Stanza 475

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Era la 475.
La stanza in cui mi trovavo era la 475, era abbastanza grande, con un letto matrimoniale e un bagno altrettanto spazioso.
Erano le due di notte ma Alberico ancora non è tornato, ormai sveglia lo raggiungo al piano terra.
Dal quinto piano mi trasferisco allo 0. Avendo il pantalone della tuta e una canotta cercai di attraversare il corridoio il più veloce possibile, fallendo miseramente nel mio intento!
Pertanto mi scontrai con il ragazzo a cui poco prima pensavo.
Cademmo, in quel momento eravamo veramente vicini, ma io con fare svelto mi staccai. I suoi occhi color diamante incontrano i miei color smeraldo, sono semplicemente stupendi. Distolsi lo sguardo da quel mare, per capire da dove arrivava quello schiamazzo che, pian piano si avvicinava a noi. Quegli otto ragazzi sembravano andare nelle loro camere, che per mia sfortuna,  erano proprio in quel l'ultimo albergo.
Li osservavo, in particolare quel ragazzo che si era fermato, ma non riuscivo a distinguerlo essendo ancora lontani e perché io non avevo gli occhiali, che porto solo quando sono sola.
Quando poi furono a discreta distanza lo evidenziai meglio. Era vestito elegantemente, come gli altri, portava una cravatta nera abbinata alle scarpe. La giacca e il pantalone erano rossicci, mentre la camicia bianca. I capelli tendevano verso destra, ed erano accompagnati da uno splendido sorriso.

Credo che in quel momento Alberico mi stette pure parlando, ma ero troppo presa da quel ragazzo!
Quando dovettero passarci accanto, quest'ultimo mi notò un'ennesima volta, e come la prima, si fermò a guardarmi...
E immancabile anche il suo amico che sta volta disgustato lo strattonò via.
Riprendei a parlare con Albe, scusandomi per la caduta avvenuta precedentemente, e in più spiegandogli che ero andata a cercarlo vista la sua assenza.
Ci dirigemmo verso la 475.
Mi fece cordialmente entrare, e come un vero e proprio gentiluomo mi fece accomodare sul letto per prima.
Ovviamente il sonno era ormai passato e il pensiero era condiviso dal ragazzo dai capelli biondi.
Ci sedemmo uno di fianco all'altra, e dopo vari tentativi per farmi ridere da parte sua, propose un giochino. Che io accettai di fare dopo le varie e innumerevoli richieste.
Dovevamo metterci difronte uno all'altro, uno di noi a turno doveva mantenere per i polsi l'avversario,  mentre che esso in un minimo di un minuto cercava in qualunque modo di fargli il solletico.
Sembrava carino...
Incominciammo il giochino, dove lui vinse i primi due round.
I vinsi i successivi due.
Toccava al quinto nonché ultimo round.
Mentre lui mi teneva i polsi io provavo in ogni modo di divincolarmi per cacciare una risata, ma invano.
Era forte, ma non troppo, o almeno finché non finimmo nella medesima situazione di un'ora prima!
Io sopra di lui e lui sotto di me!
Così vicini da respirarci a vicenda.
Così vicini da cascare nei nostri occhi.
Così vicini da poterci baciare.
Ma no, non successe nulla di tutto ciò!
Solo una respinta sia mia che sua.

Dopo un colpo di tosse, uno sguardo tra diamanti e smeraldi e come se nulla fosse successo, ci misimo distesi nel letto della stanza 475.
Notte in bianco, era passata quella notte in cui io non riuscii a capacitarmi di tutto ciò.
Non riuscii a dormire anche per il fatto che, nel bel mezzo della notte, Alberico, ha avuto la geniale idea di stringermi a se.
Ciò mi procurava stress e ansia!
Mi faceva sentire davvero bene, mi sentivo protetta, amata da qualcuno.
Ma quando i sogni prendono troppo il sopravvento della realtà, tutto sembra più facile! Quando poi il mondo ti crolla addosso.
Quella notte era tutto così strano da non sembrare vero.
Mi svegliai verso le undici, Alberico non c'era, andai in bagno, mi feci una doccia rinfrescante che mi fece scrollare tutti i pensieri di dosso.
Quando poi finì di lavarmi mi rimisi i vestiti del giorno prima non avendo altro. Pantalone della tuta canotta e sopra una giacchetta di jeans.
Scesi nella hall, andai verso il bancone e mi ritrovai faccia a faccia con quel bellissimo ragazzo.

- Già te ne vai?- mi chiese lui vedendomi nell'intento
- Sì, grazie per avermi fatta dormire, anche se non ce n'era bisogno, però ora devo scappare - risposi con flebile gentilezza
- Ah va bene, tieni!- e mi porse, con un sorriso a trentadue denti, un bigliettino con sopra un numero di telefono, i suo.
Io lo guardai, feci un cenno di approvazione e infine per gentilezza lo abbracciai, ma una volta sciolto l'abbraccio, lui mi tirò contro il suo petto e mi lasciò con un bacio sulla guancia.
Mi girai e andai via, forse un piccolo sorrisetto spuntò quel giorno sulle mie labbra, e prima di uscire del tutto dall'albergo rivolsi un ultimo sguardo a quel ragazzo che, nonostante non mi conoscesse, mi ha "aiutata" per la notte.
Non sapendo dove andare chiamai l'ultima persona della rubrica per venirmi a prendere, ovvero mia madre. Le dissi di venirmi a recuperare davanti alla stazione. Appena arrivò mi fece salire in macchina, e non appena chiusi la portiera, partì con i soliti rimpriveri. Dove sei stata, come hai passato la notte, perché non mi hai avvisata, blah blah blah.
Risposi a tutte le domande con tono ovvio e freddo. Mi dava veramente fastidio quando faceva così! Ho 20 anni cazzo!!
Arrivate a casa, anche mio padre iniziò con la predica, io stufa sbuffai e urlai

- MI FATE VIVERE IN PACE CAZZO!-

E andai in camera mia sbattendo i piedi.
LI ODIO

Mai per caso|| xMurryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora