VIII. Cut on my pale skin

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Draco aprì gli occhi azzurri e con un sonoro sbadiglio si stiracchiò: era mattina. Le coperte bianche gli fasciavano il busto nudo, il cuscino candido sprofondava sotto il peso della sua testa sembrando un'aureola sui biondi capelli e le mani avevano raggiunto gli occhi per stropicciarli. 

Decise di alzarsi, conscio che sua zia lo avrebbe chiamato presto. Aprì la porta del bagno, compresa nella sua camera da prefetto, e vi si fiondò dentro cominciando a prepararsi.

Mentre si stava abbottonando la camicia nera realizzò che fossero passati solamente tre giorni dalla fatidica notizia del suo compito durante la guerra. Improvvisamente cominciò a pensare al viso di Hermione Grenger l'ultima volta che l'aveva vista. 

L'aveva scorta  nella biblioteca della scuola. Seduta al tavolo e china su un volume dalle proporzioni esorbitanti, era così concentrata da essersi estraniata dal mondo esterno. I capelli  disordinati erano raccolti in una crocchia sfatta dalla quale uscivano alcuni ricci ribelli. 

Per la prima volta Draco si era trovato a paragonare l'irritante ragazzina del primo anno e quella del sesto. Il corpo paffutello iniziale aveva assunto le sue curve slanciandolo e snellendolo, il viso infantile aveva dato spazio ad un viso signorile dai lineamenti leggermente affilati, gli occhi avevano sviluppato un colore più ambrato e luminoso mentre le labbra erano diventate leggermente più carnose e rossastre. Era diventata una donna, una donna bella e intelligente. 

Draco scosse la testa e si buttò dell'acqua in faccia. Come aveva potuto pensare quelle cose sulla sanguesporco? Doveva essere impazzito. La richiesta di Piton e Bellatrix l'aveva evidentemente sconcertato. Si pizzicò le guance per svegliarsi ed infine uscì dal bagno. Raccolse la sua giacca dalla poltrona verde, su cui l'aveva abbandonata la sera precedente, ed uscì dalla camera.

***
La porta si aprì con un tonfo sordo, Hermione aprì gli occhi di soprassalto. La fronte era madida di sudore, i capelli scompigliati e non riusciva a respirare correttamente. Quello che vide le fece scappare un gemito di dolore prima del tempo. 

Piton e Bellatrix entrarono dalla soglia, gli sguardi fieri, i profili pallidi e affilati la squadravano da capo a piedi con un astio incredibile. Girarono in torno al tavolo su cui lei giaceva debole e stanca, osservandola, ghigni sinistri caratterizzavano i loro volti. 

"Bene, bene, chi abbiamo qui?" Bellatrix ghignò "Sei forse stanca, piccola dolce sanguesporco? Potterino e il caro Wasley non sono venuti a salvarti?" corrucciò il labbro in un'espressione bambinesca che fingeva tristezza mentre congiungeva le mani. Guardando l'espressione seria di Hermione, la strega si mise a ridere. 

Piton al contrario si limitava a fissarla senza proferire alcuna parola. Le mani dietro la schiena e lo sguardo duro che indossava sul viso porcellana le ricordavano il suo insegnante durante i loro compiti in classe: severo e impettito attento ad ogni minimo sospiro che usciva dalla classe. Con lui era impossibile copiare poiché aveva gli occhi di falco. L'unica cosa che restò da fare fu studiare alla perfezione le lezioni di pozioni e sperare di sapere tutto durante i test.

Dopo aver finito di ridere bellamente, Bellatrix si avvicinò al viso distrutto dalla fatica della povera strega, le afferrò il volto tra le mani scuotendolo. "Pensavi davvero che quelle due fecce umane ti avrebbero trovato?" strinse la presa finché le unghie laccate di nero le trafissero la pelle delle guance diafane  "Stolta. Nessuno ti riuscirà a salvare. E tutto grazie a un bellissimo incantesimo" si rigirò la bacchetta tra le dita ossute e sfiorò con essa la fronte della mezzosangue. Hermione cominciò ad avere l'affanno. 

"Abbiamo però una grandiosa notizia per te, non sei contenta?" scosse ancora le guance di Hermione. Le afferrò il braccio sinistro, le arrotolò una manica fino all'avambraccio e la trafisse con la bacchetta. 

Hermione urlò e si divincolò tra la presa della strega cercando di sfuggirle per eliminare quel dolore atroce che dal braccio si stava propagando all' interno di tutto il suo corpo. Piton però l'afferrò e con tutte le sue forze la tenne ferma. 

Bellatrix non la smetteva di sorridere sinistramente. Pronunciò alcune parole sottovoce guardando la mezzosangue negli occhi. Catene invisibili si chiusero intorno alla figura di Hermione immobilizzandola da capo a piedi. Quando nemmeno un centimetro del suo corpo riuscì a muoversi, Piton mollò la presa.

"E ora, si gioca" riprese la bacchetta fra le mani e iniziò ad incidere.

Spazio Autrice:

Carissimi lettori,

mi scuso ancora per la prolungata assenza. Tra compiti, scuola e vita privata il tempo è scarseggiato. Spero che siate ancora qui ad aspettare come si evolverà la storia. Spero di riuscire e darvi una storia in cui credere e sognare.

Un bacione a tutti,

Maria

Prisoner |Dramione #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora