Levi

27 4 1
                                    

Davvero?

Credi sul serio che questa sarà la solita storia dove mi dispero per la morte di tutti coloro che mi hanno voluto bene?

Beh, ti sbagli.

Credi davvero che me ne sia mai importato di qualcuno al di fuori di me stesso?

Credi di avermi visto arrabbiato o sofferente, ma non sai nulla.

Prova a farti due domande.

Una persona non può rimanere così impassibile davanti alla morte di persone che conosceva.

Allora cosa sono io?

Di certo non un essere umano. O almeno non mi considero più tale.

Non sono che un guscio vuoto, dove un tempo risiedeva un' anima, che è stata scacciata via dalla sofferenza.

Quindi, visto che non sono più un umano devo essere un mostro, giusto?

Giusto.

Il mio volto non nascondeva una non so quale emozione profonda.

Io mostro esattamente tutto ciò che sono.

Nulla o qualcosa?

Il mio cuore funziona, quindi sono vivo.

Il mio cuore è di freddo acciaio, quindi sono morto.

E quindi?

Sono su una fune che attraversa la morte.

Potrebbe rompersi, oppure no...chi lo sa?

L'unica cosa della quale sono a conoscenza è che oltre questo baratro infinito ci deve essere qualcosa.

Bello o brutto? Chi lo sa?

Nulla? Tutto? A chi importa?

Tutto ciò che devo fare è continuare a camminare, e buttare giù tutti coloro che intralciano la mia strada.

Sento dei passi dietro di me.

IL filo ondeggia pericolosamente.

Chi è?

Mi volto a guardare.

Una ragazza.

Ha i capelli color carota e degli occhi dello stesso colore che sprigionano allegria e voglia di vivere.

Cosa ci fa lei qui?

Cosa vuole?

Mi volto nuovamente.

È dietro di me, non è sulla mia strada, quindi non è un mio problema.

Improvvisamente delle calde braccia avvolgono il mio petto.

Per lo spavento mi allontano di scatto, minacciando di far cadere entrambi, ma rimaniamo miracolosamente in equilibrio.

Cosa vuole?

Prima che riesca ad accorgermene mi solleva e comincia a riportarmi indietro.

Per la prima volta faccio caso a ciò che si trova dietro di me.

Buio, nulla.

Ho camminato troppo a lungo, percorrendo questo filo, anche se volessi non potrei mai tornare indietro con le mie sole forze.

-Se per un tratto ti porto io, e poi facciamo cambio. Riusciremo a tornare indietro.

-Non voglio tornare indietro

-Non dire bugie, non vuoi ritrovare la tua umanità?

Rimango in silenzio.

Prima non volevo, ma ora potrei provare.

Mi sta portando per troppo tempo.

Nonostante io sia di statura minuta peso troppo per lei.

Però non mi offro per portarla.

È così bello essere cullati dalle calde braccia di qualcuno.

Il mio cuore però non ne vuole sapere di scaldarsi insieme al mio corpo.

Poco importa. Me lo aspettavo.

Uno scossone.

Le sue gambe cedono.

Non ce la fa più.

Prima che possa fare qualcosa precipitiamo entrambi.

Sento la mia mano stringersi attorno al filo.

È più resistente di quanto credessi.

Però non posso tornare su.

Lei è ancora attaccata a me, tenendosi con tutte le sue forze alla mia gamba destra.

Non c'è verso che riesca a tirarmi su con una persona attaccata a me.

Quindi faccio l'unica cosa che posso.

Uno, due, tre scossoni.

Non ci riesco.

Quattro, cinque, sei.

Sta funzionando.

Sette, otto, nove.

Ancora un piccolo sforzo.

Dieci.

Rimango a guardarla impassibile mentre precipita nel vuoto.

Improvvisamente mi sento più leggero.

Mi tiro su e torno in piedi sul filo.

Non c'è più nessuno.

I miei arti diventano improvvisamente freddi, tornando alla loro temperatura abituale, quella del cuore.

Cosa credeva di fare quella stupida?

Nessuno può riportarmi indietro, e questa è la sorte di chi prova ad intralciarmi.

Spingerò giù chiunque sarà davanti a me o proverà a riportarmi indietro.

Ho perso terreno, devo recuperare il tempo perso.

Comincio a correre sul filo.

Non importa se probabilmente cadrò, è sempre stato così.

Non provare a metterti sulla mia via, lo dico per il tuo bene.

Ricordati che i mostri non si fanno scrupoli a uccidere le persone.

BohDove le storie prendono vita. Scoprilo ora