Intersezioni

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Solo uno sproloquio geometrico a tratti verbalmente emetico e filosoficamente onanistico scritto per un gruppo Facebook che consiglio caldamente a tutti di frequentare.
Si chiama 'I parolanti' e c'è un sacco di gente simpatica.

Quante cose si possono spiegare con la geometria! In fondo la nostra vita non è che questo: una semiretta proiettata verso un futuro incerto. Non conosciamo il momento della nostra morte, o le circostanze, i motivi. Se guardiamo avanti non possiamo vederne la fine. Questo non significa che la fine non ci sia. C'è, ma è come il termine teorico di una retta, un punto improprio, falso, che non appartiene allo spazio geometrico che possiamo vedere con gli occhi o concepire con la mente. Forse altre linee saranno lì con noi, forse no, si saranno interrotte, saremo soli in uno spazio vuoto. Noi non vediamo il punto improprio, non lo possiamo sapere.
Essere delle rette comporta alcuni irresolubili problemi geometrici: solo qualche retta parallela starà con noi per sempre. Il padre, la madre, gli amici veri, il compagno di una vita. Ma non è detto. Tutti gli altri non sono altro che intersezioni. Si avvicinano, incrociano la nostra vita in un punto del tempo che non avendo dimensioni può essere più o meno lungo, poi, per la loro stessa natura, inesorabilmente devono allontanarsi per mai più ritornare. E noi non possiamo modificare la nostra direzione, non perché qualcosa ce lo impedisca, ma solo perché non ne siamo capaci. A volte è l'orgoglio figlio della stupidità, altre volte diamo la colpa alle circostanze, alle distrazioni, le cavallette, ma è solo incapacità quella che ci rende schiavi di quell'entità nebulosa chiamata destino. Che poi altro non è che un cieco procedere verso il punto improprio alla fine della nostra vita. Può dirsi uomo lo schiavo di una linea?
O forse può dirsi uomo solo chi, almeno una volta, è riuscito a scendere dalla sua retta, sollevarla dal piano e posizionarla in modo diverso, coraggioso, forse pazzo, e poi vi è rimontato per seguire un altro destino.
Oppure no? L'unico modo di scoprirlo è provarci.

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