cap•7

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Il tempo passato con lei sembra essere stato pochissimo e ora, che mi ritrovo qui a scrivere di lei, piccoli brandelli di dolci ricordi mi rimembrano.
Ci sono così tanti aneddoti su di lei eppure ora, che guardo il presente e la penna che scrive su questo foglio, potrei riassumere tutto in poche e dolcissime parole "il mio grande amore".
Mettiamo in chiaro, la differenza d'età, che infondo sarebbe sparita con la crescita di entrambi, mi ha portato a pensare per tanto tempo che fosse un amore simile a un imprinting in quanto mi sentivo in dovere di tenerla al sicuro e protetta... tra le mie braccia.
Sono troppi i racconti che vorrei elencare eppure credo che questo mi farebbe divagare enormemente sulla storia principale, perciò cercherò di non perdermi troppo tra le storielle che pian piano mi hanno sempre più portato ad amarla, amarla per davvero.

Quel mattino di dicembre fu lei a svegliarmi saltando sul mio letto come una bambina di dieci anni in meno di quelli che aveva, ma come biasimarla questo sarebbe stato il suo primo natale festeggiato assieme.
-Marinette ma che diavolo fai?- dissi stringendomi di più nelle coperte e aprendo un occhio in quanto l'altro era troppo stanco per svegliarsi.
-Adrien!!! Oggi è natale! È natale! - disse scuotendomi.
-E appunto per questo credo che sia sacro santo anche fare una bella dormita- dissi prendendola e trascinandola in un abbraccio tra le coperte.
-Noo!!!Daaaiii!!- disse perforandomi i timpani.
-Ahia! Il mio udito!- esclmai.
La guardai severo come se avesse esagerato, ma rilasciai quella serietà immediatamente iniziando a farle il solletico.
La lasciai libera solo dopo un paio di minuti in cui mi supplicava di smettere.
-Allora non ne sono sicuro, ma credo che giù da basso ci siano dei regali infiocchettati ad aspettar..-
Ancora prima di finire la frase la vidi sparire mentre usciva dalla mia camera nella nuvola della sua camicia da notte.
-Allora muoviti che la colazione è già pronta e le croissant sono ancora calde- alla sola idea dei dolci che mi aspettavano al piano inferiore mi fiondai giù dal letto, mi misi la vestaglia e scesi le scale.
La vidi seduta vicino l'albero decorato da piccole palline di vetro colorate e i regali incartati.
-Quale apro per primo?- disse guardandomi languida.
-Direi questo- le passai un pacchetto appena nascosto dietro l'albero.
La sua accuratezza nello spacchettare quella carta decorata e il fiocco di raso, sembrava avesse paura di strappare la carta.
In pochi secondi si ritrovò sommersa dalla carta colorata e la velina che ricopriva il regalo.
Inspirando profondamente tirò fuori dal pacchetto un magnifico vestito di taffetà colore nude decorato sulla chiusura da piccole roselline di un tenue rosa venezia e con le maniche semidiafane.
-Ti piace?- le chiesi in attesa di una risposta. Notai Marinette boccheggiare alla ricerca delle parole adatte, anche se non servirono quando notai il luccichio nei suoi occhi.
Mi saltó al collo con un abbraccio, risi a quel gesto e le dissi -Che aspetti? Va a provarlo sù-.
La vidi sparire sulle scale, verso camera sua e quando tornò giù teneva i capelli raccolti con una mano mentre con l'altra sorreggeva il vestito dalla scollatura e le spalle le cadevano larghe sulle braccia.
-Non arrivo alla chiusura- si fece velata di rosa sulle gote e poi si girò rivelando la schiena coperta dalla lingerie bianca con il vestito aperto in una profonda scollatura a V.
La osservai un secondo per poi scuotermi e riprendermi per allacciarle l'abito.
Lasciò cadere i capelli sulla schiena e glieli sistemai pettinandoglieli facendo passare le dita affusolate tra le ciocche corvine.
-Fatti vedere- le ordinai, forse troppo autoritario.
Si girò lentamente ed era come guardare la luna piena, splendente e affascinante.
Il vestito le calzava a pennello e sentivo, guardandola negli occhi, un magnetismo che mi portò ad avvicinarmi a lei.
Le accarezzai le guance, valate di un virgineo rossore, spostai la mano passandola tra i suoi capelli.
Lei piegava sempre più la testa per mantenere quel contatto visivo, in quanto più bassa di me di parecchi centimetri, vedevo il mio sguardo riflesso nei suoi occhi chiari.
L'avvicinai ancora un pochino a me e le posai un casto bacio sulla fronte pallida.
-Sei magnifica-
Lei si scosse leggermente -Grazie-

Capinera- miraculous, Marinette e AdrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora