"Ma cosa mette nel caffè?"

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Racconto terzo classificato 🥉
(Autore felice 😊 )

Umberto entrò in cucina trascinando le ciabatte, in boxer e canottiera tesa sulla pancia prominente

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Umberto entrò in cucina trascinando le ciabatte, in boxer e canottiera tesa sulla pancia prominente. La stanza era illuminata fiocamente dalla luce grigia del mattino che filtrava dalle tendine. Si fermò davanti al tavolo e vi gettò un sacchetto di plastica trasparente contenente numerose palline di colore violetto, che scrosciarono a contatto con il piano.

– Perché stai al buio? Dov'è Luca? – chiese ad Anna, sua moglie, seduta al tavolo con i capelli scarmigliati e la vestaglia gualcita quasi quanto la faccia.

– Puoi fare a meno di far rumore prima che io abbia bevuto il mio caffè? Luca è andato a lezione, dove altro vuoi che sia? – rispose lei irritata.

– Ma sono solo le sette e un quarto. Cosa fa così presto?

– Dice che deve prendere i posti davanti in aula.

– Be', guarda qua – disse accendendo il paralume sopra il tavolo e indicando il sacchetto – io te l'avevo detto.

– Cos'è quella roba?

– Le ho trovate nel suo cassetto, sotto le mutande.

– Sì, ma cosa sono?

– Non lo so. A te che cosa sembrano?

– Caramelle viola? – il ghigno con cui accompagnò la domanda parve fuori posto quanto i suoi capelli.

– Senti, cos'è che un ragazzo nasconde sotto le mutande? – insistette lui veemente.

– Non penserai mica...? Guarda che sta uscendo il caffè, spegnilo – disse Anna indicando il gas dietro le spalle di Umberto.

– Certo che lo penso – rispose lui chiudendo il rubinetto del gas – Sei stata tu a dirmi che ultimamente ti sembra diverso, no?

– Be', sì, sarà qualche mese...

– Ci ho fatto caso anche io. Stanotte mi sono alzato per andare in bagno alle tre e mezza e stava ancora studiando. Ho sentito odore di caffè nel corridoio. Se ha dormito due ore è tanto.

– Comunque è colpa tua, delle aspettative che riponi in lui – iniziò Anna con il dito alzato – Non fai che dire quanto sei orgoglioso del fatto che tuo figlio diventerà un dottore, anzi, un grande medico, per usare le tue parole.

– Figurarsi se non mi incolpavi di qualcosa! È normale che un ragazzo studi molto quando gli mancano pochi esami alla tesi. Lo facevo anch'io e mi facevo il caffè dello studente, sai, quello ripassato due volte, ma qui – indicò il sacchetto – stiamo parlando di qualcosa di diverso.

– Quindi cosa pensi che siano? A me ha detto che é dolcificante.

– Cioè tu gliele hai viste assumere e non mi hai detto nulla?

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