Capitolo sette: casa, dolce casa

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Sono nella mia camera da letto, un asciugamano striminzito avvolge il mio corpo. Apro il mio grande armadio in cerca di qualcosa da indossare per il viaggio che mi attende. Le valige sono già pronte e ben sistemate dentro la decappottabile di Damon, invece quest'ultimo mi sta aspettando pazientemente in soggiorno in compagnia di mio padre, spero vivamente che il mio adorato papà non gli faccia il terzo grado, o una noiosa paternale. Queste ultime settimane sono state davvero tranquille, tutto sembra essersi placato. All'orizzonte non riecheggia più il nome di Marvina, ed i licantropi sembrano aver ritrovato il loro equilibrio con i vampiri. Forse aveva ragione Damon, mi ero fatta sopraffare dal panico, quando invece quella di Marvina era solo una ribellione momentanea. Sicuramente avrà abbandonato New Orleans insieme ai suoi adepti, e non penso proprio rimetterà piede nella città dei Mikaelson. Finisco di sistemare i miei capelli, e mi osservo un'ultima volta allo specchio, aggiustando il mio adorato vestito bianco, corto fino alle ginocchia, prima di scendere al piano di sotto e salvare Damon dalle grinfie di mio padre. Varco con un sorriso sinceramente sereno l'arco che comunica con il soggiorno della villa, Damon non appena poggia il suo sguardo su di me sfoggia uno dei suoi irresistibili sorrisi; "Ragazzina finalmente"; esclama alzandosi dal divano per raggiungermi. Seduto al suo fianco c'è anche mio padre che mi osserva un po' crucciato, nonostante sia stato lui a consigliarmi di allontanarmi dalla città, un po' la mia partenza lo turba. Damon avvolge il suo braccio intorno la mia spalla, baciando dolcemente la mia testa; "andiamo?"; Mi suggerisce con una certa fretta. So bene che gli manca la sua casa e suo fratello, ma non posso andare via senza salutare la mia numerosa famiglia; "si prima però devo salutare tutti"; gli ricordo facendo nascere sul suo viso una smorfia di dissenso; "va bene salutiamo l'intera famiglia Mikaelson"; borbotta con una certa nota ironica. Colpisco il suo addome con il mio gomito e lo fulmino con lo sguardo, intanto mio padre sorride guardandoci divertito; "tratta bene la mia bambina"; lo minaccia con il sorriso mio padre; "non potrei fare diversamente Elijha"; replica con più serietà Damon guardando me dolcemente. All'improvviso alle mie spalle compare Hayley, che con euforia mi salta letteralmente addosso; "torna presto per favore"; mi dice stringendomi forte a sé; "torneremo dopo il matrimonio di Stefan promesso"; la rassicuro cercando di assaporare il più possibile quest'abbraccio. Lasciare Hayley è forse la parte più difficile di questo viaggio. Lei non è solo la mia matrigna, lei è la mia migliore amica, la mia confidente, e sarà dura affrontare le giornate senza i suoi consigli ed il suo sorriso materno e pieno d'amore. "Mi raccomando fai la brava, e chiamami tutti i giorni"; mi ordina con premura. Osservo fugacemente con la coda dell'occhio Damon, continua a guardarsi intorno, impaziente di andare via. Intanto io guardo le scale in attesa di vedere comparire Kol, Klaus e Freya. Ma con mia grande delusione a venire verso di me, per salutarmi è solo Klaus insieme a Freya. Purtroppo da quando Damon è qui, Kol ha preso sempre di più le distanze da me, e tutta questa situazione mi ferisce particolarmente. Ho sempre avuto un rapporto speciale con lui, eravamo una squadra, insieme ci siamo divertiti, lui per me è sempre stato lo zio spensirato, quello con cui fare le migliori pazzie. E vedere come il suo disprezzo verso Damon l'abbia allontanato da me, mi fa stare davvero male. Klaus si avvicina a me sorridendomi; "divertiti a Mystic Falls, mi occuperò anche della congrega in tua assenza". Annuisco a mio zio Nick e gli sorrido con gratitudine; "grazie, e qualsiasi cosa accada non dovete esitare a chiamarmi"; dico a tutti loro con assoluta serietà. Sembrano essere tutti d'accordo con la mia richiesta, nessuno osa ribattere. E mentre Klaus ricorda a Damon come deve comportarsi nei miei confronti, mia zia Freya mi richiama in disparte. Fra le mani tiene un'antica pergamena, che mi porge; "questo è un rito di comunicazione, è davvero potente e utile, se dovessi avere bisogno d'aiuto tu invocami con questo rito, ed io comparirò"; abbraccio mia zia e la ringrazio di cuore; "ti voglio bene"; le sussurro stringendola a me; "non potrei mai chiedere un'allieva migliore di te, sono fiera di te"; mi dice prima di lasciarmi andare verso Damon. Ritorno fra le braccia del mio vampiro; "possiamo andare?"; Mi domanda con una certa fretta. Mi guardo intorno, in cerca di Kol, non posso lasciare New Orleans senza prima salutarlo. Mi scosto dalle braccia di Damon; "arrivo subito"; gli dico allontanandomi da lui. C'è solo un posto dove Kol si rifugia quando qualcosa lo turba. Un posto cha ha condiviso solo con me. Entro dentro la sua camera, dove vi è un'enorme libreria, nella quale c'è un'entrata segreta, che porta in un giardinetto segreto. Passo attraverso il passaggio, e come prevedevo Kol è lì, sdraiato sull'erba incolta a fissare il cielo. Udendo i miei passi si volta leggermente verso di me per qualche secondo, per poi ritornare a fissare il cielo limpido. "Non sei venuto a salutarmi"; esclamo con delusione; "non sopporto vederti insieme a lui"; replica senza neanche guardami; "perché non accetti che lui mi rende felice?"; Gli domando con frustrazione; "perché lui ti spezzerà nuovamente il cuore, perché tu potresti avere di meglio, con lui non avrai mai una vita"; ribatte alzandosi di scatto e con impeto verso di me, facendomi sobbalzare all'indietro. Guardo mio zio con una certa paura, nei suoi occhi vedo ribollire una certa rabbia nei confronti di Damon. Cerco di calmarlo accarezzando il suo viso; "Kol"; sospiro un po' ferita; "sono consapevole del fatto che lui è un essere immortale. Ma anche voi, che siete la mia famiglia siete immortali. Forse un giorno io morirò di vecchiaia, e probabilmente Damon sarà al mio fianco ancora giovane. Ma questo non mi importa perché adesso sono felice, e non voglio dare per scontata la mia vita, sono una Mikaelson e come tale ho molti nemici"; Kol mi osserva crucciato, i suoi occhi sono cupi; "nessuno ti farà mai del male finché noi saremo al tuo fianco"; afferma con decisione; "lo so, ma non posso passare la mia intera vita insieme a voi, voglio vivere per davvero. Voglio viaggiare e voglio amare Damon"; replico con un velo di malinconia; "tu sei la mia nipotina, ho perso già parte della tua vita, e non voglio perdermi quello che ne resta"; dice con voce tremante mentre i suoi occhi luccicano. Abbraccio istintivamente e con tutto l'amore che provo Kol; "non mi perderai promesso"; gli sussurro mentre anche lui mi stringe a sé. Saluto un'ultima volta mio zio Kol, e senza indugiare ancora raggiungo Damon che mi aspetta davanti la sua auto insieme a mio padre ed Hayley. "Pronta per questo viaggio"; esclamo con entusiasmo. Damon mi osserva sembrando sempre più impaziente; "finalmente, andiamo adesso"; dice entrando dentro l'auto. Roteo gli occhi al cielo e saluto un'ultima volta mio padre ed Hayley; "ci vediamo fra tre settimane"; dice con il cuore in gola la mia dolce matrigna; "fate i bravi in mia assenza"; dico loro entrando in auto. Li saluto con la mano finché Damon non gira l'angolo del quartiere. Sono felice di rivedere Mistyc Falls, ma sento un piccolo senso di vuoto nel lasciare qui la mia famiglia, forse sono davvero troppo nevrotica, ma ho la strana sensazione che qualcosa di cattivo riecheggi ancora nell'aria. Damon è concentrato sulla strada davanti a noi, e sta superando di gran lunga i normali canoni di velocità; "Se ti schianti contro un albero sono io quella che morirebbe"; commento cercando di fargli capire che deve assolutamente rallentare, lui in tutta risposta sbuffa un po' seccato; "ora rallento"; ribatte frenando di colpo, facendomi sussultare in avanti; "sei impazzito?"; Urlo adirata; "se non avessi messo la cintura sarei morta"; continuo piena d'ira. Damon si volta verso di me guardandomi con un sopracciglio alzato; "che cos'è che ti turba?"; Mi domanda lasciandomi del tutto sorpresa, non pensavo minimamente di essere così trasparente ai suoi occhi; "niente"; replico con secchezza, cercando di sorridere serenamente; "certamente, ed io sono un adorabile unicorno"; ribatte lui con sarcasmo. Sospiro rumorosamente, e passo una mano sui miei capelli; "sono preoccupata per quello che potrebbe accadere senza di me a New Orleans"; gli rivelo senza mezzi termini. Damon con premura e tenerezza accarezza il mio viso, ma il suo sguardo improvvisamente torna ad essere intriso di arroganza;  "Marvina è fuggita via a gambe levate, sono più di due settimane che lei e i suoi amabili tirapiedi sono spariti"; mi fa notare con leggerezza; "e se tutto questo facesse parte di un piano"; controbatto facendo venire a galla tutti i miei dubbi; "sei davvero troppo nevrotica ragazzina". Quando si comporta in questo modo modo Damon riesce a portarmi all'esasperazione; "sei fermo in mezzo all'autostrada"; gli dico indicandogli la strada; "riesco ad udire con semplicità un'auto a sei chilometri di distanza"; ribatte togliendo le mani dal volante; "da un paio di notti continuo a fare lo stesso sogno"; gli confesso con voce sommessa; "che tipo di sogno?. Pensi sia una delle tue visioni?"; Adesso lo sguardo di Damon è serio e non più beffardo; "non lo so. C'è questa stanza nel mio sogno, è rossa io mi guardo intorno e poi improvvisamente tutto si spegne, e mi ritrovo chiusa in una bara, e la cosa peggiore è che sono viva"; gli rivelo un po' insicura, avrei preferito non rivelare nulla al momento, potrebbe non essere una visione, potrebbe essere solo una reazione del mio subconscio. "Perché non me l'hai detto subito?"; Mi chiede preoccupato; "perché non credevo fosse importante, e probabilmente non lo è"; lo rassicuro sospirando leggermente. Mi avvicino al suo viso e lo accarezzo delicatamente; "come hai fatto a capire che qualcosa mi turbava?, Credevo di essere brava a nascondere le mie emozioni"; Gli domando sorridendo leggermente. Il viso di Damon si avvicina a me mentre i suoi occhi mi scrutano intensamente, non riuscirò mai ad abituarmi all'effetto che i suoi occhi penetrati hanno su di me; "ti conosco più di quanto tu possa immaginare, ti osservo con cura da sempre, fin da quando hai varcato per la prima volta la soglia di casa mia. Riconosco immediatamente quando qualcosa ti turba". Alla sua confessione il mio cuore si riempie di calore, abbandonando il mio raziocino, mi avvento sulle sue morbidi labbra, baciandole con passione. Lui le accoglie con la stessa mia intensità, e ci ritroviamo a baciarci in mezzo l'autostrada deserta. Le sue mani iniziano ad accarezzare il mio corpo bramoso di lui, e nonostante il luogo non sia consono ad un momento di pura passione, nessuno dei due sembra intenzionato a fermarsi. Mi sposto dal sedile del passeggero, e senza staccare le mie labbra da quelle di Damon, mi siedo sulle sue gambe. Le nostre lingue continuano a giocare fra di loro, le mie mani sfiorano con grazia il suo petto spostandosi lentamente fino all'orlo della sua maglia, che tolgo in un lampo. Guardo per un attimo Damon, e i suoi occhi mi scrutano con lussuria mentre le sue labbra mi sorridono maliziosamente. Con irruenza Damon divarica le mie gambe facendole aderire sul suo bacino. Il mio respiro inizia a farsi sempre più spasmodico ed un brivido attraversa la mia schiena quando abilmente toglie le mie mutandine. Con una certa fretta cerco di sbottonare i suoi jeans, le sue labbra intanto mi inebriano di baci sempre meno casti. Le sue mani mi stringono a sé, mentre il suo bacino si muove sempre più velocemente, inarco la schiena, assuefatta dal piacere, e mi abbandono completamente a lui. I nostri corpi si completano a vicenda, regalandosi piacere a vicenda, stringo i suoi capelli quasi arrivata al culmine del piacere. Ma all'improvviso Damon spalanca i suoi occhi, e con violenza mi sposta nuovamente sul sedile del passeggero, alza velocemente i suoi jeans, e preme con ardore l'acceleratore dell'auto. Lo osservo un po' sotto shock, ma mi limito a guardarlo senza emettere fiato. Solo quando l'auto rossa ci sorpassa riesco a comprendere il gesto di Damon. "Ho avuto davvero paura"; affermo mettendo una mano davanti al cuore. Damon mi guarda ghignando; "è stato eccitante"; replica lui con aria divertita; "dovresti rimetterti la maglia"; gli dico ridendo; "avanti ragazzina, vuoi davvero farmi credere che così non ti piaccio?". Alzo gli occhi al cielo, scuotendo il capo sorridendo, non cambierà mai, rimarrà per l'eternità un involucro di sarcasmo. E non potrei mai desiderare di meglio, che lui per l'eternità. 

The fear of a love never started {The Originals}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora