solo fratello. Ti consiglio una casa dove non daresti nell' occhio e dove ci siano molte persone-
-Chi era il padre di Nico e Hazel?-
Talia fu scossa da un brivido –Ade. Ma non lo fare, per un sacco di ragioni... per prima cosa loro hanno dei poteri specifici, non ti scambierebbero mai per uno di loro. E secondo...-ma la ragazza si fermò, come se avesse detto troppo.
-Ok. Tu cosa mi consigli?-
Talia passò in rassegna le case –Casa 11. Non hanno dei veri poteri e sono parecchi, e poi ai vecchi tempi quelli come te finivano là-
-Ma se il problema è mio padre non potrei andare nella casa di una dea? Mi nasconderei meglio così-
Talia alzò gli occhi al cielo mormorando nomi, come ripercorrendo tutte le dee che conosceva –Casa 11. Nico ti ha detto di fidarti di me, no?-
-Ma se...chi è il dio della casa 11?-
-Ermes-
-Ok, ma se Ermes venisse a scoprire che mi sono infiltrato nella sua casa?-
- è per questo che ti mando lì. Diciamo che le possibilità che ti incenerisca sono solo l' ottanta per cento-
-Incoraggiante-
-Se ti avessi mandato nella 6 sarebbero state il centodieci- sorrise Talia –Non succederà niente, tranquillo-
-E ora che faccio? Mi presento là dentro e dico "diciamo che sono vostro fratello, ma voi non domandate perché non vengo riconosciuto"...- un brivido corse sulla schiena di Alexander –E se mio padre mi riconoscesse nel frattempo?-
-Non credo che lo farebbe. La profezia ti indica perché sei suo figlio, fino a quando lui non ti riconosce neanche Percy ti può fare niente, almeno in maniera ufficiale... ma Percy non sapeva che eri tu. Non devi preoccuparti-
-Ma io faccio il compleanno tra una settimana...-
Prima che potesse finire la frase una bambina sui nove anni corse su per la collina, arrivò con il fiatone –Talia...tu e...il nuovo...rapporto...casa grande...-
-Cosa sta dicendo?- disse Alexander.
-Che ci sono guai in arrivo. Lei è Johanna Abbot. Ti presento la tua salvatrice, figlia di Poseidone-
Per poco Alxander non scivolò dall' albero al quale era appoggiato.
-Ma lei ha solo nove anni...-
-Dieci-lo corresse Johanna appena ritrovò il fiato –è stato un piacere salvarti, comunque- aggiunse portando la mano d' avanti a se.
Alexander la strinse –Grazie infinite...sei stata grande...- disse ancora scosso che una bambina fosse stata più forte di Percy, il ragazzo che guidava il Kraken.
-A proposito- disse Alexander seguendo il filo dei propri pensieri – Chi ha mandato Percy a uccidermi? Non credo che chiunque si possa procurare un Kraken...-
Talia si rabbuiò –Devi capire che non tutti gli dei sono a tuo favore. Percy è potente, ma è solo una pedina.
Colui che ti vuole morto è ancora più temibile. Zeus e Poseidone ti vogliono morto e...- si interruppe titubante se aggiungere o meno qualcosa – diciamo che è solo grazie a suo figlio se non hai anche Ade contro-
-Ma non tutti i semidei sono come i loro genitori- si affrettò ad aggiungere Johanna –per esempio me e Talia, e suo fratello Jason...-
-Grazie. Johanna non credo che potrei mai sdebitarmi-
-Invece potresti...- guardò Talia e si morse il labbro – Casa Grande, Talia. Non farli aspettare-
La ragazza annuì e condusse Alexander verso il campo.
-Andiamo dal direttore del campo, si è fatto mettere lì solo per controllare i nuovi arrivati e i loro genitori- disse con una smorfia.
-Chi...-
-Lo vedrai. Fai parlare me. Ricorda quello che ha detto Nico. E stai tranquillo-
Arrivarono alla casa grande.
L' aquila, il simbolo del padre di Talia, sovrastava l' edificio minacciosa, come per ricordargli che non era al sicuro.
Talia bussò e fece cenno ad Alexander di precederlo.
-Benvenuto- disse una voce da dentro.
Con una stretta allo stomaco Alexander si rese conto di averla già sentita.
D' avanti a lui, sorridente, c'era Percy Jackson.
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Alexander & Cassandra e gli Dei dell'Olimpo- La Statua della Libertà
FanfictionIl mondo degli Dei non è governato dalle stesse leggi che regolano quello dei mortali. La vita dei Semidei è messa in pericolo, in alcuni casi, da una sola profezia. Proprio questa é la situazione che dovranno affrontare Alexander e Cassandra, trasp...