Prima prova

105 6 0
                                    

Argomento: Ship strane - Clarvel ( Clove + Marvel ) 
Tipo: Fanfiction 

Clove's POV

<< Aspettiamola qui. Tanto dovrà scendere prima o poi, altrimenti morirà di fame. >> dice il ragazzo del Distretto 12. 
Guardo Cato, per leggere nei suoi occhi cosa ne pensa dell' idea di Peeta.

Lo adoro. I suoi capelli biondi, la mascella serrata, lo sguardo fiero. Abbiamo passato anni nella palestra del Distretto 2 ad allenarci, fino ad arrivare a capirci con un semplice sguardo, a lavorare in sintonia come se fossimo due corpi riuniti in una sola testa. Facevano mille cose, insieme. Oltre l'impegno, ci mettevo qualcosa di più; sguardi pieni di amore, di quel sentimento che provavo per lui. Ho perennemente in testa piccoli scorci di ricordi: mani che si sfioravano impercettibilmente, sguardi sostenuti per qualche secondo di troppo. Cercavo di trasmettergli i miei pensieri attraverso quelle azioni; a volte sembrava ricambiare  con qualche cenno e dentro di me scoppiavo dalla felicità, ma fuori rimanevo fredda ed impassibile, come sempre. Ed anche ora rimango rigida; io aspetto il suo parere mentre lui  è troppo impegnato a sghignazzare con quella stupida di Glimmer. Provo una fitta di gelosia, che mi fa ribollire dentro. La sua indifferenza mi sta lacerando, specialmente da quando siamo entrati nell' Arena.

<< Non credo sia una cattiva idea. >> dico con un tono di voce abbastanza alto, per richiamare la sua attenzione.
<< Eh? Si si, pure io dico che è una buona id-  dai, Glim! Smettila! Ahahahahahha >> dice lui.
Alzo gli occhi al cielo e decido di lasciar perdere. Mi giro verso Peeta e Marvel.
<< E va bene. Accampiamoci. >> 

Il fuoco scoppietta, mandando un calore piacevole. La notte nell' Arena è fredda, così mi infilo nel sacco a pelo. I due sono stati vicini tutta la serata e non hanno smesso un attimo di tubare come piccioncini. Peeta ha mangiato velocemente, ha dato un'occhiata nervosa all'albero dove si trova Katniss e poi si è messo a dormire; io ho affilato i coltelli anche se non ce ne era bisogno e Marvel ha solo fissato i tizzoni ardenti. 
<< Chi fa il primo turno di guardia? >> chiedo.
<< Lo faccio io, non mi sento stanco. Potete anche dormire tutti, starò attento. >> dice Marvel.
<< Sicuro? Se vuoi lo facciamo insieme. >> propone Cato, staccandosi un attimo da Glimmer. 
<< No, davvero. Dormite. >> replica il tributo del Distretto 1.
<< Va bene. Poi svegliami, che lo faccio io. >> ribatte il mio compagno di distretto.
Guarda quell'oca del Distretto 1 e spalanca le braccia in un gesto invitante. Lei si butta a capofitto su di lui e insieme si infilano in un unico sacco a pelo. Le braccia di Cato la avvolgono, e insieme si addormentano.
Mi sdraio anche io, cercando di riposare. Chiudo gli occhi, stringendo la mano su un coltello appeso alla mia cintura. 

Non so quanto tempo passa, ma il sonno non ne vuole sapere di arrivare. Mi giro e mi rigiro, ma la vista di quei due abbracciati non si leva da davanti. Vedo le ciocche bionde intrecciate nelle sue dita. Non dovrebbero essere bionde; dovrebbero essere more. Le mie.
Cerco di non pensarci. Mi tiro su e lancio loro un' altra occhiata in cagnesco e poi mi trascino vicino a Marvel  senza fare il minimo rumore. Magari fare una chiacchierata mi aiuterà a distrarmi e sarà anche più facile per lui stare sveglio.
<< Allora? Si è visto qualcuno? >> dico.
Il ragazzo del Distretto 1 si gira di scatto, pronto a colpire con la lancia; ma io sono più veloce e paro subito il colpo, frenandolo con l'elsa del coltello.
<< Oh, scusa, sei tu. Non ti avevo visto, ero sovrappensiero. >> si scusa.
<< Non fa niente. Anzi, da una parte è meglio che hai provato a colpirmi; significa che eri pronto ad attaccare in caso di agguato. >> rispondo con un sorriso. Lui arriccia le labbra in una smorfia.
Ha il viso leggermente alzato e guarda le stelle. Il fuoco disegna le ombre sul suo viso. I suoi occhi sono lucidi. Mi fisso su alcuni dettagli del suo volto. La linea del naso, la forma delle sue labbra, il colore dei suoi occhi. Non mi ero mai fermata a vedere veramente come fosse Marvel, lo guardavo e basta. Ora che sono attenta, riesco a scorgere particolari di cui non mi ero accorta; ero troppo impegnata a lanciare occhiate a Cato che se la spassava con quell'altra, per accorgermi del ragazzo dell' 1 e me ne pento. E' veramente bello.

<< A che pensi? >> chiedo per rompere il ghiaccio.
<< A quanto possa essere stupida Glimmer. >> risponde pronto.
Mi sento pervadere da un senso di benessere. Sapere che anche lui la pensa come me mi da felicità.
<< Perchè dici così? >>  incalzo.
<< Prima passavamo molto tempo insieme. Oltre che ad allenarsi con me, veniva nella mia stessa scuola, quindi ci vedevamo dalla mattina presto fino all'ora di cena. A volte dormivamo anche insieme. Poi ha visto Cato e si è staccata completamente da me. E lei non si è nemmeno mai resa conto dei miei sentimenti.>> continua con voce dura.
<< Oh... mi dispiace, io non lo sapevo...>> mormoro con tono di scuse.
<< No, non devi scusarti. Anche perchè come potevi saperlo? >> sospira, e poi continua << Glimmer ha tenuto gli occhi perennemente sopra a Cato durante la parata dei tributi. E così anche all'intervista. Ma non fa niente, perchè devo ammettere che anche io sono stato ammaliato da qualcosa in quelle due occasioni. >> questa volta, quando parla mi guarda. Il suo sguardo sembra addolcirsi, ma il suo sorriso mi da una sensazione di amarezza.
<< E cosa ha catturato la tua attenzione? >> chiedo curiosa. Faccio un sorriso per incoraggiarlo.
<< Se te lo dicessi, rideresti di me, o  quantomeno, non mi crederesti.>> questa volta il suo sguardo è fisso sulle fiamme.  
<< Giuro che non rido! Parola di Clove! >> esclamo scherzosa per metterlo più a suo agio.
Guardo un attimo Cato e Glimmer ma ripunto gli occhi subito su Marvel. Non mi interessano loro due. Se Cato riesce ad ignorarmi così facilmente, posso farlo anche io. E l'idea mi piace.
<< Sai Clove, ora che siamo praticamente da soli e parliamo come due persone normali, appari diversa.>>
<< Che vuoi dire?>>
<< Sembri sempre corrucciata, non ridi mai. Sei sempre concentrata e seria. Pensavo che fossi una di quelle persone che non provano mai emozioni, anche se vedo che fissi spesso Cato e fulmini con lo sguardo Glimmer. Non dici mai una parola di troppo. Però ora sembri... diversa. Forse ti sei rivelata...>> spiega lui.
<< Beh, non sono una che ride spesso, è vero... Oltretutto il mio maestro diceva che non avrei mai dovuto lasciar trapelare le emozioni nell' Arena, perchè mi avrebbero reso un avversario debole. Però hai ragione; ora mi sto rilassando. Mi sento bene. Ma ora mi devi dire che cosa hai notato alla parata e alle interviste, non cambiare discorso! Te l'ho già detto, giuro che non rido, neanche se ti fossi invaghito della parrucca di una capitolina!>>
<< Sarebbe tutto più semplice se invece che spiegare, te lo mostrassi. >> dice guardandomi negli occhi.
<< Allora mostramelo.>>  ribatto un po' scocciata da tutto questo giro di parole.

Allunga le mani verso il mio viso in un gesto fulmineo. Porto istintivamente la mano al coltello. Se mi avesse attaccato, sarei rimasta meno sorpresa. E invece si è fiondato sulle mie labbra. Con una mano mi accarezza i capelli dietro la nuca, mentre l'altra è appoggiata sulla mia guancia. Dopo pochi secondi si stacca. 

<< E' questo, quello che mi ha ammaliato. Sei tu, Clove. >>

(1238 parole)


Questa prova si è classificata al primo posto ( 4/11/16)

1 POSTO - OSHg/FandomsareourfamilyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora