Seconda Prova

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Argomento: Mietitura - Clove ( 74esimi Hunger Games )
Tipo: Fanfiction

Clove's POV

<<  Clove, non farlo. Già so cos'hai in mente e ti dico di no, te lo proibisco. Devi completare il tuo allenamento e ti restano altri due anni per imparare come non morire in un'arena. Il distretto 2 ha bisogno di tributi forti, valorosi, non disperati per amore. Non farlo. >>

Mi alzo di scatto, rimanendo seduta sul letto. Mi sfrego gli occhi, mentre la luce della luna da una atmosfera lattiginosa alla mia camera. La voce del mio maestro mi risuona ancora nella testa; ma che significa tutto ciò? Io non ho mai avuto una conversazione del genere con lui... perchè ora devo avere questa angoscia addosso, proprio oggi che c'è la mietitura e non devo assolutamente mostrare titubanza?

Ho sedici anni; in teoria, mancherebbero due anni ai miei Hunger Games, ma non importa: io sono innamorata di Cato e mi offrirò volontaria per stare con lui. No, non ho paura, io non ho paura di niente; i Giochi non mi spaventano minimamente. Io uscirò vittoriosa da quella Arena oppure ci morirò, difendendo lui, l'amore della mia vita. Sí, forse sono troppo giovane per dirlo, ma alcune cose si sentono dentro e si sa per certo che sono vere; e io so che ciò è una pura e semplice verità. I suoi occhi gelidi, lo sguardo fiero. La mascella contratta, in una linea dura. Le sue braccia muscolose, che mi danno un senso di protezione.
Più ripenso alla sua bellezza e ai miei sentimenti, più sono sicura della mia decisione. Sono giorni che rifletto solo su questo argomento.
Ricordo ancora quando ho puntato il coltello alla gola a Marie Wenert, cinque giorni fa. Era lei quella che sarebbe dovuta andare volontaria con Cato, ma io ho già anticipato tutto; quel pugnale, unito ad una minaccia di morte, è stato più che sufficiente per farla tirare indietro. Sarò io a salire su quel palco, a tutti i costi.

Sospiro, ripensando ancora alle parole del maestro nel sogno. Lui non sa niente, non può nemmeno averlo immaginato; la mia faccia è rimasta una maschera di indifferenza, come sempre. Forse, sarà solo uno di quei sogni insignificanti venuti solo per dare fastidio. Decido di non dare troppo peso alla cosa, finirei solo per innervosirmi ancora di più. In qualsiasi caso, lui non potrà fare più di tanto dopo che mi sarò offerta volontaria.

Mi siedo a gambe incrociate sul letto e vedo che fuori la luna sta lasciando spazio al sole. Le nuvole assumono un colore rosato e sono posate dolci sulle montagne del Distretto 2. Le persone oggi si godranno una bella giornata calda, mentre io e Cato saremo sul treno diretto a Capitol City. Mi sfrego un'altra volta gli occhi e poi apro la finestra. Un venticello leggero ma freddo entra nella stanza. Serro le palpebre e mando la testa all'indietro, mentre i brividi percorrono il mio corpo e l'aria mi accarezza il viso.
Resto così finchè il sonno non torna, facendomi sentire frastornata. Con un piccolo sforzo, chiudo la finestra e mi risdraio sulle lenzuola ormai ghiacciate.

Il sole è alto quando mio padre mi sveglia.
<< Clove! C'è la mietitura! Anche se non tocca a te, quest'anno, ci saranno le telecamere e non vogliamo mostrare a tutto il Paese che il distretto 2 ha dei fannulloni che dormono in piedi! Forza, alzati. >> dice, uscendo poi sbattendo la porta.
<< Anche se non tocca a te, quest'anno >> ripeto in falsetto a bassa voce mentre mi infilo una vestaglia. Lui non sa niente, nemmeno mamma. Non lo sa nessuno, tranne Marie. Credo che oggi ci sarà un bel colpo di scena alla mietitura, degno di un tributo Favorito come me. Già mi pregusto le facce stupite di tutti i presenti, quando vedranno che il tributo femmina di quest'anno non è una diciottenne. Un ghigno mi si stampa sulla faccia.
Con questi ultimi pensieri, vado a prepararmi.

<< Clove, ricorda: testa alta e schiena dritta. Mostriamo a tutti di che pasta sono fatti i giovani del Distretto 2. >> dice mio padre un attimo prima che io sia uscita da casa, diretta verso la piazza.
<< Sì, papà, sì.>> ribatto un po' scocciata, dato che me lo ricorda ogni volta. Gli do un abbraccio veloce e poi guardo mamma. Lei non dice niente; nè lei nè papà sono dei gran chiacchieroni, ma ho sentito davvero pochissime volte mia madre parlare. E' stato papà ad occuparsi della mia educazione. Non mi sento legata a nessuno dei due in modo particolare; in questi anni, è stato quasi vivere con due sconosciuti. Do un abbraccio veloce anche a lei e poi mi incammino.

Arrivo in piazza dieci minuti prima dell'inizio della mietitura. Vado a registrarmi e rimango impassibile quando mi prelevano il sangue; poi vado nella fila delle sedicenni. Ci sono tantissime ragazze intorno a me: indossano tutte dei vestiti e hanno i capelli acconciati; sembra che devono andare a sposarsi. Io ho optato per dei pantaloni scuri, una maglietta bianca semplice e ho legato i miei capelli in una coda; non voglio che a Capitol City si facciano l'idea che io sia una principessina viziata. Io sono una guerriera, una combattente, pronta ad uccidere per difendere la mia vita e quella di Cato.
Lo cerco tra la folla, ma ci sono tantissime persone e non lo trovo. Tanto lo vedrò sul palco, quando mi stringerà la mano.
Sento un suono acuto che mi fa strizzare gli occhi e il naso: Emily Frewiand, la nostra accompagnatrice capitolina ha battuto un colpo sul microfono per attirare la nostra attenzione.
<< Benvenuti, ragazzi e ragazze del distretto 2! Felici Hunger Games e possa la buona sorte essere sempre a vostro favore! Come ogni anno, ci ritroviamo qui per estrarre i due fortunati e valorosi tributi che vi rappresenteranno alla settantaquattresima edizione dei Giochi! Ma...>> si interrompe un attimo come per lasciarci in ansia, anche se ormai sappiamo tutti che sta annunciando l'inizio del video dei Giorni Bui. <<...Prima del sorteggio, gustiamoci la visione di un filmato, fatto apposta per voi, a Capitol City !>>
Tengo lo sguardo fisso su un punto del palco, facendo finta di ascoltare. In verità, sento solo le prime parole, solo 'guerra, terribile guerra', e poi mi perdo nei miei pensieri.

La sua voce, così profonda e ferma, in qualsiasi momento. I suoi capelli biondi, che sembrano un distillato di sole. Le sue labbra, sempre un po' schiuse, come se stesse per prepararsi a dare un bacio. Un bacio che non ho mai ricevuto, purtroppo, ma che ho sempre sognato. Si, sarebbe fantastico. Farei perdere la mia mano tra le sue ciocche dietro la nuca,mentre l'altra accarezzerebbe la sua guancia; starei in punta di piedi, dato che lui è più alto di me; le sue braccia cingerebbero la mia vita, con una presa dolce ma allo stesso tempo decisa. Poi mi...
Il mio flusso di coscienza viene interrotto dalla sua voce forte che si leva sopra la folla.
<< Mi offro volontario come tributo!>> Esclama Cato.
<< Bene! Sali sul palco! >>
I ragazzi si spostano, creando un corridoio. Cato lo percorre con lunghi passi, con aria spavalda. Sale i gradini due a due.
<< Come ti chiami, coraggioso volontario? >> chiede Emily.
<< Cato, Cato Blayders. >>
<< Bene! Ora mettiti qui, e vediamo chi sarà la fortunata ragazza che avrà con te l'onore di onorare il distretto 2! >>
Si dirige verso una boccia piena di fogliettini, dove sono scritti i nomi delle ragazze sorteggiabili.
Ne prende uno e torna davanti al microfono.
È il mio momento. Appena dice il nome devo farmi avanti. Non ho paura. Io non ho paura. Di niente e di nessuno. Sono pronta a tutto.
<< Il tributo femmina di quest'anno è Lucy Gre- >> inizia Emily.
<< Mi offro volontaria come tributo! >> la anticipo io con un grido, alzando un braccio.
La capitolina mi guarda un attimo spaesata, come se fosse offesa per esser stata interrotta, ma si riprende subito e sfoggia il suo solito sorriso smagliante.
<< Ottimo! Vieni, cara! Fate largo alla nostra volontaria! >> esclama lei.
Cammino con passo deciso verso il palco e sento addosso gli occhi di tutti.
<<Ha solo 16 anni!>> sento bisbigliare da più di una persona.
<<È incredibile! Chi è la codarda che doveva andare realmente ma si è tirata indietro?>> chiede qualcuno.
Ignoro tutte le chiacchiere e arrivata in cima agli scalini, mi metto al fianco di Cato. Dentro di me, faccio un sorriso divertito ma fuori rimango impassibile.
<<Come ti chiami?>> chiede Emily.
<< Clove Kentwell. >> rispondo con tono duro.
<< Stringetevi la mano! >> ci incoraggia la nostra accompagnatrice.
Lui allunga il suo braccio destro e io faccio altrettanto, guardandolo profondamente negli occhi. I suoi occhi, così chiari, sembrano scrutarmi sino all'anima.
<< Popolo del distretto 2, saluta i tuoi tributi! Cato Blayders e Clove Kentwell! >>

Dentro di me, sento una strana sensazione calda, come se stessero gonfiando un pallone dentro il mio stomaco.

Io andrò con Cato nell'Arena e combatteremo fianco a fianco, come una sola forza. Lui, il mio compagno, che difenderò a costo della mia stessa vita. Lo farò. L'ho fatto. Per lui.

( 1507 parole )

Questa prova si è classificata al primo posto ( 9/01/17)

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