Mya

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La ragazza si fermò un secondo per riprendere fiato. Guardò la posizione del sole per capire che ore erano: saranno state le nove passate.

- Dovrebbe trovarsi alla Cupola a quest'ora - disse fra sé e sé, correndo nella direzione pensata.

La Cupola era la zona dove venivano tenuti tutti i draghi degli studenti, tenuti sotto controllo ventiquattr'ore su ventiquattro. Che non fosse mai che si azzannassero tra loro, non li controllavano certo per tenerli al sicuro!

In quindici minuti di corsa arrivò ai piedi della struttura: la cosa più imponente era di certo l'enorme cupola ovoidale di vetro, non era possibile dire a prima vista quanto fosse grande ma si poteva dire con certezza che era almeno grande tanto quanto un quartiere. Un muro bianco, alto un paio di metri la circondava e un cancello dai dettagli finemente curati dava l'accesso all'interno di essa.

Si avvicinò e notò una ragazza dai corti capelli neri entrare. Indossava una maglia verde e una gonna bianca lunga fino al ginocchio: era proprio chi cercava e cercò di attirare la sua attenzione chiamandola per nome.

- Mya! - la corvina si girò verso di lei, sorridendole appena la riconobbe.

Mya era la sua migliore amica, più grande di lei di solo un anno, ma era la persona di cui si fidava di più al mondo e inoltre era la sua vicina di stanza.

- Sheila! Sembri agitata, qualcosa non va? - le chiese la mora, notando il suo turbamento.

- Un disastro! Sono andata in biblioteca, sono riuscita a cantare e i leonraghi di pietra sono spariti! -

Mentre Sheila cercava di dire ciò che le era successo, ansimando tra una parola e l'altra, Mya entrò nella Cupola aprendo il cancello e richiudendolo non appena la sua amica l'avesse attraversato. Ascoltava distrattemente la bionda mentre cercava di riepilogare mentalmente ciò che doveva fare.

- Hai cantato? Ma è fantastico! Qual'è stato il tuo primo canto? -

- Il soffio di fuoco, ma non è questo il punto! I leonraghi di pietra sono spariti e io ne ho distrutto uno, mentre l'altro è scappato - disse Sheila agitata.

- Hai distrutto una delle statue? Sarai nei guai con il preside, com'è successo? - la mora stava tirando fuori dalla tasca delle caramelline di vari colori, riponendo quelle rosse.

- La statua mi ha attaccato e io ho dovuto distruggerla - ripetè, era evidente che l'amica non la stesse ascoltando.

- Come scusa non regge, le statue non attaccano le persone - Mya fece un fischio lungo ed acuto.

Due draghi arrivarono in risposta al suono; uno volando e uno correndo.

Il drago più giovane si preparò per atterare: le scaglie lilla ricoprivano interamente il suo corpo e quelle illuminate dai raggi solari erano di un colore più azzurrino. Spiegò le sue grandi ali per planare dolcemente verso terra, portò avanti con fare orgoglioso il petto e la lunga e fine coda la usò per controllare il suo equilibrio. Atterrò con le quattro zampe, abbassò la testa e guardò Mya con i suoi occhi neri, tanto che ella potè vedere le sue due piccole corna sulla cima della testa oltre alle due protuberanze ossee a forma di ali piumate.

L'altro arrivò poco dopo, le sue scaglie erano verdognole e il suo corpo aveva una forma robusta e sinuosa; se non fosse stato per le quattro zampe lo si sarebbe scambiato per un serpente gigante. Le due enormi corna caprinidi sovrastavano la testa del rettile e quello che verrebbe definito un sorriso agli occhi di un esperto, si formò sul suo vecchio volto. Mostrò dei grandi denti affilati e di dimensioni irregolari e con i suoi occhi marroni osservava da una maggiore distanza le due ragazze.

Con un rapido gesto Mya lanciò in aria delle caramelle bianche e il drago violaceo le prese al volo, dimostrando la sua abilità. Poi si avvicinò con più calma al drago più anziano e gli porse quelle verdi, che mangiò avidamente.

Sheila fece un respiro profondo, si avvicinò alla sua amica e prese le sue spalle con le mani, girandola a forza verso di sé. Fissò i suoi occhi verde smeraldo per assicurarsi che questa volta l'ascoltasse.

- Sono andata in biblioteca stamattina, mi sono messa a leggere qualche testo per ripassare, ma una volta che ho smesso di leggere mi sono ritrovata davanti il leonrago che mi ha attaccata con l'acido. Dopo vari tentativi falliti di fuga ho cantato e come per magia ho sputato una palla di fuoco, rischiando di incendiare l'intera biblioteca. Ho controllato la creatura che era finita in mille pezzi e ho scoperto che era di pietra, sono uscita e ho visto che le due statue erano sparite; l'altra è ancora a piede libero! -

- Oh, questo è diverso da quello che mi hai appena detto -

- Non lo sarebbe stato se avessi prestato attenzione - lasciò la presa e si sedette sull'erba.

Il drago dal pallido colore violaceo si avvicinò a Sheila e si accucciò vicino a lei per consolarla e per farsi coccolare, e la bionda lo accontentò. La mora chiuse gli occhi e cominciò a ragionare sul da farsi.

- Andiamo a controllare, magari la creatura ha lasciato qualche traccia - disse improvvisamente una volta riaperti gli occhi.

- Allora mi credi? -

- Certo che ti credo, sciocchina; siamo amiche, no? - Mya sorrise, tirando su l'amica.

In tutta fretta e lasciando i draghi nella Cupola, le due ragazze raggiunsero la biblioteca e per Sheila fu una gran sorpresa; entrambe le statue erano al loro posto.

La bionda corse verso la statua di destra e cominciò ad ispezionarla nervosamente, toccandola per capire se fosse reale. La sua amica fece lo stesso con quella di sinistra, ma entrambe sembravano reali. Mya, ispezionando accuratamente la sua statua notò che le mancava un pezzo di coda e che la bocca era un po' bruciata.

- Questa ha dei segni di bruciatura; dev'essere quella che hai distrutto -

- Non c'erano quando sono uscita! Qualcuno deve averle messe a posto - disse la bionda agitata.

- A che proposito avrebbero mosso le statue? E poi rimetterle a posto così, come se non fosse successo nulla... -

- Non lo so -

- E se lo avessero fatto per farti del male? Non sono in pochi ad avercela con te per le tue origini - disse senza pensarci troppo Mya, come se stesse seguendo un ragionamento logico.

Sheila sapeva che aveva ragione, dopotutto lei non era di sangue nobile puro come tutti gli altri studenti dell'accademia. Aveva sentito dagli zii che l'avevano accolta in casa, che il padre fosse di origini nobili, ma della madre non sapevano nulla. Sapeva solo che aveva i suoi stessi capelli e i suoi stessi occhi.

Gli zii dicevano che sua madre era una donna bellissima ma probabilmente straniera, perchè ogni tanto le sentivano pronunciare delle parole in un'altra lingua. Doveva provenire da un'altro regno, magari uno oltreoceano.

Sarebbe stato bello se sua madre fosse stata una principessa, come in uno di quei libri di fiabe che le piaceva tanto leggere, ma probabilmente la realtà era diversa.




Angolo dell'autrice

Ho deciso che i capitoli saranno più corti d'ora in poi. Questo potrebbe facilitarvi la lettura dei capitoli.

Continuerò a mantenere la pubblicazione di un capitolo ogni fine settimana.

Dragon Rider: Alba RegisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora