Capitolo 10

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Questa mattina la mia testa sta letteralmente scoppiando.
Dopo quello che ho vissuto ieri e la serata di due giorni fa, ho fatto tanta fatica a chiudere gli occhi per riposare. Tutta la mia notte è stato un flusso incessante di pensieri.
Quello che mi ha scosso di più è stato sapere che Logan è un angelo nero.

È stato il mio elfo custode a togliermi questo dubbio. Rúmil questa mattina ne ha approfittato per presentarsi alla mia famiglia. Loro ovviamente non sanno che già avevo avuto l'opportunità di conoscerlo.
Ha anche dormito da me. Ammetto che è divertente avere un elfo nella propria vita, forse è stato lui l'unico motivo per cui non ho perso la testa durante la notte.
Ho scoperto che sa moltissime cose su di me; mi osserva già da tantissimo tempo e non vedeva l'ora di stare al mio fianco. I suoi amici gli hanno fatto una festa prima che lui ieri sera venisse in casa mia. «Hai visto? Sei sempre in ritardo!». Mi rimprovera.

Si è infilato dentro il mio zaino non appena stavo per chiuderlo, nonostante sia un essere piccolo ha il suo peso.

Sto andando a scuola a piedi e Logan mi è appena passato davanti con la macchina e non si è nemmeno premurato a fermarsi per farmi andare con lui, per fortuna non piove. «Lo odio». Dico con rabbia.

Ieri ho scoperto che per "comportamenti scorretti" i miei intendevano ciò che avevo combinato alla festa in maschera. Non sapevo che ci fossero delle azioni che vengono segnalate non appena noi usiamo i nostri poteri sulla terra senza il consenso. «È nella sua indole essere così brutale». Ed ecco che tornano i miei mal di testa. «Julie, brigati però, è tardi!», mi incita ad andare più veloce.

Sarà per questo che i miei genitori hanno sempre cercato di tenermi lontana da lui?
Sapevano qualcosa?
La mia testa sta letteralmente esplodendo, troppo informazioni in così poco tempo mi stanno facendo impazzire. «Lui lo sa che anch'io sono un angelo?». Gli chiedo con la voce un po' tremante.

Non ho fatto altro che pensare a questo, volevo chiederglielo prima di andare a letto ma non ho avuto il coraggio.
Comincio a correre per la strada, devo arrivare in tempo per le lezioni. «Certo che lo sa!». Risponde con tono ovvio.

Bene, io ero l'unica allora a non saperlo, adesso capisco molte cose, anche il suo comportamento.

Arrivata a scuola proseguo con le mie lezioni quotidiane, trovando del tempo per stare con Edric solo durante la pausa pranzo.
Durante le ore di lezione ho pensato che forse per oggi sarebbe stato meglio mangiare qualcosa in mensa, visto che questa mattina non ho avuto nemmeno il tempo di farmi un toast perché Rúmil doveva presentarsi ai miei genitori.

È strano entrare qui, ci sono stata pochissime volte. I ragazzi ci guardano dalla testa ai piedi, probabilmente alcuni di loro non sanno nemmeno della nostra esistenza.
Dopo aver preso il cibo ci sediamo in un tavolo vuoto. «Adesso spiegami perché non siamo nel nostro solito posto». Dice guardandosi continuamente attorno.

Un brutto difetto di Edric è la sua paura di essere giudicato, quando in realtà non ha nulla di cui preoccuparsi, perché persone come lui, ce ne sono davvero poche al mondo. «Volevo mangiare qualcosa», faccio spallucce mangiando la mia insalata e guardandomi un attimo attorno.

Non ci sta osservando nessuno, forse non è così male stare qui dentro. «Non sarai qui per Logan, vero?». Mi chiede mescolando in continuazione la sua insalata.

Leggo un velo di tristezza nel suo sguardo. Probabilmente pensa che io lo stia trascurando, oppure ha paura che Logan possa prendere il suo posto. Tempo fa me ne aveva parlato, mi chiedeva se un giorno, nel caso in cui lui fosse tornato, che cosa avrei fatto io.
Beh, se avesse avuto ancora l'innocenza di una volta probabilmente l'avrei fatto unire a noi, ma per come sono messe le cose ora non dovrebbe preoccuparsi affatto si una possibile "sostituzione". «Non essere stupido!». Gli faccio un sorriso per rassicurarlo.

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