3. Osservare

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Mi misi una maglietta vecchia di mio padre e i miei pantaloni del pigiama di spongebob, guardai i pigiami delle mie amiche, erano buffi anche i loro, tranne quello di Giada: una canottiera con i bordi in pizzo e dei pantaloncini strizzati... avrebbe fatto girare la testa a tutti i ragazzi.
Mi struccai e mi lavai, poi spalmai una foglia di aloe sul tutto il viso, come facevo ogni notte –evitava che mi uscissero brufoli "importanti" e la lasciava liscia e pulita– poi osservai le mie amiche struccarsi. Aprì un cassetto e ne estrassi una canottiera nera: non sarei sembrata una troietta con quella, non era eccessivamente attillata e lasciava scoperto solo il solco del seno –e avendo una seconda piena, non era molto evidente– ci pensai un attimo, in fondo mostrare un po' più di carne era solo audace e io dovevo imparare ad avere più fiducia in me, così mi decisi e mi misi quella.
Scendemmo in soggiorno sotto lo sguardo attento dei ragazzi, neanche fossimo state vestite per andare a ballare.
Iniziammo a sistemare le coperte e i sacchi a pelo per terra, poi vidi il sorrisetto di Michele che se ne stava seduto sul divano giocando a qualche giochino sul cellulare. Si stesero tutti e io feci partire The Boy.
Mi misi vicino a Giada, mentre dall'altra parte non c'era nessuno. Io a differenza di tutte le mie amiche amavo i film dell'orrore e non mi spaventavano per niente, considerando che li guardavo da quando ero molto piccola ed era anche normale che fossi desensibilizzata.

Vidi qualcuna delle mie amiche stringersi a qualche nostro amico, Giada ormai era praticamente stesa su Riccardo, mentre io mi stavo annoiando: non faceva affatto paura quel film. Mi torturai le dita, mangiucchiano pellicine e unghie –anche se era una cosa antigienica e antiestetica non ci potevo fare niente– era un vizio.
Sentì una mano poggiarsi sulla mia spalla, era quella di Michele, cercava di spaventarmi ma io non mi mossi di un millimetro. Si spostò vicino a me e io alzai gli occhi al cielo «Veramente, pensavi di spaventarmi?» sussurrai senza girarmi a guardarlo «In realtà no, lo so che non sei spaventata come gli altri» alzai le sopracciglia impercettibilmente, come faceva a saperlo? Ero convinta che di me non sapesse niente, che non mi conoscesse minimamente. «E una noia questo film, davvero non fa paura» «Lo stai dicendo per sembrare coraggiosa?» mi accusò «Ma no! A me non me ne frega di sembrare coraggiosa o meno» strillai piano, mi girai a guardarlo. Vedevo solo la parte del suo viso illuminata dalla luce dello schermo, per il resto era buoi pesto «Non hai nemmeno scuse per accoccolarti a qualcuno così» disse ad un tratto e io osservai come si vedevano solo i suoi denti bianchi «Tanto non c'è nessuno a cui voglia accoccolarmi» commentai imbarazzata, che voleva? Che mi accoccolassi a lui? Pff.
Poggiai la mano per terra, ma invece di sentire il pavimento sentì un'altra mano calda. Cavolo, adesso penserà che l'ho fatto apposta, arrossì spostando subito la mano. Senti ridacchiare qualcuno al mio fianco «Non emozionarti, non l'ho fatto apposta» sussurrai acida «Che cosa?» chiese, ma non se ne era neanche accorto?! Che figura, mi senti di nuovo le guance in fiamme. No, non era possibile, aveva fatto finta di niente apposta per mettermi in imbarazzo e per mettermi in difficoltà, lo faceva sempre. Ma perché mi ritrovavo puntualmente in situazione di disagio? ma poi con lui.
Improvvisamente trovai il film "terribilmente interessante" e non staccai più gli occhi dalla TV. Pian piano iniziarono tutti ad addormentarsi, mi guardai in torno e l'occhio mi "cadde" anche verso la direzione di Michele: se ne stava tutto tranquillo appoggiato ai piedi del divano, con le mani dietro la testa e intravidi, senza volerlo, un po' dei suoi addominali poiché la sua maglietta –probabilmente una vecchia– era alzata per via della sua posizione. Anche se non aveva un fisico molto scolpito come quello di Jacopo o quello di Ivan, anche lui faceva la sua figura e forse erano gli occhi azzurri o la mascella squadrata... ma aveva un non so ché di terribilmente sexy. Sospirai scuotendo la testa e riprendendo possesso di me, ma che diavolo stavo pensando?!
A un certo punto senti delle labbra vicino all'orecchio e poi una voce profonda «Andiamo anche noi? Inizio a stancarmi» mi morsi la guancia dall'interno, ero stanca anch'io, ma così sarei dovuta stare sola con lui. «Ehy, Riccardo!» lo chiamai piano «Si?» si girò, Giada se ne stava beata sulla sua spalla e a me venne da ridere, sembrava che ci provasse con tutti, ma in realtà era solo il suo modo di "essere amica", speravo solo che nessuno la fraintendesse «Noi andiamo, spegni tu una volta finito il film?» alzò il pollice, rimettendosi comodo su Giada. Michele si alzò per poi porgermi la mano, mi alzai da sola ignorando il gesto gentile ma ritrovandomi molto vicina a lui, deglutì «Ehy voi due, fate da bravi su da soli!» scherzo Giada, –ma non stava dormendo?!– io sprofondai nell'imbarazzo mentre Michele rise «Ci proveremo» io alzai gli occhi al cielo poi sentì una pacca impercettibile sul sedere, spintonai piano quell'idiota salendo le scale velocemente, al buio.
Mi fermai davanti alla mia porta e sentì il corpo di Michele, dietro di me, sbattere sul mio per poi aderire perfettamente «Ehy!» strillai piano appiccicandomi alla porta per non toccarlo «Guarda che non è colpa mia, non vedo niente!» si giustificò e aveva ragione.
«Non m'importa, stammi lontano» lo ammonì aprendo la porta e accendendo la luce «Ma mi spieghi che hai? Guarda che non sto facendo niente» finalmente lo vidi alla luce e ci riflettei «Si, hai ragione scusa» sembravo una cazzo di bipolare «Ma ti sto antipatico o cosa?» scossi la testa «No, solo, mi dai fastidio alle volte. Non mi conosci bene, eppure ridi sempre di me. Forse sono io che ti sto antipatica» strabuzzò gli occhi e ridacchiò «Cosa? Tu mi stai simpatica, non parliamo molto ma io ti sento parlare quando siamo in gruppo e ti trovo molto interessante, come persona –precisò– ti trovo molto più definita che delle altre, non sei il solito stampo, insomma» sorrisi «Ma io non so niente di te» dissi mettendomi sul letto, le sue parole mi avevano fatto sciogliere, pensavo fosse un superficiale e lo "detestavo" per il fatto che ridesse continuamente di me, senza accorgermi che in realtà, era un bene «Guarda che per sapere certe cose su di te ci ho messo molto, non sono venuto a chiedertele, ti ho osservato da lontano sino ad adesso» mi vennero in mente due cose da dirgli. Lui si chinò e si stese vicino a me, spensi la luce ma lascia la lampada accesa. Deglutì sentendo la vicinanza tra noi «Vorrei parlare, però è meglio se ora dormiamo» mi interruppe, la discussione con lui mi aveva svegliato del tutto, ma non volevo sembrare una disperata così annuì «Quindi mi hai osservato da lontano... Tu si che sei strano» lo sentì ridere e senti anche il suo profumo buonissimo «Buonanotte Parisi» «Notte» risposi per poi provare a dormire. E quindi tutto ciò che pensavo su di lui avrei dovuto ricrederlo? Oppure era solo un trucchetto per conquistarmi.

Come noi nessuno mai Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora