Capitolo quindici: La cura

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Sono trascorsi ben due lunghi anni, da quando quella mattina ho scelto me stessa, mettendo da parte la mia famiglia e Damon, l'amore della mia vita. Ho viaggiato nei luoghi più remoti della terra, in cerca di una risposta, in cerca di qualcosa che non ho ancora trovato. Ovvero la vecchia Darcey. Una settimana fa ho finalmente compreso, quanto fosse inutile continuare a meditare, in cerca di quella parte della mia anima pura e immune all'oscurità. Le azioni che ho commesso rimarranno indelebili, come un marchio sulla mia pelle. Forse non racconteranno del tutto chi sono o chi sono stata, ma è arrivato il momento in cui accetti che anche le tenebre fanno parte di me. Sono seduta su un taxi, e osservo la mia amata città, New Orleans. Non vedo mio padre da due anni, neanche una volta ho preso fra le mie mani il cellulare con l'intenzione di chiamarlo. Lui ha provato a mettersi in contatto con me, ma lasciavo che quel cellulare squillasse senza sosta, finché non taceva. Niente sembra essere cambiato dall'ultima volta che i miei occhi hanno ammirato questa città: le luci, le balconate in stile francese e i vari bar che Kol terrorizzava. Tutto è uguale, tranne me. Il taxi si ferma davanti il cancello della mia dimora, ed io con le gambe tremanti scendo da esso, fermandomi ad osservare quella che una volta era la mia casa. Temo che la mia famiglia mi odi. Li ho abbandonati con una misera lettera, e per due anni sono completamente sparita dalle loro vite. Pago il tassista e, a passi lenti ed insicuri mi avvicino al cancello nero. Il mio udito percepisce le loro voci, come sempre mio padre discute con Niklaus. Sorrido debolmente, rendendomi conto di quanto mi siano mancate le loro voci e i loro futili battibecchi. Poi sento la voce di Hayley, che prende le difese del marito. Uno strano senso di nausea pervade il mio stomaco. Non riesco a varcare la soglia di questo cancello, ormai io non sono più parte di questa famiglia, è passato davvero tanto tempo dall'ultima volta in cui ho parlato con uno di loro, e fra l'altro in quel periodo non eravamo proprio in ottimi rapporti. Se ben ricordo terrorizzavo New Orleans, e ogni giorno discutevo senza tregua con mio padre. "Darcey?". Ad un passo da me ritrovo Kol. Mi osserva con occhi increduli, convinto che io sia un'allucinazione. "Ciao Kol"; lo saluto con occhi lucidi. "Sei tornata"; Afferma aprendo il cancello, gettandosi fra le mie braccia. Sorrido con aria lieta e commossa. Ero del tutto convinta che non mi avrebbero mai perdonata. "Elijah corri, c'è una sorpresa per te"; urla a squarciagola, fremente di gioia. "Come stai?"; Mi domanda osservandomi dalla testa ai piedi; "bene, mi sei mancato"; ammetto abbracciandolo nuovamente. "Darcey"; esclama mio padre quasi senza voce, rimanendo fermo davanti a me. Il suo volto è stravolto, e mi fissa immobile. Lo guardo abbozzando un sorriso e, senza controllo, una lacrima solca il mio viso. Con impeto e senza pensarci ancora mi precipito fra le sue braccia, e lui senza dire nulla mi accoglie. Sono a casa adesso. "Piccola mia"; sussurra stringendomi con tutte le sue forze; "scusami papà"; dico completamente travolta dai sensi di colpa; "adesso non ha più importanza. Sei qui finalmente"; replica mentre m'immergo nel suo profumo familiare di dopobarba e colonia. "Sei tornata"; esclama piangendo Hayley, correndo verso di me. Abbraccio anche lei con affetto e, tutti e tre ci riuniamo, come una vera famiglia. "Adesso i Mikaelson sono di nuovo al completo"; afferma mio zio Klaus, facendo il suo ingresso al fianco di Hope, che non appena mi scorge si getta fra le mie braccia. "Sei diventata una signorina"; commento notando quanto sia cresciuta; "Darcey papà mi aveva promesso che saresti tornata da me". Mentre Hope mi tiene stretta a sé, alzo lo sguardo verso mio zio Nick, e scorgo il suo viso che mi scruta con aria lieta. La mia dolce Hope mi sorride e, con piacere, mi rendo conto che le mancano due denti davanti. Le sorrido divertita, ritornando ad abbracciarla con vigore. "Sono felice di essere di nuovo qui"; ammetto piena di gioia, guardando tutti loro. "Ma dove sono Rebekah e Freya?"; Domando notando la loro assenza; "Rebekah è insieme al suo nuovo spasimante in giro per la città. Freya invece è al cimitero, è lei la nuova reggente"; mi informa Kol. Annuisco debolmente, cercando di non pensare a quei poteri che ormai da anni non fanno più parte di me, esattamente come al vampiro che mi ha impedito di morire. "Saliamo le valige in camera tua"; mi suggerisce mio padre, prendendo quest'ultime fra le mani. Insieme saliamo le scale in silenzio, io mi guardo attorno notando alcuni piccoli cambiamenti. Hanno dipinto la balconata, e cambiato le piastrelle del pavimento delle scale. Sono piccoli cambiamenti, che però mi rammentano che io non ci sono stata. Raggiungiamo la mia camera, e quando mio padre spalanca la porta rimango sorpresa nel vedere che nulla lì dentro è cambiato; "ti ho sempre aspettato Darcey. Ogni giorno ammiravo il cancello, sperando che tu lo varcassi"; mi rivela con dolore mio padre. Un improvviso senso di malinconia travolge il mio cuore. Osservo mio padre e mi rammarico per la sofferenza che io stessa gli ho procurato. "Sono stata egoista"; replico rivolgendo lo sguardo verso le mie scarpe nere. Mio padre con dolcezza prende il mio viso fra le mani, mostrandomi un sorriso dolce e rassicurante; "no. Non pensarlo. E poi adesso sei qui". Bacia la mia fronte ed io per qualche secondo chiudo i miei occhi assaporando questo momento. "Dove sei stata?"; Chiede cambiando tono di voce, apparentemente allegro; "in Asia. In India sopratutto"; rispondo sistemando le valige sotto il letto. "Hai più rivisto Damon?"; Mi domanda ad un tratto. Il mio volto s'incupisce, e improvvisamente mi manca il respiro. Erano due anni che non sentivo pronunciare il suo nome. Ed all'improvviso il muro d'acciaio che avevo costruito, inizia a vaccilare. "No. Ma lui è parte del mio passato ormai"; rispondo  velocemente, con il chiaro intento di chiudere per sempre con quella parte del mio passato. Con comprensione Elijah cambia argomento, iniziando a raccontare quali eventi folli hanno turbato la pace di New Orleans, rassicurandomi che adesso regna la pace. Dopo aver chiacchierato a lungo con mio padre, raggiungo il cortile, incontrandomi in questo modo con le mie zie. Anche loro mi stritolano in un abbraccio mozzafiato, ed è bellissimo sentire il loro amore. Freya adesso è la reggente, sono lieta che sia stata lei a prendere il mio posto alla congrega. Dopo quello che ho vissuto a causa di Marvina e Shora, restituire la congrega ad una Mikaelson era davvero il minimo che le streghe di qui potevano fare. Ripensando a Shora, una sensazione di freddo invade il mio corpo;"avete trovato Shora?"; Domando, rammentando che quel giorno di lei durante lo scontro, non c'era alcuna traccia. "No è sparita dalla circolazione"; risponde Klaus, con cipiglio. Questa sì che è un ottima notizia. "Non preoccuparti Darcey, non tornerà qui in città"; mi rassicura Hayley abbastanza sicura di ciò che dice. Scrollo le spalle, e cerco di non pensarci. "Vorrei andare al bar, voglio vedere Cami"; affermo piena di gioia ed entusiasmo. Sono due anni che non vedo la mia amica, ho voglia di abbracciarla. Alla mia richiesta però tutti si rabbuiano, sopratutto Klaus. Li osservo confusa; "che è successo?"; Chiedo rendendomi conto che c'è qualcosa che non va. Tutti sono silenziosi, e su i loro volti vi è impressa un'espressione triste ad accigliata. "L'anno scorso due vecchi nemici sono arrivati in città. Ed uno di loro ha trasformato Cami un vampiro"; inizia a parlare mio padre, con voce rammaricata; "Per qualche mese ha vissuto come un vampiro, però durante una lotta è stata trafitta da un paletto". Deglutisco a vuoto. Ho la bocca secca, e non riesco a pronunciare neanche la più semplice delle parole; "mi dispiace tanto piccola"; dice Hayley, precipitandosi al mio fianco, cercando di confortarmi. Sconvolta, scoppio a piangere. "Voglio vedere la sua tomba"; affermo decisa, cercando di fermare le mie lacrime. Hayley annuisce, e decide di accompagnarmi lei stessa al cimitero. Sono inginocchiata sulla lapide di una delle mie migliori amiche. Camille O'Connell, amica e fidanzata devota. E' ciò che è inciso sulla sua tomba. "Si erano decisi quei due a stare insieme?"; Domando con voce tremante ad Hayley, riferendomi all'evidente affetto che legava Klaus e Cami. "Sì, ha reso Klaus una creatura diversa, ed un padre migliore"; replica Hayley, accarezzando la mia spalla, in segno di conforto. "Scusami amica mia. Non ti ho neanche detto addio"; sibilo con voce rotta a causa delle lacrime. "Torna a Mystic Falls. Damon è in pericolo". Con aria spaventata sposto la mia mano dalla lapide. Quella che ho sentito era la voce di Cami. Osservo Hyaley, ma lei non ha percepito nulla; "ho sentito la voce di Camille"; le rivelo spaventata; "cosa?"; Chiede strabuzzando i suoi occhi; "Sì. Mi ha anche detto di andare a salvare Damon". La mia matrigna mi osserva confusa ed intimorita, cercando una risposta sensata a quello che mi è appena accaduto. "E se fosse vero?"; Domando iniziando a provare un leggero senso di panico; "forse sei solo suggestionata. Hai appena scoperto che la tua migliore amica è morta". Hayley potrebbe avere ragione, ma se così non fosse Damon potrebbe essere realmente in pericolo. "Per sicurezza andrò a Mystic Falls"; affermo convinta, alzandomi in piedi. "Sei impazzita?"; Domanda attonita la mia matrigna; "sì. Forse. Non lo so"; tentenno con agitazione. "Lui ti manca"; insinua con malizia Hayley, incrociando le braccia al petto; "affatto"; ribatto con acidità, corrugando la mia fronte. "Cosa dirai a tuo padre?"; Mi domanda, facendomi intuire che mi aiuterà in questa folle impresa; "cosa dirai tu a papà. Io parto adesso"; le rivelo. "No"; urla infuriata, iniziando a dare di matto; "ti prego, devo accertarmi che stia bene. E sopratutto devo scusarmi con lui, e devo chiudere definitivamente con il passato"; la supplico con le mani giunte. "Va bene"; dice con esasperazione sbuffando e roteando i suoi occhi. Corro ad abbracciarla con entusiasmo; "grazie mille Hayley"; esulto stringendola fra le mie braccia. "Torna presto"; mi raccomanda osservandomi piena di dubbi. È evidente che non è del tutto convinta della mia scelta. Però devo partire, sono fermamente convinta che sia la cosa più giusta da fare. Forse Damon non sarà in pericolo di vita, ma credo che la mia vita non sarà mai serena o completa, senza aver prima chiuso definitivamente il capitolo più importante della mia vita. È una cosa che ho sempre saputo e temuto. Celavo a me stessa la verità, una verità scottante e dolorosa. Fuggire via, come ho fatto io, è stato solo un atto di vigliaccheria. Avevo paura, di ciò che ero diventata, ed avevo terribilmente il timore di trasformarmi definitivamente in un mostro senza emozioni e senza alcun briciolo di umanità. Ho abbandonato Damon su quel letto, dove per l'intera notte ci siamo amati, con una misera lettera. E nonostante sia in parte lui la causa di tutti i miei guai, ho il dovere di chiedergli scusa. Non bramo affatto il suo perdono. Conoscendo il suo carattere burbero, testardo e tremendamente orgoglioso, morirebbe piuttosto che perdonare chi ha spezzato crudelmente il suo cuore. Corro a tutta velocità sull'autostrada che conduce a Mystic Falls. Fra meno di due ore io e Damon ci rivedremo di nuovo, ed io non riesco a trattere questo continuo senso di nostalgia. Non riesco a smettere di pensare a tutto quello che abbiamo vissuto e superato insieme. E contro ogni mia volontà continuo a ricordare quanto siano stati belli i giorni trascorsi insieme. Provo a concentrarmi sulla strada difronte a me, ma fatico a non far vagare i miei pensieri altrove. Lui è parte del mio passato, io sono cambiata e non c'è più posto nella mia vita per lui. Non devo assolutamente dimenticare quanto egoista sia stato, il suo gesto mi ha condannata ad essere un vampiro. E nonostante siano passati due anni anni, sono del tutto certa che Damon non sia affatto cambiato, sarà rimasto il solito egoista, arrogante. Scuoto la testa, respirando a fatica, premo con forza le mie mani sul volante, osservando la grande insegna della città che ha sconvolto per sempre la mia intera esistenza. Senza essermene resa conto sono arrivata a Mystic Falls. Sono immobile, seduta dentro la mia auto, e cerco di respirare. La villa dei Salvatore è proprio davanti i miei occhi, e non è affatto cambiata, è uguale a come la ricordavo. Solo quando riesco ad incanalare il coraggio necessario, decido di scendere dall'auto. I miei piedi calpestano i ciottoli di pietra del viale, lo stesso che ho percorso migliaia di volte. Mi faccio forza, e per l'ultima volta lo attraverso, determinata a porre fine alla storia più intensa della mia vita. Un po' tentennante, busso alla porta, aspettando, con il fiato sospeso ed un terribile nodo alla gola, che qualcuno mi apra. La porta ad un tratto si spalanca, e con essa i miei timori e dubbi. Osservo tremante e inerme il vampiro dagli occhi di ghiaccio. Indossa i suoi jeans neri ed una camicia nera. Il suo viso è un tripudio di emozioni contrastanti. Mi guarda con aria sorpresa, ma al contempo il suo viso corrugato e accigliato, ciò mi fa intuire che la mia visita non è poi così gradita. "Ciao ragazzina"; mi saluta, ancora confuso e frastornato. "Ciao Damon"; lo saluto inarcando debolmente le mie labbra con difficoltà. Più lo osservo più mi rendo conto che l'effetto che ha su di me non è mai cambiato. Mi destabilizza, mette in dubbio ogni mia percezione. Scruto i suoi occhi profondi ed intensi, la sua mascella è contratta come le rughe della sua fronte. Quasi trattengo il respiro, aspettando che lui mi inviti ad entrare. Ma dal modo in cui mi osserva, credo che qui non sia la benvenuta. E non posso biasimarlo, l'ho abbandonato. Ci siamo fatti del male a vicenda. Ci siamo distrutti, dopo esserci amati e protetti. Forse fin dal giorno in cui mi ha rapita, il nostro destino era questo. Amarci fino a distruggerci.

The fear of a love never started {The Originals}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora