Cap•2
La sua voce cinguettava per tutta la casa, canticchiando storie tristi su amori perduti, ma lo faceva con una felicità tale che la tristezza di quelle parole spariva sulle dolci note della sua voce.
Aprii un baule verde, con delle cinghie di pelle e le giunture d'ottone, ne tirai fuori stoffe, cucite in vesti preziose.
Scelsi un vestito color panna di una vecchia collezione di abiti firmati Agreste.
Tra quei vestiti sfarzosi ce n'erano alcuni di mia madre, e al ricordo triste una lacrima voleva scendere, ma la fermai prima che potesse solcarmi la guancia.
«Marinette, sei presentabile?» chiesi bussando alla porta del bagno al terzo piano.
«Solo un secondo Adrien» rispose lei dall'altro lato della porta.
Ascoltai con orecchio teso lo scroscio dell'acqua che si muoveva, stava uscendo ora dalla vasca.
Pochi secondi dopo la porta si aprì, mostrando il bagno avorio illuminato dalla luce della finestra.
Mi dovetti girare all'istante per la scena scostumata, Marinette aveva aperto la porta con solo un asciugamano addosso, lasciando gambe, braccia e spalle scoperte, con i capelli bagnati appiccicati alla pelle imperlata da gocce d'acqua.
«Alya! Ti prego, puoi venire un attimo qui a dare una mano alla nostra ospite?» chiamai la governante, che in pochi secondi era già lì a dare una mano.
Si presentò con un sorriso divertito e subito riportò nel bagno, prendendo il vestito, Marinette.
Aspettai nella camera affianco, controllando che andasse bene per l'ospite.
«Adrien abbiamo dei vestiti più piccoli e comodi?La ragazzina é minuta e non credo si trovi a suo agio con un corsetto, senza esserne abituata»
«Tutti quelli che ho sono del marchio Agreste, e sono i classici col corsetto, hai qualcosa tu?»
«Credo di si» rispose andando al piano dove c'era la sua camera.
Io scesi di un piano, rifugiandomi nel mio studio a pensare a come e quando avrei potuto far entrare Marinette nella società.
Sentii bussare alla porta un'ora e mezza circa dopo , e la figura di una giovane fanciulla fece capolino nella stanza.
I capelli corvini sciolti ricadevano sulle spalle coperte da un vestito rosato, semplice, decorato con merletti e pizzi bianchi.
Mi alzai dalla scrivania, stupito di quella semplice bellezza, era come una pietra preziosa, aveva bisogno solo di essere pulita.
«Sei stupenda, e il vestito ti va alla perfezione»
Lei arrossì leggermente sulle gote «Emm...grazie, l'ho fatto io con delle stoffe trovate al piano di sopra, il vestito di Alya mi era lungo e scomodo, perciò ho chiesto la scatola del cucito e mi sono data da fare con i rotoli di tessuto...» disse lei sorridendo leggermente, mentre io non riuscivo a fare altro che stare in silenzio incredulo per la sua bravura.
«...spero non fosse un problema» abbassò il capo colpevole, pensando di aver sbagliato.
Mi avvicinai a lei, sprofondando nella bellezza dei suoi occhi quando alzò lo sguardo, notando il persistente e delicato colore sulle sue gote.
«Tranquilla, erano lì solo a fare polvere»
Scendemmo nel salotto, dove Alya aveva apparecchiato per noi tre.
Alya non era solo una domestica, era un'amica per me, era la figlia della governante a casa di mio padre, e io ero cresciuto con lei, perciò mi veniva spontaneo quasi trattarla come di famiglia, anche se lei manteneva il suo lavoro e il suo umile posto.
Marinette era affamata, si vedeva, eppure si tratteneva e si comportava il più raffinatamente possibile secondo il suo ridotto sapere sul bon-ton.
Marinette arrivò a fine pasto sazia e soddisfatta e mentre Alya rassettava il tavolo e la cucina, mentre io mostrai alla giovane ospite la casa chiacchierando.
«Quindi hai sempre vissuto in strada?»
«No no, fino al mio dodicesimo compleanno ero con mia madre, in una catapecchia all'estremità di Parigi, cucivamo i vestiti per i vicini, così da risparmiare sulle stoffe, e per arrotondare vendevo i fiori in città...» disse facendosi seria, mentre le mostravo il giardinetto
«...poi mia madre si é ammalata di polmonite lo scorso inverno e io rimasta sola mi dovetti arrangiare. Trovai un lavoro per un po' di tempo, cucivo per un piccolo negozietto di stoffe in un paese vicino, però me ne andai poco dopo .»
Notai il suo sguardo che iniziava a farsi scuro in volto per quei ricordi.
« Sembri più piccola di quanto dici sai?»
Lei rise leggermente mentre chiedeva scherzosa «Quanti anni mi daresti?»
In verità non avrei saputo dire, era piccina, minuta e i tratti orientali che aveva la facevano sembrare più giovane, ma non avrei saputo dargli un'età precisa.
«Sinceramente non saprei, poco meno di dodici forse, ma da quello che hai detto prima gli hai superati. Di quanto hai detto?»
«Non l'ho detto, ma poco più di tredici» disse lei sorridendomi con gli occhi socchiusi e il volto illuminato dalle ultime luci della sera.
Alya ci raggiunse, domandandoci se volevamo il thè.
Ci avviammo di nuovo verso il salottino, illuminato dal lampadario decorato da gocce di cristallo, e la tavola già pronta con la teiera al centro fumante.
Marinette alla vista dei pasticcini e dei biscotti si coprì la bocca con le mani, stupita.
Presi dei barattoli di metallo da una credenza piena di porcellane e le posai sul tavolo.
«Che aroma volete?» chiesi aprendo i barattoli colmi di thè sfusi.
Marinette si ammutolì indecisa.
Io glieli avvicinai e lei inalandone il profumo ne scelse uno alla cannella.
Restammo lì ore nel salotto a parlare delle nostre vite.
Angolo autrice:
*Coff coff coff!!!
Emm...che dire...grazie per i commenti lasciati nell'altro capitolo, spero che anche questo vi sia piaciuto,anche se piuttosto vuoto, e prometto qualche disegno associato ai prossimi capitoli. (se riuscirò a capire come metterli )
Comunque, nel caso non si fosse capito, proverò ad aggiornare sempre ogni martedì o mercoledì.
Spero di non incontrare intoppi nella lavorazione dei prossimi capitoli (cosa che sto leggermente avendo).
Perdonatemi per eventuali errori, fatemeli notare così da poi poterli aggiustare il prima possibile.
Un bacione Vulpes Fennec ^ ^
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Capinera- miraculous, Marinette e Adrien
Romance!La storia può anche essere decontastualizzata dall'animazione! Ispirata dalle parole della vecchia canzone di Claudio Villa " La capinera" e la serie animata "Miraculous Ladybug & ChatNoir". Queste sono le memorie di Adrien Agreste, un giovane fac...