Appuntamenti

15 4 0
                                    

Ludovica scese le scale che portavano all'ingresso principale dell'abitazione e Bucky era lì che l'aspettava.
"Signorina, mi sembra di averle detto di essere puntuale. Sono le 19:35." disse il Soldato d'Inverno eloquente picchiettando con l'indice sull'orologio da polso.
"Ma aspetta: le belle ragazze si fanno sempre aspettare." ammiccò. Ludovica sorrise imbarazzata e si passò una mano tra i lunghi capelli ondulati. Il sergente le porse il braccio a cui lei si aggrappò. Sotto la luce lunare, James pensò che fosse ancora più bella: indossava degli indumenti semplicissimi, eppure era così dannatamente bella, pensava.
Camminarono fino al cancello di ferro arruginito dov'era parcheggiata la motocicletta di Bucky.
"Allora, Buck, dove mi porti?" chiese Ludovica curiosa.
"É una sorpresa. Adesso sali." e le porse un casco nero. Lei si aggrappò alla muscolosa schiena di lui che partì a gran velocità. Frecciavano veloci tra le campagne inglese e un vento dispettoso scompigliava i capelli dei due che avevano il batticuore per l'emozione. Da quanto tempo non si sentivano così? Da quanto tempo non avevano un appuntamento di quel genere? Sicuramente da parecchi anni.

Intanto nel cortile di Villa Stark...
"Allora, Kent, perché mi hai chiesto di venire quì?" Franceca e Clark si vedevano segretamente.
"Cosa c'è fra te e Rogers?" domandò schietto.
"A te cose importa? Tu stai con Diana." rispose aspra la ragazza.
"Dimmi cosa c'è fra voi due." insistette.
"Cosa ti interessa?"
"Rispondimi."
La conversazione non sembrava raggiungere un punto d'incontro e l'orgoglio dei due non aiutava di certo.
"Tra me e Steve non c'è assolutamente niente. Neanche lo conosco."
"A me sembra il contrario. Se vengo a sapere che voi..."
"QUAL È IL PROBLEMA?" urlò Francesca "A TE COSA IMPORTA SE IO E STEVE ABBIAMO UNA STORIA?" aggiunse colma d'ira. Superaman ruppe all'improvviso la loro distanza: la baciò. Perché Francesca non reagiva? Dov'erano finiti tutto il raconcore e l'odio che provava verso di lui? Di scattò lui si staccò da lei ancora molto confusa.
"Questa é la dimostrazione che per Rogers NON C'È spazio." e laciò sola la ragazza dai capelli color menta andandosene via.

Ludovica e Bucky erano arrivati di fronte a quella che aveva l'aria di essere una locanda italiana, una di quelle dove puoi mangiare la pizza alla napoletana, quella col bordo alto e ripieno, oppure le pappardelle al sugo o quei buonissimi panini toscani o ancora il cioccolato Torinese!
"Sai, ho conosciuto questo posto moltissimi anni fa, quando sono sbarcato in Inghilterra."
"Davvero?"
"Si. Il proprietario era un romano, un tipo divertente." disse James con lo sguardo rivolto verso il vuoto, come se ancora riuscisse a rivivere quei giorni. Le prese la mano, cosa che scatenò profonde emozioni nei due, e la condusse all'interno del locale. A Lou quel posto ricordò tanto l'Italia e la sua meravigliosa Firenze: l'Arno che scorreva sotto il Ponte Vecchio e la magnificenza della cupola del Duomo, oppure la Capella De' Pazzi e lo Spedale degli Innocenti, tutti posti che a lei mancavano da impazzire.
"Un tavolo per due sul retro." disse Bucky ad un cameriere. Seguirono l'uomo coi basettoni sul retro della locanda e si accomodarono ad un tavolino in legno di ciliegio. Lì Bucky fece l'ennesima galanteria facendo accomodare Lou sulla sedia.
"Allora Stark, parlami un pò di te."
"Sono per metà inglese e per metà italiana."
"Sul serio?!" disse Bucky stupito "Sentivo che non potevi essere proprio inglese, ma non avrei mai pensato italiana. Di che città sei?"
"Firenze, è in Toscana."
"E com'è? Come la fanno vedere nei film?"
"No, è molto più bella. Comunque mamma era fiorentina, papà invece era di Londra. Tornando a parlare di me, cosa potrei dirti?"
"Come sei diventata quella di oggi?"
"Intendi Pierce The Lou?"
"Si. Insomma, come è nata questa superdonna?"
"Hai presente la mafia? Bè io e mia sorella abbiamo iniziato a combattere il crimine sotto gli pseudonimi di Pierce The Lou e The Haze. All'inizio non ci eravamo mai spostate dall'Italia poi, pian piano, ci siamo spostate nella Russia Europea, in Belgio, in Francia e molti altri posti, e da lì ci siamo trasferite nello Stato di Washington. Avevamo un appartamentino a Washington D.C. , non era gran che, ma a casa passavamo così poco tempo che pur di dormire e fare un doccia saremmo state ovunque. Per un periodo del 2011 ho anche vissuto da sola."
"E come mai? Avevi litigato con Francesca?"
"No. Era andata a convivere con Clark, Superman."
"Quindi lui e lei stavano insieme."
"Già..." a quel punto arrivò il cameriere coi basettoni per chiedere le ordinazioni.
"Per me margherita con la bufala." disse Lou.
"Per me lo stesso."
"Volete anche dei fritti all'italiana?" chiese l'uomo.
"Per me si. Tu Buck?"
"Si anche per me."
"Da bere cosa vi porto?"
"Acqua naturale." ripose prontalmente Ludovica.
"Ehm...Lou."
"Non insistere devi guardare!" lo fermò lei.
"Apposto così?" chiese il cameriere.
"Si, apposto così." confermò il sergente Barnes. Il cameriere coi basettoni se ne andò lasciando nuovamente soli i due.

Turn the pageDove le storie prendono vita. Scoprilo ora