Numb

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Dopo aver affrontato tutto il corridoio affollato di persone che non vedevano l'ora di passare l'intera estate con i propri amici al mare o chissà dove io riuscì finalmente a vedere la luce del Sole che brillava fuori. Uscita da scuola percorsi il vialetto e con un sorriso stampato sul volto raggiunsi il mio migliore amico che mi stava già aspettando al cancello. 

"Finalmente ce l'ho fatta ad uscire." Esclamai vittoriosa e lui annuì con un sorriso dolcissimo. Ci incamminammo verso la strada per ritornare a casa ma dopo pochi secondi mi accorsi che stava portando la sua bicicletta. 

"Ash, puoi andare a casa in bici. Io posso andare anche da sola." Lui ridacchiò e scosse la testa. 

"Non credo, signorina. So che hai paura ma riuscirò un giorno a farti salire su e portarti in giro." Risi di gusto per la sua proposta e lui mi circondò le spalle con un braccio, era un gesto carino lo faceva sempre fin da quando eravamo piccoli. 

"Com'è andato l'ultimo giorno di scuola?" Sbuffò. 

"Terribile, il Signor Garrick non la smetteva di parlare. Ha fatto un intero monologo su cosa sono i fotoni e altre cose che ovviamente io non ho ascoltato." 

"Quanto sei trasgressivo, Irwin." Risi e poi gli diedi una piccola spinta per scherzare. 

"E te?" 

"Tralasciando il fatto che Michael e Calum si divertivano a tirarmi pezzetti di carta in testa e quell'altro biondino che rideva di gusto, potrei dire bene." 

"Oh diamine, mi dispiace. Non so più come dirglielo che devono lasciarti in pace." Disse con un tono un po' arrabbiato. 

"Sono i tuoi migliori amici, suonate insieme da un po' di tempo e avete legato molto. Io sono nessuno e non puoi..." 

"No, Sum te sei importante per me. Prometto che ci parlerò con loro." Annuì e poi ringraziai per la promessa che aveva appena fatto. Era vero, loro erano i suoi migliori amici ma ogni volta che c'erano loro nelle vicinanze addio al carino e dolce Ashton che conoscevo da quasi 16 anni, praticamente tutta la mia vita. Le nostre madri si sono conosciute in ospedale, io e lui siamo nati lo stesso giorno ma con orario diverso, lui dieci minuti prima di me e delle volte mi prende anche in giro su questo fatto. Abbiamo passato tutta la nostra infanzia insieme dato che le nostre madri si tenevano sempre in contatto e hanno stretto subito un solido rapporto d'amicizia così come quello che c'era tra me ed Ashton. 

"Ehi, Irwin che fai? Vai a giro con la sfigata?" Gridò divertito Luke sulla sua nuova macchina e con lui c'erano anche gli altri due immancabili amici. Abbassai lo sguardo e continuai per la mia strada con a fianco il mio migliore amico solo che appena aveva sentito la voce del biondo aveva subito tolto il suo braccio dalle mie spalle e si era allontanato leggermente da me ma ormai ero abituata a questo suo cambio di comportamento. 

"Ehm... no." Sussurrò ed arrossì. 

"Avanti, salta su." 

"Ho la bicicletta, dove la metto?" 

"Dietro, nel portabagagli." Si girò verso di me con uno sguardo di scuse ed io scossi la testa cercando di non mostrargli il dolore che mi stava recando dentro di me lasciandomi lì da sola come una completa idiota, finsi un sorriso e trattenni le lacrime ignorando il fatto che sentivo la gola che mi stava bruciando dato che sarei potuta scoppiare in lacrime da un momento all'altro. Volevo dire, non sono la classica ragazza che piange per ogni singola cosa ma le volte che il mio migliore amico si comportava così con me io ci rimanevo sempre male. Prometteva sempre che avrebbe risolto tutto ma alla fine non cambiava mai niente, non capivo mai il motivo per il quale lui non chiedesse spiegazioni del loro comportamento così cattivo nei miei confronti. Mise la sua amata bici dietro la macchina e dopo un breve cenno di saluto con la mano, Luke partì con la macchina con una sgommata e l'ultima cosa che sentì fu soltanto la musica ad alto volume che rimbombava fino a quando non svanì del tutto.

Midnight shadows [#Wattys2017]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora