Prologo: Ormai tutto sembra passato

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Possiamo ricominciare da capo ogni singolo giorno. Solo noi stessi possiamo decidere quello che vogliamo essere, cosa dobbiamo fare. Se rimanere seduti a guardare la vita che ci scivola fra le mani, come la pioggia in una giornata d'autunno. O alzarci e prendere quello che vogliamo, senza rimuginare troppo sul nostro passato. Senza pensare troppo a chi siamo stati. Perchè chi siamo stati, adesso non lo siamo più. Sono passati tre anni, da quando ho scoperto di essere una Mikaelson, e d'allora tutta la mia vita si è totalmente capovolta. Quando sono ritornata a New Orleans, dopo il mio breve ma inteso soggiorno in quella piccola cittadina chiamata Mystic Falls, la congrega della mia città aveva deciso di ripudiarmi, non avrebbero mai accettato una Mikaelson fra loro, fu allora che mio zio Klaus decise di riprendersi definitivamente quella che considerava da sempre la sua città. Dopo una lunga lotta con le streghe, riuscimmo a realizzare quella che fino a poco prima sembrava solo una vana utopia, prendemmo nuovamente sotto le nostre redini New Orleans. La mia famiglia sconfisse Fiona Fournier, la reggete della congrega, una strega potente che riusciva ad assorbire l'intero potere dei suoi adepti. Fu così che Klaus mise nelle mie giovani mani l'intera congrega, ed io coscienziosamente decisi di collaborare con i figli della notte, senza più faide e senza più rancori. La voce di mio padre mi richiama, ed io poso la matita che stavo usando per disegnare il ritratto di Hope. Senza farlo aspettare troppo lo raggiungo in giardino. Hope domani compirà quattro anni, è incredibile come passi il tempo, sembra ieri quando le insegnavamo a fare i suoi primi passi insieme ad Hayley. Adesso è diventata un piccola streghetta capricciosa, che usa i suoi poteri ancora senza controllo. È davvero stupefacente come una piccola e tenera bambina possa creare scompiglio in una famiglia di potenti vampiri, con il suo semplice ma devastate pianto. "E' successo Qualcosa?"; Domando a mio padre; "si devi aiutarmi"; dall'espressione sul volto di mio padre, deduco che al momento sia disperato; "che hai combinato papà?"; Chiedo sospettosa, incrociando le braccia al petto; "oggi è l'anniversario del mio matrimonio"; lo guardo alzando un sopracciglio; "e tu l'hai dimenticato"; affermo ridacchiando; "non urlarlo se Hayley ti sentisse sarei un vampiro finito"; cerco di trattenere con tutta la mia buona volontà, una grossa risata; "come posso aiutarti?"; "Distraila per un po' io le preparo una sorpresa"; sorrido a mio padre, e dentro di me penso che Hayley sia l'ibrida più fortunata al modo; "sarà fatto papà"; lo rassicuro ammiccando. Lascio un tenero bacio sulla guancia di mio padre e senza indugiare raggiungo Hayley, che sta cercando di far fare il riposino ad Hope. Entro nella camera di mia cugina bussando; "vieni sono disperata"; sospira Hayley; "vuoi una mano?"; Le chiedo notando la sua disperazione. Intanto Hope continua a correre e urlare per tutta la stanza, senza avere la minima intenzione di fare il riposino; "si ti prego"; mi supplica con le mani giunte. Chiamo Hope e lei si ferma davanti a me, saltandomi letteralmente addosso; "Darcey"; urla con entusiasmo; "giochiamo?, Guarda il mio papà mi ha regalato la casa delle bambole con la piscina"; mi indica euforica. E' proprio vero che Klaus la vizia. "Ma è bellissima, però adesso dobbiamo dormire"; le dico abbassandomi alla sua stessa altezza; "ma io voglio giocare con te, non ci sei mai a casa"; si lamenta quasi piangendo. Mi spezza il cuore vedere Hope in questo stato, prima le dedicavo molto più tempo, ma da quando sono una reggente ho molte più responsabilità, che non posso ignorare. "Ti prometto che al tuo risveglio io sarò qui"; le prometto con sincerità; "non sarai con il tuo fidanzato?"; Chiede con innocenza; "no piccola mia"; la tranquillizzo accarezzandole la guancia. Finalmente Hope, decide di andare a letto, lasciandomi da sola con sua madre che devo tenere lontana dalla villa. "Non sopporta proprio il tuo ragazzo"; mi fa notare Hayley chiudendo la porta della stanza di Hope; "è gelosa, crede che voglia più bene a lui"; le spiego camminando lungo il corridoio; "ti cercavo da un'ora"; esclama a voce alta Kol, che sembra essere comparso dal nulla; "mi hai trovata"; replico facendogli segno di abbassare la voce; "mi ha chiamato il tuo fidanzatino lupo, mi ha detto di dirti che devi accendere il cellulare"; spalanco gli occhi e afferro subito il mio cellulare dalla tasca dei miei jeans; "credo sia rotto"; sospiro infastidita; "prendi il mio"; mi suggerisce Kol porgendomi il suo cellulare; "grazie". Digito il numero di Ethan e faccio partire la chiamata. "Pronto"; risponde dopo pochi squilli; "Ethan sono io Darcey"; "piccola sono ore che provo a chiamarti"; mi fa notare un po' arrabbiato; "lo so scusa, ma il mio cellulare si è rotto"; gli spiego freneticamente; "va bene, volevo solo avvisarti che il mio branco deve fare un ritiro annuale. Mancherò un paio di giorni"; "cosa?"; Urlo un po' confusa; "noi lupi ogni anno facciamo una specie di campeggio, stiamo a contatto con la natura"; mi spiega con tranquillità; "saranno solo un paio di giorni"; mi rassicura con dolcezza; "va bene, ma fai attenzione"; "ciao piccola mi mancherai"; "anche tu". Chiudo la chiamata, e porgo il cellulare a mio  zio Kol, che mi guarda ridacchiando; "mi manchi, sono pazzo di te"; dice prendendomi in giro, modificando la sua voce; "sei davvero ottuso"; replico colpendo il suo braccio. Dato che il mio cellulare è definitivamente morto, approfitto di questa scusa per portare Hayley fuori dalla villa; "mi accompagni al negozio di elettronica?"; Le domando ignorando Kol che continua a imitarmi, è davvero un eterno bambino. "Certo andiamo"; mentre scendiamo le scale Hayley si volta verso Kol; "se Hope si dovesse svegliare, rimani insieme a lei"; lui annuisce e con la mano imita il gesto tipico dei marines; "si, signora". Io e la mia ormai matrigna, anche se lei è tutto l'opposto di una matrigna, camminiamo per le vie del quartiere francese, in cerca del negozio di elettronica. Considero la moglie di mio padre, la mia migliore amica. Quando sono tornata da Mystic Falls, mi è stata vicina, ed è grazie a lei se sono riuscita a superare quello che è accaduto con Damon. Ho smesso di parlare di lui da molto tempo ormai. Ho smesso di cercarlo fra i miei ricordi, ed ho smesso perfino di sognarlo. Eppure è ancora la prima persona che mi viene in mente quando ripenso all'amore, quello passionale e travolgente. Esistono amori brevi, fugaci come la brezza d'estate, come quegli abbracci che ci avvolgono per qualche istante, per poi lasciarci soli, ma che sono talmente pieni di emozione, saggezza e benessere che vale la pena sperimentarli. Gli amori così brevi, sono come delle ferite aperte, che forse non rimargineranno mai del tutto. Però è meglio accettare ciò che è accaduto, seppur breve, quell'amore è riuscito a cambiarci. Ma devo riconoscerlo, Damon è stato il mio addio più doloroso e travagliato. Un addio che non avevo il coraggio di pronunciare. E forse che metterò sempre in dubbio. "Hai in mente il cellulare che vuoi comprare?"; Mi domanda Hayley, riportandomi nel mondo reale; "si"; rispondo sorridendole, entrando nel negozio. E' così ogni volta che rivolgo il mio pensiero al vampiro che tre anni fa mi ha rubato l'anima, con i suoi occhi di ghiaccio, impenetrabili e profondamente tormentati da un amore che non potrà più avere. Il mio cuore si ferma qualche istante, e il mio sguardo si perde nel vuoto. La verità è che non passa mai davvero del tutto, potrebbero passare secoli. Ma chi ha vissuto un amore vero, sa quanto questo sia un sentimento così grande da riempire tutto. Non possiamo davvero smettere di amare del tutto qualcuno. 

The fear of a love never started {The Originals}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora