Capitolo quattro: Nemici insidiosi

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Dovrei sentirmi al sicuro fra le braccia di Ethan, invece mi sento terribilmente vulnerabile ed indifesa. Continua ad accarezzarmi i capelli con premura sussurrandomi che adesso andrà tutto bene. Ma niente va affatto bene, perché più Ethan mi stringe a sé più sento la gelida mancanza di Damon. Perché l'unico posto in cui io mi sento davvero al sicuro e protetta è proprio fra le braccia del vampiro dagli occhi di ghiaccio. "Forse è meglio tornare a casa"; mi suggerisce il mio ragazzo. Io scuoto il capo e alzo lo sguardo verso di lui; "devo rimanere qui, ho chiamato mio padre e lui sarà qui fra pochi minuti"; gli spiego tentennando, raccontandogli una menzogna. Non ho mai chiamato mio padre, però voglio rimanere da sola almeno per un po'. "Allora vado"; replica con aria un po' sconfitta Ethan; "ti chiamo io"; gli dico con un tono un po' glaciale. Non appena Ethan esce dalla cripta, il mio corpo improvvisamente cede a tutte le emozioni che oggi mi hanno investita. Le lacrime che fin'ora minacciavano solo di scivolare sul mio viso, adesso lo stanno inondando. Però questa volta non cerco di trattenermi, sono stanca di essere sempre forte, ho bisogno di piangere ed urlare, e lo faccio. Mi abbandono ad un pianto isterico e singhiozzante. Ho ancora bisogno di lui, dopo tre anni, io ho ancora bisogno di lui. E vorrei dannatamente correre fra le sue braccia e lasciarmi andare a lui, e ricevere quell'amore che tanto bramavo. Ma ogni volta che lo guardo ripenso a tutto il male che mi ha fatto, e mi blocco. Non riesco a perdonarlo, non riesco a non provare del rancore nei suoi confronti. Potevamo amarci, potevamo essere felici ma a causa delle sue incertezze ha rovinato tutto. E adesso è qui ad un passo da me, con la precisa intenzione di rovinare quel piccolo angolo di sicurezza che mi ero creata. E pian piano sta riuscendo nel suo intento. "Darcey che succede?"; Urla correndo verso di me Hayley, che nemmeno avevo sentito entrare. La mia matrigna si siede di fianco a me, allunga il suo braccio verso di me, e con dolcezza mi avvicina a sé, stringendomi in un abbraccio molto materno; "non ho mai smesso di amarlo"; le confesso singhiozzando. So che Hayley è in grado di capirmi, anche lei ha avuto molti problemi com mio padre, sa cosa significa essere in lotta con i propri sentimenti. "Tesoro mio, non devi preoccuparti. Non puoi controllare i tuoi sentimenti"; mi sussurra mentre continuo a stringermi a lei senza smettere di piangere; "fa ancora tanto male Hayley"; continuo a sfogarmi, abbattendo la corazza che difficilmente abbandono. "L'amore fa sempre male. Vorrei dirti che non è così, ma ti racconterei solo una bugia. L'amore non è solo vivere una vita felice, è anche dover lottare tutti i giorni, accettare i difetti di chi ami e sopratutto riuscire a trovare la forza per perdonare gli errori commessi". Asciugo goffamente il mio viso completamente bagnato e devastato, ed ispiro ed espiro profondamente. "Prenditi del tempo per decidere, ma non scegliere con la testa, scegli con il cuore"; mi suggerisce abbracciandomi riempiendomi il cuore di calore familiare e materno. "Adesso andiamo a casa tuo padre è preoccupato per te"; annuisco e ci rimettiamo in piedi. Spengo le candele della cripta e con un incantesimo creo una barriera protettiva che terrà lontane le creature che qui non sono le benvenute. Non appena metto piede a casa, mio padre mi assale con la sua apprensione; "Stai bene?, Come hanno fatto ad entrare quei licantropi nella cripta?"; Le sue domande mi fanno girare la testa, gli faccio segno di calmarsi, ed io prendo fiato; "io sto bene, se Damon non fosse arrivato in tempo sarei morta. Per quanto riguarda i licantropi non so bene come hanno fatto ad entrare, ma ho come la strana sensazione che li abbia guidati qualcuno che conosce bene il cimitero"; mio padre alle mie parole corruga la fronte ed assottiglia i suoi occhi; "pensi che uno dei lupi abbia tradito il proprio Alfa?"; Mi domanda preoccupato; "probabile papà"; replico sicura di me. Non c'è altra spiegazione, il cimitero è praticamente sempre circondato dalle mie adepte, ed esiste solo un punto cieco in tutta quell'area, ed i lupi sono entrati proprio da lì, e solo pochi di loro conoscono quel punto, quindi mi basta fare una piccola ricerca per scoprire chi fra quei pochi licantropi ha deciso di dichiarare guerra alla mia famiglia. "Quindi ti ha salvata Damon?"; Mi domanda mio padre un po' infastidito; "già"; mi limito a borbottare. Elijha si avvicina a me poggiando una mano sul mio viso; "credo che lui ti ami davvero"; afferma, facendomi sbarrare gli occhi. Non posso credere che proprio lui dica una cosa del genere, sto sicuramente avendo delle brutte visioni. "Lui continua a non piacermi"; si affretta a precisare; "ma non posso negare che prova qualcosa di davvero profondo per te". Scuoto il capo iniziando ad agitarmi; "ho bisogno di farmi una doccia"; dico freneticamente, allontanandomi verso la mia stanza. In questa famiglia tutti sembrano essere impazziti. Mio zio Klaus si lascia aiutare da Damon, mio padre qualche modo sembra volerlo difenderlo e giustificarlo, ed in fine mio zio Kol stranamente non gli ha ancora strappato il cuore dal petto. Nessuno di loro sembra ricordarsi quanto male mi ha procurato. Il mondo sembra essersi capovolto, tutto è dannatamente confuso e strano. Prendo l'asciugamano e mi dirigo verso il bagno della stanza di mio padre, è molto più spazioso del mio, ed inoltre c'è una meravigliosa vasca da bagno in stile imperiale. Cammino lungo il corridoio, e quando passo vicino la stanza di Hope, oltre la sua vocina squillante da bambina, sento anche una voce roca e maschile. Presa dalla curiosità e dal timore che possa essere insieme a qualcuno che vuole farle del male, spalanco la porta. Tutto mi aspettavo di vedere, tranne Damon Salvatore prendere del the' insieme ad una bambina di quattro anni. I miei occhi sono increduli, ed il mio viso è invaso dalle fiamme. "Darcey gioca con noi"; esclama con entusiasmo la piccola. "Tu che ci fai qui?"; Chiedo rivolgendomi al vampiro in modo poco amichevole; "Marcel e tuo zio dovevano andare in un posto qui vicino ed io non ero invitato, e dal momento che io mi annoiavo e quest'adorabile principessa era da sola, ho deciso di ritornare un po' bambino"; mi spiega facendo l'occhiolino ad Hope che sembra guardarlo come un dio sceso in terra. Forse non se n'è mai reso conto, però la verità è che lui è rimasto un bambino, in realtà non è mai cresciuto. "Quindi sei anche un babysitter adesso?"; Gli domando con ironia; "non sono solo bravo a salvarti la vita"; replica con la chiara intenzione di farmi alterare; "io e Damon ci sposeremo"; afferma Hope sorridendo felice. Adesso anche la piccola Hope pende dalle sue labbra; "credimi piccola mia puoi trovare di meglio"; le suggerisco sorridendo beffardamente al vampiro pieno di sé. Damon si avvicina ad Hope con aria divertita, mette davanti la sua bocca una mano e con l'altra mi indica; "sai lei è gelosa, mi vuole tutto per sé"; dice in tono arrogante, osteggiando molta sicurezza. Lo guardo adirata e lo fulmino con lo sguardo, sto per urlargli quanto sia infantile, ma Hope mi interrompe prima che io possa emettere una sola sillaba; "tu hai già un fidanzato"; dice mettendo il broncio; "si infatti"; replico decisa guardando però fissa Damon. Fissando sottecchi il vampiro, gli faccio segno di seguirmi, lui saluta Hope dicendole che si rivedranno presto e che giocheranno di nuovo insieme, ma questo non accadrà mai, lui a casa mia non deve più entrare. Chiudo la camera di Hope e mi volto verso di lui a braccia conserte; "non puoi rimanere qui"; dico decisa; "volevo solo sapere come ti sentivi, dopo quello che è successo oggi"; la sua voce è sommessa ed è sinceramente preoccupato; "sto bene"; rispondo abbassando l'ascia di guerra. Damon annuisce e si volta verso le scale per scendere e andarsene come gli avevo ordinato qualche secondo prima; "Damon"; lo richiamo, facendolo voltare verso di me; "grazie per avermi salvata". Non potevo non ringraziarlo per questo, ero stata scortese con lui, ero arrabbiata anzi furibonda nei suoi confronti, ma adesso che tutto in me si è placato lasciando spazio ad una dolce quiete interiore, sento il bisogno di dirgli quanto gli sia grata. Lui si riavvicina a me, facendo sussultare il mio cuore; "c'è Stafan in città, e vorrebbe vederti"; mi informa sorridendomi debolmente; "potremmo raggiungerlo insieme se ti va"; mi propone sembrando quasi in imbarazzo. Ci rifletto qualche secondo prima di rispondere. Non riesco a trovare nulla di negativo o sbagliato nel salutare Stefan, sono anni che non ci vediamo; "allora?"; Mi richiama Damon, non mi ero resa conto di essermi persa nei miei pensieri; "va bene andiamo. Ma non emettere fiato mentre siamo in auto"; gli intimo seria puntandogli il dito contro, lui al mio gesto rotea gli occhi,  cercando di trattenere con tutto se stesso un ghigno di compiacimento. Mi fa accomodare nella sua auto, ed io con un lieve sciocco delle dite accendo la radio. Lo sguardo di Damon guizza subito verso di me, mi fissa nostalgico accennando un leggero sorriso; "certe abitudini non riesci proprio ad abbandonarle"; dice cogliendomi di sorpresa, non pensavo minimamente che potesse ricordarsi di questo piccolo dettaglio di me. Quello di accendere la radio con la magia è un piccolo vizio nato proprio dopo che lui mi ha rapita, ricordo che detestavo dover stare in auto insieme a lui, e in qualche modo la musica rendeva tutto più piacevole. Rimaniamo in silenzio durante tutto il tragitto, e inizia ad essere imbarazzante questa situazione. "Vivi da Marcel?"; Domando con l'intenzione di porre fine a questo silenzio imbarazzante; "si è un tipo simpatico"; risponde con indifferenza, senza distogliere lo sguardo dalla strada; "ti piace New Orleans?"; Gli domando giocherellando nervosamente con le dita; "New Orleans è una città davvero interessante, ma io non sono qui per fare il turista"; replica spostando fugacemente i suoi occhi su di me. Bruscamente Damon posteggia proprio sotto il portone del palazzo dove vive Marcel insieme ai vampiri che addestra. In religioso silenzio scendiamo dall'auto e raggiungiamo l'ascensore che ci porterà all'ultimo piano. Non appena le porte dell'ascensore si aprono, mostrando l'attico di Marcel, tiro un enorme respiro di sollievo, temevo che quell'affare di ferro si fermasse, lasciandomi sola in uno spazio angusto con l'ultimo essere con cui vorrei passare del tempo. "Darcey"; esclama stupefatto Stefan non appena mi vede; "Stefan che bello vederti"; dico a mia volta, avvicinandomi a lui con l'intenzione di abbracciarlo; "non sei affatto cambiata, sei solo più bella"; mi sussurra mentre ci abbracciamo amichevolmente. Sono davvero lieta di poter passare del tempo insieme a Stefan, in questi tre anni ci siamo solo sentiti telefonicamente. Non sono mai riuscita a distaccarmi da lui, mi ha aiutato molto durante la mia permanenza a Mystic Falls, non dimenticherò mai quello che lui ha fatto per me. "Come vanno le cose con Caroline?"; Gli domando piena di entusiasmo e curiosità; "ci sposeremo fra un mese"; mi rivela sorridendo felice. Spalanco la mia bocca e istintivamente lo abbraccio forte, sono davvero felice per lui; "è una notizia bellissima"; gli dico senza smettere di sorridere; "ovviamente devi venire al mio matrimonio". Il mio entusiasmo si dimezza, smorzo un sorriso a fatica. Vorrei davvero partecipare al matrimonio del mio amico, ma al momento qui le cose a New Orleans si complicano ogni giorno sempre di più e le mie responsabilità da reggente non mi permettono di lasciare questa città. "Stefan io..."; vorrei spiegare al mio amico perché non posso andare al suo matrimonio ma Damon mi interrompe bruscamente; "Fratello, Darcey ormai è una reggente non ha tempo da perdere con noi"; dice con sarcasmo, guardandomi con aria provocatoria. Fingo di ignorarlo e rivolgo nuovamente il mio sguardo su Stefan; "non preoccuparti, capisco che hai delle grandi responsabilità"; mi rassicura Stefan, notando quanto io ci sia rimasta male difronte l'affermazione di Damon. "Quello che Stefan intendeva dire in realtà è che è consapevole del fatto che a te di noi non importa più nulla, hai dimenticato i tuoi vecchi amici, gli stessi che ti hanno aiutato". Le sue parole mi feriscono profondamente, è così che appaio ai suoi occhi?, Come una ragazza ingrata che ha dimenticato tutto il bene ricevuto. Un leggero bruciore agli occhi inizia ad infastidirmi, bruscamente afferro il braccio di Damon, sotto gli occhi imbarazzanti di Stefan. Lo trascino in una stanza lì vicino, così da rimanere da soli; "basta Damon, tu non sai nulla di me"; lo rimprovero ormai esasperata; "invece so' tutto di te, tu sei cambiata, non ti importa più dei tuoi vecchi amici, è come se avessi completamente cancellato dalla tua mente il periodo passato insieme a noi"; ribatte aggrottando lo sguardo; "non capisci un bel niente"; urlo frustrata e piena d'ira; "l'unico che ho sempre voluto dimenticare, sei tu"; continuo, rimanendo gelida difronte alla sua espressione cupa ed arrabbiata; "io ti odio Damon, ti odio profondamente"; gli urlo contro piena di rabbia. Una rabbia che ho sempre tenuto repressa. Lui mi fissa rimanendo in silenzio, impassibile ad ogni mia parola. "Mi hai rovinato la vita. Ti odio per avermi rapito. Ti odio per avermi fatto innamorare e ti odio ancora di più per per avermi lasciata andare"; con risentimento e ira cerco di schiaffeggiarlo, ma la sua mano ferma la mia con assoluta precisione e decisione. I suoi occhi gelidi, adesso sembrano molto vulnerabili, mi guarda con aria malinconia e dispiaciuta; "però mi amavi una volta non è così?"; Mi domanda quasi con aria disperata, e totalmente bisognosa di amore, lo stesso amore che lui ha negato a me tanto tempo fa. "Ti amo ancora Damon"; sussurro tremante, con le lacrime che minacciano di scivolare sul mio viso. Non posso negarlo ancora, e non posso continuare a fingere che la mia vita sia perfetta quando solo la sua presenza riesce a mettere in dubbio qualsiasi mia certezza. Io lo amo, e non ho mai smesso di farlo e desidero che lui lo sappia. Ho provato a dimenticarlo, credevo anche scioccamente di esserci riuscita, ma non si può cancellare qualcuno che ancora ti ostini ad amare. All'improvviso vedo una luce accendersi negli occhi del vampiro difronte a me, il suo corpo si avvicina al mio, e con dolcezza le sue mani si poggiano sul mio viso, i nostri occhi si guardano pieni di nostalgia. E senza preavviso Damon mi stringe a sé assaporando con irruenza le mie labbra. Non voglio oppormi a lui e alle sue labbra, che si muovono perfettamente sulle mie. Amo la sensazione di benessere che provo quando le mie labbra vengono a contatto con le sue. Tutto in quest'attimo, in cui siamo solo noi due, è perfetto, solo che è un attimo destinato a svanire. La sua fronte si poggia sulla mia, con tenerezza e affanno mi sposta una ciocca dei capelli dietro l'orecchio; "scappiamo insieme, lascia ogni cosa ed iniziamo una nuova vita insieme"; mi propone guardandomi pieno di speranze e sogni; "ti amo ma non posso Damon, ho troppe responsabilità qui"; sibilo con amarezza distogliendo lo sguardo da lui; "responsabilità, responsabilità"; borbotta indietreggiando da me, facendo una smorfia di disgusto e disapprovazione; "tu hai paura, sei terrorizzata"; dice puntandomi il dito contro. Sbuffo con aria alquanto irritata, lui non potrà mai capire quello che sto affrontando da quando sono una reggente, e non lo capirà mai perché come sempre pensa solo a se stesso e a ciò che fa stare bene a lui. "Non ti farò del male non di nuovo, conosco i miei sbagli e so' quant'è logorante una vita senza di te"; il tono della sua voce si addolcisce; "dammi una possibilità"; i suoi occhi sono supplichevoli, ed ogni fibra del mio cervello è letteralmente in confusione. Non so cosa dire o fare. "Damon io..."; proprio quando decido di pronunciarmi, la porta della stanza si spalanca mostrando Marcel, che credevo fosse insieme a mio zio Nick; "dobbiamo raggiungere la villa dei Mikealson"; afferma con aria del tutto turbata. Mi rivolgo subito verso Marcel con un'espressione preoccupata; "cos'è successo?"; Domando in fibrillazione; "forse hanno rapito Hayley"; risponde lasciandomi sbigottita e spaventata; "dobbiamo andare"; mi affretto a dire uscendo dalla stanza, seguita da Damon. Non posso permettere che venga fatto del male ad Hayley, giuro che chiunque sia stato a rapirla passerà un doloroso quarto d'ora. Salgo senza pensarci sull'auto di Damon e lui mi osserva riluttante; "muoviti per favore, a quello che c'è fra me e te ci penseremo dopo"; lo incito parlando freneticamente. Damon mette in moto l'auto e senza rispettare i limiti di velocità ci dirigiamo verso casa mia. Vorrei tanto scappare in un luogo lontano insieme a lui, per poter vivere una vita serena, ma qui ho la mia famiglia e non posso abbandonarli, sopratutto adesso che sembra regnare il caos. 

The fear of a love never started {The Originals}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora