Felix - parte I-

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Felix.
Cinque lettere di agiatezza e fascino.
Felix aveva tutto ciò che molti desideravano. Viveva in un attico, in cima al mondo. Dal suo terrazzo si toccava il cielo e le stelle illuminavano le sue notti. Da lì vedeva la metropoli e la sovrastava come se fosse stato lui la somma autorità di quel cumulo di grattacieli.
Era nato da una famiglia come altre: genitori lavoratori e due sorelle che presto avrebbero iniziato a lavorare entrambe come i loro vecchi. Felix non era da meno e si rimboccava sempre le maniche di buona lena, ma lui non voleva restare nell'anonimato di quella grande città, lui da sempre puntava in alto; e finché non avesse raggiunto la vetta, non si sarebbe accontentato di nulla.
Impiegato in un'azienda agli esordi, aveva lavorato per qualche anno senza essere nessuno, ma con due manovre vincenti aveva dato inizio alla sua trionfale scalata alla popolarità. Era bello e intelligente e sapeva divorare le occasioni che gli si presentavano.
Ormai non perdeva più in nulla. Aveva quella casa magnifica, frequentava i bei locali, beveva lo champagne più pregiato, comprava macchine, semplicemente badando al desiderio goliardico di avere l'auto più potente di tutti e poteva avere tutte le donne che voleva. Nella sua stanza, con le pareti blu elettrico e una grande collezione di cd, aveva avuto tutte quelle che desiderava. Si erano susseguite in molte dalla collega Jennifer alla sportivissima Sandra, dalla misteriosa Olly alla dolce Savannah, dall' eccitante sangue latino di Soledad alla tenera e giocosa Karolina; e ancora Dorotea, Jo, Glenn, Helena, Pam, Krystina, Ingrid, Sylvie e Anna. Per non elencare poi tutte quelle che non aveva detto di amare. Molte di loro erano state brutalmente illuse, mente altre volevano solo sfruttare il suo denaro e godere delle cene di classe e delle lussuose e lussuriose vacanze che Felix poteva offrire. Altre semplicemente lo avevano amato giusto il tempo necessario e poi erano sparite, dissolvendosi nell'aria inquinata di quella città grigia di cemento e asfalto.
Gli anni di baldoria per alcuni si erano conclusi, ma non per Felix. Molti suoi coetanei, ormai, avevano messo su famiglia, portavano i figli a giocare a pallone o consolavano le figlie adolescenti per il primo fidanzato stronzo. Avevano smesso con le discoteche, andavano giusto ai ricevimenti di lavoro in quelle location da favola che qualche anno prima frequentavano ogni giorno. Solo per Felix nulla era cambiato. Continuava la sua vita da trentenne al culmine della carriera, da giovanotto affamato di successo. Dentro si sentiva ancora giovane e aveva ancora voglia di stupire e affermarsi, perché smetterla? Aveva ancora molto da dare alla sua azienda, quella che dopo qualche tempo di gavetta aveva fondato in proprio. Non era più un ragazzino, ma nello spirito lo rimaneva. Amava le stesse cose del passato, aveva la stessa voglia di diventare qualcuno e lo stesso incredibile fascino. Ogni volta che viaggiava, collezionava una nuova conquista e ai ricevimenti non mancava mai l'avvenente donna che chiedeva di quel quarantacinquenne dagli occhi magnetici e dallo charme inspiegabile. Felix rimaneva Felix in tutto e per tutto.
Tuttavia un giorno quell'incantesimo di denaro, donne e motori finì.
Felix si era appena alzato dal letto, mentre Charlene, una bionda tutta forme di vent'anni più giovane, ancora dormiva col profumo di lui addosso tra le lenzuola bianche in quella stanza da letto ad un passo dalle nuvole.
" Ho provato a chiamarti. Appena leggi, fatti sentire."
Questo il breve messaggio del suo più stretto collaboratore.
Non ci pensò molto su e compose il numero. Di sicuro sarebbe stato qualcosa di ordinaria amministrazione, niente di allarmante; ma si sbagliava. Alcune manovre di qualche settimana prima, dei fondi mai arrivati e il fallimento di un importante progetto avevano distrutto ciò che Felix aveva costruito per uscire dall'anonimato.
La bella Charlene fu svegliata da un tavolino calciato da Felix, frustrato, infuriato e incapace di reagire diversamente all'ira che lo aveva colto. Ovviamente, la graziosa ragazza capì da sola che nessuno l'avrebbe invitata a lasciare quell'appartamento, così si rivestì, si infilò le sue scarpe dal tacco vertiginoso, prese la sua borsa e uscì, senza neppure guardare allo specchio il trucco non tolto della sera prima e senza salutare l'uomo con cui aveva trascorso la notte.
Felix dal canto suo non si ricordava nemmeno più di quella giovane dal sorriso perfetto, la quale era caduta ai suoi piedi dopo un lungo gioco di sguardi da un tavolo all'altro di un locale molto chic del centro. Nemmeno più ricordava il profumo di agrumi di quello splendore né la sua pelle morbida e i suoi fianchi sinuosi. Sentiva solo la voce di Ben rimbombare nella sua testa, ripetersi, ripetersi, ripetersi. Allora gli veniva spontaneo spaccare un vaso o calciare un tavolino, perché tutto quello per cui aveva sudato e lavoratore era andato in frantumi.
Una vita per costruire qualcosa, un attimo per distruggerlo.


to be continued...


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