Pensieri alla rinfusa

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[Colonna Sonora: Simply Falling - Iyeoka]

Aspetto.

Che lui se ne vada, nascosta dietro la tenda

Che lei accenda una luce, per esser tranquillo che vada tutto bene.

Che trovi una scusa per venire fin qui, invece

Che torni indietro e allora la bacerei di nuovo e stavolta non la lascerei andare.

Stavolta non mi allontanerei

Oppure sì.

No, meglio così. 

Stringo le labbra per trattenere il sapore che mi ha lasciato, mentre torno verso casa.

Cerco il suo profumo addosso a me

Stringo le mani in cerca della sensazione che ho provato quando avevo le sue fra le mie.

É tutto così strano, dev’essere la stanchezza

Dev’essere la tensione che scivola via.

Non mi sentivo così da quando…

Avevo vent’anni e un semplice bacio riusciva a mandarmi in tilt

Solo che al suo posto c’era Jo

Ma al suo posto c’era Rhona.

Conoscevo ogni cosa di lui, perfino quanti nei avesse

Potevo riconoscere la sua risata in mezzo alla folla.

Ma non c’è più

Adesso è tutto diverso.

Non potrei ricominciare, non ne ho più le forze

La vita che faccio non mi permette di avere una relazione

Non posso legarmi a qualcuno

Dovrei nasconderle troppe cose.

Il fantasma di Jo sarebbe sempre fra di noi

Con Rhona è finita per questo.

Che poi, di cosa stiamo parlando? É stato solo un bacio

É stato un momento di debolezza, forse per quell’atmosfera strana.

Sembrava così naturale

Avevo voglia di baciarla fin da quando l’ho vista al pub

come se non avessimo fatto altro per tutta la vita

Quando ho assaggiato le sue labbra, ho capito che non sarei più riuscito a farne a meno.

Ma è stato stupido, baciarlo.

Sapevo che sarebbe stato un errore.

Arthur guarda ancora una volta verso la casa dove vive Eve. La luce del piano terra è spenta, adesso. Una più fioca brilla dietro la finestra del piano superiore. Se si sforza, può intuire la figura della ragazza che si muove dietro le tende. Si chiede come sia, quella casa, se parli di lei oppure no. Spegne la sigaretta che si era acceso durante il tragitto, entra in casa anche lui. I pensieri sono diventati un groviglio confuso sospeso fra testa e cuore, ma lui non vuole più ascoltarli: sa già come potrebbe andare, questa storia. Prima o poi arriverebbero le domande a cui non potrebbe rispondere, i silenzi battaglieri, la sofferenza e l’allontanamento. Preferisce lasciare le cose così, tanto fra qualche mese se ne andrà.

Eve non riesce a prendere sonno, nemmeno dopo la lunga doccia calda che si è concessa cercando di lavare via i ricordi e i rimpianti. Avvolta dal tepore confortante del cottage, si chiede ancora cosa sia successo, esattamente, ma non riesce a spiegarselo. Non riesce a dimenticare la sensazione che ha provato quando ha incontrato Arthur la prima volta, quell’inquietudine che le ha trasmesso; forse è questo il motivo per cui ha interrotto quel bacio, in realtà. Si ripromette che non succederà più. Ripensa a Jo, morto in un incidente il giorno prima delle loro nozze e per la prima volta da allora i ricordi che tornano sono quelli felici, anche se sfocati; la stretta al cuore c’è sempre, ma fa un po’ meno male.

Arthur controlla la pistola che tiene sempre nascosta sotto alla giacca, la mette sul comodino, spegne la luce.

Eve accarezza la foto di Jo racchiusa nel medaglione che porta sempre al collo, lo sfila e lo mette nel cassetto, spegnendo la luce anche lei.

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