Capitolo 20

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Inutile dire che sono tornata a casa in lacrime. Ovviamente senza farmene accorgere dai miei genitori. Peccato che a loro possa sfuggire, ma al mio elfo no, così mi sono dovuta subire una predica da parte sua, perché non sarei dovuta andare da Logan e non avrei dovuto piangere per colpa sua.
Ma d'altronde sono cresciuta in mezzo agli umani, piango per l'amore, mi emoziono per qualsiasi cosa, non riesco ad ignorare ciò che provo.
Sono cresciuta insieme a lui, abbiamo dei ricordi incancellabili nelle nostre menti, come si può eliminare ciò che ci ha fatto bene?
La vita mi spaventa.
Eppure le persone fanno così, da un momento all'altro scompaiono, lasciandoti dentro un vuoto indelebile. E lui finirà per andarsene prima o poi, ne sono sicura. Al momento mi sta distruggendo pian piano, finché non sarà sicuro di avermi allontanato abbastanza.

Nella disperazione ho inviato un messaggio a Darcey con la speranza di poterla vedere per potermi sfogare con lei. Al momento sembra essere una buona amica, ho bisogno di qualcuno che possa ascoltarmi senza giudicare, e lei mi sembra il tipo adatto.
Mi ha subito risposto dicendomi di teletrasportarmi a Flemminia, ci siamo viste al solito posto, ormai questa panchina e questo prato sono diventati "nostri". Le ho subito raccontato quello che è successo, mi ha abbracciata. È stata dolce, ha ascoltato ogni singola parola e appena ho smesso di parlare ha detto la sua, ma senza giudicarmi. «Volta pagina Julie, proprio come ha fatto lui. Tanto sai benissimo che le cose non potrebbero funzionare». Dice guardando i suoi piedi.

Spero di riuscirci, e anche in fretta. Forse se avessi un aiuto sarebbe più facile. «Certe volte vorrei non essere mai nata». Sospiro.

Mi prende la mano e la stringe forte alla sua, guarda i miei occhi ed ho quasi l'impressione di vederli brillare. «Questo non lo dovresti nemmeno pensare», mi rimprovera. «Ti farò stare meglio io».

Si mette a correre tenendo sempre la mia mano e portandomi con lei tra i sentieri di Flemminia. A quest'ora è tutto illuminato, ci sono degli stand lungo le vie. All'interno ci lavorano degli angeli caduti, che hanno deciso di non proseguire gli studi o che hanno trasgredito a delle regole, così da finire qui. Darcey corre come se ci fossimo solo noi, cosa assolutamente errata visto che più volte sfioriamo le spalle della gente. È come se ci fosse una festa al centro del paese, ci sono tante persone che camminano fra uno stand e l'altro e comprano erbe, pozioni o roba simile. «Dove stiamo andando?». Le chiedo fermandomi e posando le mani sulle mie ginocchia per la fatica.

Lei non sembra affatto affaticata rispetto a me che sembro una vecchia con il fiatone. «Non importa dove andremo, io improvviso». Sorride guardandosi attorno.

Riprende la mia mano e mi tira nuovamente a se, portandomi davanti ad un fiorista probabilmente, essendo che è pieno di fiori di tutti i tipi.
Darcey prende una rosa e me la porge facendo un piccolo inchino, sempre con il suo bellissimo sorriso solare. «Ehi!». Dice il proprietario appena se ne accorge.

Lei mi prende subito la mano e scappa da lì ridendo mentre il signore ci urla dietro. Rido anch'io mentre sento l'adrenalina salire per tutto il corpo. «Tu sei pazza!». Mi siedo su una panchina esausta.

Osservo la rosa e inspiro il suo dolce profumo, non penso di averne mai viste di così belle.
Darcey sta in piedi di fronte a me con le mani sui fianchi, che mi guarda come se stesse aspettando qualcosa. Probabilmente è così. «Non ho finito piccola Julie, alzati». Mi fa un cenno con il capo.

E cosa vuole fare ancora?
La guardo e noto un sorriso furbo disegnato sulle sue labbra. È così bella che probabilmente a scuola avrà la fila dei ragazzi che le andranno dietro. Quanto mi piacerebbe essere così piena di vita e sicura di me stessa. «Hai in mente qualche altra cosa da fare?». Le chiedo sorridendo anch'io.

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