Un ricordo lontano

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Il giorno successivo passò tranquillo. Era incredibile: nessun altro leonrago a piede libero, nessun guaio e nessuna rossa a darle noie. La fortuna stava decisamente cominciando a girare, infatti certa che Anna la stesse evitando; sarà stato il multiplo shock della notte precedente, dopotutto l'aveva salvata, aveva cantato e si era ripresa la scaglia di drago. Una cosa che sembrava a dir poco impossibile, effettivamente anche per lei.

Passò quella giornata ad allenarsi e a praticare sui canti. Erano solo due giorni da quando aveva imparato a cantare, ed erano molto pochi rispetto agli otto anni di studi normali, e non si sentiva affatto pronta. Come poteva?

L'unico drago con cui si era veramente allenata era Wind, anche se era di Mya. Se non fosse stato per lei non saprebbe nemmeno cavalcarlo un drago. Mentre osservava la sua amica allenarsi nella coordinazione con l'Antema, il drago anziano senz'ali, ripensò involontariamente all'incontro con Mya.

Tutto accadde sette anni prima.

Aveva solo dieci anni ed era da giorni che sentiva l'uovo muoversi e fare rumori strani; era sicura che di lì a poco si sarebbe schiuso.

Corse fuori dalla sua stanzetta e si diresse verso la Cupola tenendo stretta in mano una spessa coperta; sarebbe potuto piovere in qualsiasi momento.

Sentì un rombo e sentì delle goccie fredde colpirla.

Era una cosa strana; improvvisamente il caldo tipico dell'estate aveva lasciato posto a un freddo pungente senza alcun preavviso. Sembrava un cattivo presagio.

Aumentò la velocità, non le importava di bagnarsi; era più preoccupata per l'uovo. La mattina faceva ancora caldo e aveva lasciato l'uovo al sole, siccome aveva le lezioni non poteva occuparsi dell'uovo. Ma appena finite le nuvole iniziarono a scurirsi e un vento gelido soffiava.

A corto di fiato aprì la porta dell'enorme capannone dove venivano conservate le uova, e in un attimo attraversò il lungo corridoio.

Tolse il chiavistello che bloccava l'ultima porta e con suo sgomento scoprì la terribile verità: l'uovo era schiuso e i pezzi di guscio erano sparsi lì intorno. Lasciò cadere a terra la coperta e si diresse ad esaminare la parte intatta del guscio, trovando all'interno solo una scaglia nera come la pece.

La pioggia ormai l'aveva bagnata del tutto e non riusciva più a distinguerla dalle sue lacrime che scendevano a frotte, senza fermarsi. Senza rendersene conto iniziò anche ad urlare dalla disperazione mentre si agitava da una parte all'altra del piazzale in cerca del draghetto.

Correndo, inciampò e cadde a terra ritrovandosi in mezzo al fango. Non aveva più la forza di rialzarsi e la frustrazione le fece stringere i pugni, per poi sbatterli a terra.

- Perchè? ...perchè l'unico mio ricordo deve sparire così? - era quasi un sussurro tra i singhiozzi della bambina – Perchè l'unica cosa... perchè? -

Ci fu un forte rombo di tuoni, tale da eclissare il suo ultimo pensiero. Non riusciva a smettere di piangere; il dolore al petto era troppo forte da sopportare, più forte della pioggia che batteva sulla sua schiena.

Non seppe quanto tempo passò, ma ad un certo momento la pioggia smesse di battere violentemente sulla sua schiena e sentì qualcosa che si stava strusciando sulla sua testa. La alzò per vedere che cos'era e vide un giovane drago di colore lillà che la copriva dalla pioggia con la sua ala.

Il draghetto fece un verso e strofinò dinuovo il suo muso su di lei. Sheila senza pensarci accarezzò il drago, non riuscendo comunque a fermare le lacrime.

- Wind! Smettila di fare il testardo – poco lontano si alzò la voce di un'altra ragazza.

La bambina dai capelli mori si avvicinò al drago arrabbiata, ma appena notò la ragazza si avvicinò a lei.

- Tutto bene!? Dai su, non piangere. Mi dispiace se è stato lui a farti questo – disse preoccupata, ma vedendo che non smetteva di piangere la tirò su da terra – Prenderai un raffreddore se te ne stai qui sotto la pioggia, andiamo al coperto -

I tre piano piano raggiunsero il grande cappannone e la mora corse a prendere una coperta.

Wind sfregò il suo muso su Sheila, ridestandola dai suoi ricordi. Era passato molto tempo da allora ma se ne ricordava ancora come se fosse ieri.

Tirò un profondo sospiro, era stanca e la mattina dopo avrebbe dovuto alzarsi presto. Decise di ritornare in camera dopo aver salutato Mya e appena si stese sul letto si addormentò immediatamente.

Venne finalmente il giorno tanto atteso: il giorno in cui si sarebbe svolti i due esami. Il primo che avrebbe occupato la mattinata era quello scritto. Prove su storia, canti e altri argomenti generali erano quelli che toccavano agli aspiranti riders.

Dopo cinque ore gli esami ebbero termine, ma non era ancora il momento di rilassarsi perchè a breve sarebbero iniziate le prove pratiche, in cui i riders e i breeders dovevano dimostrare le loro abilità. Ma prima doveva vestirsi adeguatamente; dopotutto anche l'aspetto esteriore veniva valutato; controllando l'ora sul muro della classe, si diresse velocemente verso camera sua.

♦♦♦♦

La donna incapucciata si avvicinò alle stalle, dove in box enormi erano tenuti diversi draghi tutti agghindati, con la mano destra giocherellava con una pietra nera e liscia, lanciandola in aria per poi riprenderla poco dopo con la stessa mano.

Si avvicinò a un dragone rosso e con le braccia si appoggiò sopra alla recinzione in metallo, che le arrivava al collo.

- L'ho vista avvicinarsi sempre a questo drago ieri; deve essere il suo – una ciocca rossa le cadde davanti al viso e la rimise a posto, nascondendola sotto il capuccio.

Non fece alcuna fatica a saltare la recinzione e ad avvicinarsi al drago, passandogli proprio davanti agli occhi. Si lasciò scappare una piccola risata e il drago non reagì minimamente.

- A quanto pare questo arcano funziona bene; i draghi non mi sentono né mi vedono –

Si avvicinò ancora di più e gli toccò la coda, ma questa si mosse come per scacciare una fastidiosa mosca.

- Tsk, ma a quanto pare le bestiacce sentono quando le tocco – era saltata di diversi metri indietro, colta di sorpresa dalla reazione repentina.

Si avvicinò al collo del drago e con in mano la pietra l'avvicinò alla pelle del dragone e questa la attraversò senza problemi, sembrando immateriale.

Il drago, avvertendo qualcosa mosse di scatto la testa per azzannare chiunque gli stesse dando fastidio, ma il tentativo andò a vuoto e ritornò alle sue attività.

La donna digrignò i denti, era accucciata a terra ed aveva a malapena evitato le fauci del dragone; tutto grazie ai suoi riflessi quasi inumani.

- Schifoso lucertolone, mi avevi quasi preso ma io sono più veloce di te -

Scavalcò la recinzione e si voltò un'ultima volta verso il dragone prima di andarsene com'era venuta.

- Vedi di non deludermi e sarò abbastanza gentile da non ucciderti -

Fece una smorfia e si voltò. Odiava quelle bestiacce e aspettava impazientemente il momento in cui tutto si sarebbe compiuto e quelle cose avrebbero cessato di esistere.

Angolo dell'autrice

Benritrovati!

Volevo solo avvisarvi che a quanto pare dal 21/11/16 i file audio non saranno più disponibili.

Quindi dovrete accontentarvi solo del nome della canzone e se volete potete andare ad ascoltarla su Youtube o altri siti.

Un vero peccato, davvero.

Dragon Rider: Alba RegisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora