V. Why me?

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La porta si chiuse dietro il ragazzo biondo con un sonoro tonfo. Draco rimase qualche minuto fermo, immobile davanti alla porta dell'ufficio dell'ormai ex preside di Hogwarts. Non riusciva a capacitarsi del compito che Piton gli aveva affidato.

Perchè io?, si domandava. Ho sempre e solo provato odio nei confronti di quella lurida mezzosangue il pensiero che lui avesse dovuto toccare o anche solo guardare la Granger gli fece salire un conato di vomito. Eppure, benchè quell'idea gli facesse ribrezzo, avrebbe dovuto accontentare i desideri del Signore Oscuro.

"Perchè esisti mezzosangue?" sussurrò tra se e se. Il mondo sarebbe stato migliore senza una sanguesporco come lei e lui non avrebbe dovuto compiere il suo incarico. E poi, dove la tenevano?

Draco scrollò la testa. C'era ancora tempo per non preoccuparsi; così s'incamminò nel corridoio freddo, freddo proprio come lui.

***
Bellatrix sbattè la mano sulla scrivania infuriata. I capelli neri le caddero sul viso.

"Puoi spiegarmi che razza di idea è questa? Ma ti senti? Far innamorare una mezzosangue! E a quale scopo?" Piton non mostrò nessun cenno di paura e anzi, con tutta tranquillità, cominciò a giocherellare di nuovo con il tagliacarte che aveva recuperato qualche attimo prima dal quadro.

Passarono alcuni minuti dove Bellatrix lo scrutava sgomenta mentre Piton sghignazzava giocherellando. Guardava l'oggetto come se vi custodisse un ricordo, un ricordo felice. Ne sembrava attratto come un magnete ad una calamita, o come una falena alla luce.

"Rispondimi, per l'amor di Merlino!" Bellatrix scoppiò. Alcune ciocche dei corvini capelli le ricaddero sul viso, la mano iniziò a tremare per l'agitazione. Voleva, anzi doveva, scoprire il perché di un gesto tanto insensato. Non si sarebbe mai capacitata del fatto che il Signore Oscuro potesse partorire un'idea così strana, così vicina all'amore ch'egli tanto rinnegava. Aveva forse capito male? Aveva frainteso le parole del professore di pozioni? Di certo non lo sapeva e Piton non sembrava volerle dare nessun tipo di spiegazione.

Per Merlino! Lei era la mangiamorte più importante di tutte, colei che non aveva perso neanche un briciolo di fiducia nel suo Re, nemmeno dopo tutti quegli anni trascorsi tra le pareti delle celle di Azkaban, che avevano contribuito alla sua pazzia e che avevano dato nuova luce alle sue preghiere. Nemmeno uno di quegli infiniti giorni era passato senza che ella pensasse al Signore Oscuro, alla sua potenza e alla sua vittoria contro il bene. Ed egli ripagava così la sua devozione?

"Oh Bellatrix," finalmente il mangiamorte parlò" fai sembrare me matto quando l'unica che lo è all'interno di questa stanza sei proprio tu." sollevò lo sguardo dal tagliacarte.

"Io la pazza? Ah, baggianate!Ti accorgi di quello che dici? Cos'è sta storia di innamoramenti? L'amore è la principale emozione che noi mangiamorte rinneghiamo. Perchè usufruirne quando esistono la tortura e gli incantesimi?" Bellatrix guardò torvo il mago che rise ancor di più. "La smetti di ridere? Mi irriti fortemente!"

"Sì, la pazza sei tu donna! Credo che quegli anni rinchiusa come un topo in gabbia ti abbiano fatto male. La tua testa è più vuota di un'ampolla e neanche se componessi intrugli tutta la vita riuscirei a riempirla. Smettila di fare domande, il Signore Oscuro sa quello che fa, donna di malafede!" detto questo poggiò l'oggetto ancora tra le sue mani sulla scrivania. Lo guardò avidamente per poi girarsi e andare verso la porta.

Quando essa si fu chiusa alle spalle dell'uomo, Bellatrix si diresse verso la scrivania. Prese in mano l'oggetto e lo contemplò. Era senza dubbio molto bello, ma cosa ci avesse trovato di interessante Piton per fissarlo così tutto il tempo, non lo scoprì mai.

***


Draco non era tornato nella sala comune dei serpeverde dopo la insensata notizia ricevuta. Si era rifugiato negli angoli più tetri e ombrosi della scuola per osservare dove e come avessero rinchiuso gli insegnanti e gli alunni di tutte le casate. Aveva passato ore ad osservare i comportamenti degli studenti e a seguirli silenzioso come un gatto. Non aveva incontrato nessuno sospetto, solo serpeverde che camminavano tranquillamente per la scuola e che si dirigevano o alla sala Grande o alla sala comune.. Egli provò anche a chiedere ad un elfo domestico, di cui ormai Hogwarts era piena, ma l'elfo gli rispose che non avrebbe potuto rispondergli.

Draco dopo quelle parole si rassegnò definitivamente, i suoi sforzi erano stati vani. Perchè si stava preoccupando? Neanche più si riconosceva nei suoi gesti: un purosangue come lui si stava preoccupando per le fecce delle altre casate? Stava sicuramente impazzendo.

Scosse la testa e si avviò verso la torre di Astronomia dove si godeva di una meravigliosa vista. Da quando aveva scoperto il panorama stupendo che si godeva da lassù, al terzo anno, aveva fato il possibile per passarci tutto il proprio tempo libero. Era un posto fantastico e... magico. Oddio, tutto ad Hogwarts era magico ma quel posto era diverso, particolare ed esotico. Quand'egli ci arrivò il sole stava cominciando a calare e il cielo si era tinteggiato di rosso, arancio, e giallo. La visione era paradisiaca: i colli verdeggianti erano illuminati parzialmente dai raggi rossi del sole, le parti all'ombra -che man mano stavano aumentando- sembravano cupe e oscure, il lago rifletteva come uno specchio lo spettacolo del cielo con qualche pino da farle da cornice. Draco si chiese se i mangiamorte e lui in prima persona meritassero veramente di vivere in un posto così bello. Probabilmente no, ma a Draco piaceva sentirsi parte di qualcosa di così meraviglioso.

Draco sarebbe voluto rimanere così per sempre, le preoccupazioni sembrarono liberare la sua mente per qualche secondo, giusto il tempo di sedersi e di far apparire un pacchetto di sigarette -unica invenzione babbana che, a parer suo, era veramente utile- tirarne fuori una ed accenderla con la magia. Quando il fumo gli inebriò i sensi, il ragazzo si sentì veramente in pace. Ma non ci volle molto prima della fine della sigaretta così, appena ebbe fatto sparire il mozzicone, i pensieri come una tempesta gli investirono la mente.

Così ne accese un'altra e un'altra ancora fino a terminare l'intero pacchetto. Erano diventati ormai la sua droga, la costante della sua vita. Sapeva che le sigarette ci sarebbero sempre state e che non l'avrebbero mai abbandonato.

"Puzzi come una ciminiera. Dovresti smettere di fumare."

-Spazio Autrice-
Hey,
Ecco il mio regalo di Natale! Lo so, sono in ritardo m vi chiedo di perdonarmi. :)
Secondo voi perché mai questa richiesta da parte di Piton?
Un bacione,
Maria♡

Prisoner |Dramione #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora