ventiquattro.

751 63 11
                                    



Perth, Australia. Ottobre 2015.

L'aria fresca della primavera australiana entrava dalla finestra che la ragazza dai lunghi capelli scuri legati in una treccia improvvisata aveva lasciato aperta. Di proposito, non per sbaglio. Perché era nervosa, e aveva bisogno di qualcosa che la calmasse – qualcosa che evidentemente non erano le tre ragazze che la guardavano divertite attraverso lo schermo del computer. E il suono del vento, la sensazione che le dava sulla pelle o muovendole i capelli... di solito la aiutava. La calmava, riusciva a tranquillizzarla, qualsiasi cosa l'avesse resa tanto nervosa da non riuscire a respirare. Qualsiasi cosa. O persona. Il rumore leggero del vento che muoveva le pagine dei libri lasciati aperti sulla scrivania le aveva sempre dato serenitá. Ma quella volta non stava funzionando, e le risate soffocate delle amiche dall'altra parte dello schermo non facevano altro se non peggiorare la situazione.

Le avevano ripetuto di calmarsi, ridendo, mentre lei continuava a muoversi per la stanza come un tornado, prendendo oggetti che forse nemmeno le sarebbero serviti e buttandoli in valigia completamente a caso, senza un ordine, senza pensare. Perché la valigia l'aveva giá fatta giorni prima, ma l'ansia dell'ultimo minuto l'aveva colta all'improvviso, mettendo in dubbio ogni sua capacitá di ragionare, insieme ad ognuna delle cose che aveva giá in valigia, facendole pensare che forse quella certa cosa non le sarebbe servita, che qualcosa l'avrebbe potuto comprare dove stava andando – dall'altra parte del mondo, o giú di lí – e che qualcos'altro non le sarebbe mai servito, non per sole due settimane. Avevano scosso la testa senza dire niente, e forse una delle sue tre migliori amiche le aveva detto ancora di calmarsi, o che sarebbe sicuramente andato tutto bene. Ma Amethyst non le aveva sentite, troppo impegnata a cercare di respirare almeno in modo decente; impegnata a non pensare troppo a quello che sarebbe successo il giorno seguente; e impegnata a rovistare ancora e ancora in quella valigia nella quale avrebbe di sicuro scordato di mettere qualcosa e la quale quasi sicuramente non avrebbe passato i controlli in aeroporto.

«Hai preso tutto?», la interruppe la voce di Olivia, strappandola dai propri pensieri nervosi mentre controvoglia si sedeva alla scrivania e le guardava scompigliandosi la frangia con un sospiro. L'ennesimo sospiro, che fece sorridere le tre amiche che la guardavano da Sidney, e che avrebbero voluto essere con lei, cercare di calmarla a gesti, non solo a parole.

«Quasi sicuramente no», borbottó la ragazza, stropicciandosi uno degli occhi celesti e sentendo le ragazze ridere, ma per niente in vena di ridere con loro, come avrebbe fatto in qualsiasi altra situazione.

Era nervosa e basta, non c'era nulla che avrebbe potuto placare quel nervosismo – che a pensarci bene era l'unica cosa impossibile da non mettere in valigia, da dimenticarsi a casa per sbaglio. Nervosa perché stava per salire su un aereo per un volo intercontinentale con la sorella che non avrebbe smesso di guardarla, fare domande e sorridere sotto i baffi. Nervosa perché odiava stare ferma per ore senza poter fare nulla, e in aereo era proprio quello che sarebbe successo. Nervosa perché anche provandoci non sarebbe riuscita a chiudere occhio finché non l'avesse visto. E nervosa perché finalmente l'avrebbe visto. Avrebbe visto Zayn di persona, non solo in foto, non solo in videochiamata. L'avrebbe visto dal vivo, e tremava, la mandava fuori di testa. Perché lo conosceva da mesi e vederlo finalmente era un sogno che si avverava, sí... ma se fosse stato tutto diverso? Se vedersi avesse cambiato qualcosa, se non tutto? Se Zayn fosse stato una persona diversa, faccia a faccia? E se lei si fosse comportata in modo diverso? Si conosceva abbastanza da sapere che avrebbe fatto le peggiori figure di merda in sua presenza, o avrebbe detto o fatto qualcosa di sbagliato. E Zayn non l'avrebbe piú guardata nello stesso modo. Era nervosa, perché un singolo incontro dopo cinque mesi di messaggi, telefonate e videochiamate, avrebbe potuto cambiare la sua – le loro – vita. In bene, o in male.

17mila. [zayn malik au]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora