Cap•8

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Il mattino seguente, al mio risveglio, mi ritrovai ad un palmo di naso con il candido viso di Marinette ed ai miei occhi sembrava un angelo sceso in terra.
Osservarla era sempre un sobbuglio di emozioni e rimproveri nella mia testa.
Baciai dolcemente le sue labbra che erano come boccioli di rosa.
Era un magnifico sogno ad occhi aperti, poco opportuno e magnifico, ma non avrei rovinato il nostro rapporto per questo ed anche se i miei sentimenti fossero divampati mi sarei trattenuto pur di non perderla per un momento di avventatezza.
Mi alzai dal letto, onde evitare di inciampare nuovamente in fantasie simili.
Accorsi nel bagno degli ospiti così da ricompormi e darmi una sistemata.
-Mon amí, ci sei tu in bagno?- la voce squillante di Nino fu la miglior sveglia.
Aprii la porta del bagno accolto dalla "gradevole" vista del mio amico in un post sbronza di primo ordine. I capelli erano arruffati in una massa scompigliata, i pantaloni pendevano aperti di qualche bottone da un lato e dall'altro sorretti da una sola bretella, la camicia era sgualcita e abbottonata alla rinfusa, ma come stupirsi dopo la notte di follia che aveva passato con Alyà.
-Dormito bene? - chiesi ironico, appoggiandomi allo stipite.
-Chiudi la bocca, credo mi stia per esplodere il cervello.-
-Dopo tutto quello che ti sei scolato mi stupirei se non ti sentissi nulla-
-Ti prego, sta zitto e fammi entrare in bagno che mi do una ripulita-
-L' antipatia fa parte del post sbornia? - non mi rispose nemmeno e mi sorvoló prendendo il mio posto.
Mi diressi verso la cucina e mi cimentai ai fornelli e dopo pochi minuti Nino mi raggiunse sistemandosi i capelli con le dita e si accasció su una delle sedie accostate al tavolo in mogano.
-Che odore nauseante, che diavolo stai facendo ribollire?- mi guardò schifato e io senza rispondergli tirai su con un mestolo il brodo maleodorante e lo versai in una tazza.
-Bevi!- gli ordinai porgendogli la tazza sul tavolo, proprio sotto il suo naso.
-Va te faire foutre! Quello schifo non lo bevo!-
-Come ti pare, è una vecchia ricetta di famiglia per postumi di serate fuori di testa-
-Si, lo sento il vecchio della ricetta! - disse storcendo il naso.
Ne riempii altre due tazze ed una la posai sul tavolo -Dalla ad Alyà se sta male pure lei-
-Sì signor Agreste! -
Mi impietrii, sapeva che avevo un rapporto controverso con me stesso e il mio modo di comportarmi, dalla morte di mia madre mio padre era diventato gelido e io ero cresciuto da solo con lui per cinque anni e purtroppo la parte più glaciale di mio padre si era insinuata anche dentro me e mi odiavo per questo.
Mi ripresi in un brivido, presi la seconda tazza e la portai su nella camera di Marinette.
Lei era ancora lì come l'avevo lasciata, raggomitolata sotto le calde coperte invernali e il respiro leggero.
Non mi ero mai davvero soffermato su come era cresciuta in meno di un anno. Il suo fisico che inizialmente era magro e da bambina ora era rinvigorito e con un accenno di formose curve degne di una vera donna.
Mi avvicinai e pensai per la seconda volta di baciarla e per la seconda volta mi sgridai mentalmente. Continuai a guardare quelle labbra per poi pensare alla guancia, un bacio casto, ma sempre troppo sfacciato. Una carezza lungo la guancia, perfetto per scosterle quella ciocca corvina che le scorreva lungo il volto.
Come un gatto si stiracchió lentamente prima di aprire gli occhi.
-Buon giorno principessa-
-Ma quale principessa? Credo che un cavallo mi abbia travolto -
-Una principessa rimane graziosa anche se travolta da un cavallo e tu non sei da meno. Ti ho preparato un vecchio rimedio per i postumi della scorsa notte, bevi tutto-
Si sedette, stropicciandosi la faccia stanca, in maniera non proprio principesca, poi le porsi la tazza e senza nessuna opposizione bevve tutto d'un fiato.
-Non è buona, ma spero faccia bene. Ma quindi ieri sera la serata com'è finita? Io credo di essermi persa al terzo bicchiere- disse coprendosi ancora di più con le coperte notando di essere solo in biancheria.
-Nulla di che.. una veloce visita di mio padre, delle presentazioni barcollanti e tranquilla, se n'è andato subito prima che tu inizassi la tua corsa al bagno per rimettere tutta la cena e...-
-Mi hai aiutato tu a mettermi a letto?-
-Da sola non ci saresti riuscita di sicuro-
Venimmo interrotti da Alya che entrò in stanza tutta pimpante.
-Buon giorno tortorine, passata bene la nottata accoccolati? -
-Alya, noi non...-Non finii la frase che Marinette divenne bordeaux e inizió ad agitarsi.
-...noi abbiamo?...cioè io e te...non ricordo...abbiamo dormito insieme! ?- mi guardò sgomentata e con il volto pieno di rossore.
-No! Cioè sì, ma non è successo nulla, tu ti sei addormentata e io sono rimasto a controllare che tu stessi bene. Nulla di inappropriato!-
L'avevo messa a disagio, era tutta nascosta tra le coperte che cercava di non guardarmi negli occhi.
-Scendo giù, mentre voi vi preparate- ero contrito, avevo sbagliato con Marinette, l'avevo troppo a cuore e quel troppo mi avrebbe fatto male, d'altronde io per lei ero una figura autoritaria, nulla più.
Raccolsi il mio set da tabacco e uscii senza giacca incurante della neve.
A ogni boccata di fumo mi sembrava che i pensieri potessero essere condensati e cacciati via semplicemente espirando.
Ma a quanto pare non bastava fumare, i miei pensieri mi perseguitavano nella vita reale. Un'auto s'accostò davanti al vialetto e da essa ne scese un maggiordomo, inamidato da giacca a guanti senza la minima traccia di sentimento sul volto.
L'auto portava lo stemma Agreste e ciò voleva dire che il maggiordomo non portava notizie ben volute.
-Signorino Adrien, le porto un messaggio da suo padre.- li feci cenno di continuare -Signorino, lei, la signorina Marinette Moreau, Alyà Césaire e Nino Lahiffe site stati invitati alla festa che suo padre da ogni anno per festeggiare il capodanno. E mi ha pregato di aggiungere che sarà l'incontro perfetto per conoscere la signorina Moreau, se non altro questo tipo di feste sono talmente grandi e piene di gente da diventare intime e sono stato incaricato di portare io stesso la risposta a suo padre-
-Sempre paziente sulle scelte altrui- dissi ironico. Frustrato mi presi il setto nasale tra le dita, cercando di fare chiarezza tra i miei pensieri.
-Digli che accetto. Può andare!- con le spalle al muro non potevo dare diversa risposta e senza aspettare che l'auto se ne fosse andata me ne tornai in casa.
Nino era sdraiato sul divano a guardare il soffitto, il salotto era in disordine e la mia testa era lo stesso.
Mi misi al piano e con la testa poggiata iniziai a suonare un motivetto di poche note che mia madre mi insegnò quando ero piccolo mettendo le sue mani sulle mie.
-Adrien, non cambiare le note, seguimi. Un, deux, trois, quatre, cinq, six, sept, huit, neuf.- la voce dolce di mia madre, calda e confortevole mi risuonava in testa come una melodia.
-Adrien, tutto bene?...Adrien!-
Mi risvegliai dai ricordi, Marinette era al mio fianco.
-Si si, tutto bene. - mi tirai su con la schiena
-Mi sembravi un pó perso-
-Tutto bene- le parole mi si fermarono in gola -spero di non averti messo troppo a disagio stamani-.
Il suo viso tornò a velarsi di cremisi -No no, affatto, solo...non me l'aspettavo, tutto qui- cercava di non incrociare il mio sguardo, mentiva. Mi sentii in colpa, era mia ospite e aveva diritto ai suoi spazi ed io ero stato troppo apprensivo.
Mi schiarii la gola, così da cercare di sorvolare l'argomento.
-Siamo stati invitati a passare il capodanno da mio padre che come ogni anno da una sfarzosa festa con le persone più altolocate di Francia e dintorni-
Ci fu un attimo di silenzio, poi Ninò si alzò e ridendo mi diede una pacca sulla spalla.
-Buona fortuna-
Gli diedi un occhiata di rimando -Guarda che sei stato invitato anche tu con Alyà-
La risata gli si spense in gola e la casa piombò nel gelo.

Capinera- miraculous, Marinette e AdrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora