Cap. 9

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"Adrien! Adrien! Dove sei?"

Ero a pochi metri da lei,non volevo farmi trovare da nessuno, ma forse solo lei poteva davvero trovarmi e stanarmi. Se mi avesse trovato non mi avrebbe dato davvero fastidio, avevo voglia di sentire il suo caldo abbraccio, il suo profumo rassicurante e la sua morbida voce.

"Eccoti quì" Mi aveva trovato. "Cosa ci fai qui sotto?" Non risposi, non volevo,avevo un nodo alla gola, un ansia profonda o un capriccio infantile."Non vieni a ballare con me? Mi serve un bel principe che mi faccia da cavaliere" Iniziai a singhiozzare, non so nemmeno io il perchè. Avevo gli occhi annebbiati da grossi lacrimoni. Cosa mi tormentava? Non lo ricordo, eppure ricordo lei che si era accucciata con me sotto il tavolo della sala da pranzo, ignorando gli invitatinell'altra sala, e mi cullava. I suoi capelli biondi mi solleticavano il viso.

Poco dopo quel il nodo che avevo in gola iniziò a sciogliersi.

I suoi occhi, che erano come i miei, mi guardavano con amore profondo e compassione, come se avessero sofferto anche loro lo stesso dolore che provavo io.

La percezione del dolore cambia a seconda delle esperienze vissute. Ricordo quel dolore provato come se fosse stato il peggiore di tutta la mia vita, ma in effetti cosa ne sa un bambino di 5 anni di dolore? Eppure, anche sequel dolore poteva essere senza senso per un adulto , per lei non lo era, ogni mio dolore lo viveva come suo, se non altro ero parte di lei, ero frutto del suo grembo. L'amavo, e mi era stata portata via pochi anni dopo.

Mia madre era affascinante, e il suo fascino era indelebile nelle memorie altrui.Mio padre era stato così ossessionato da quella bellezza da averla cresa la sua musa.

Il bicchiere nella mia mano era troppo leggero, avevo finito tutto il whisky.

Ne versai dell'altro.

La mia testa era una confusione unica. Dovevo rallentare i pensieri, non riuscivo più a stargli dietro, troppo veloci, confusi e mescolati l'uno con l'altro.

Il bicchiere era tornato leggero. Però mi fermai.

Mi sentii chiamare.

Marinette si avvicinava, a passo di danza attraversando la pista da ballo, Che visione affascinante.

"Adrien, smettila di cercare il fondo del bicchiere e vieni a ballare"

"Marinette!" la rimproverai "le buone maniere, per favore"

"Tu rimproveri me?" mi squadrò con tono accusatorio, non sembrava la solita Marinette, era ferma, decisa. "Sei tu che mi hai abbandonato con tuo padre. Grazie al cielo poi è arrivato il signor Bourgeois a prendere il mio posto nella conversazione"

Quel nome mi riportò alla realtà. "Mio padre e il padre di Chloè stanno parlando ora?"chiesi allarmato. Non la lasciai rispondere, mi alzai e li cercai con lo sguardo, ma non li vidi. Purtroppo incrociai lo sguardo con quello di Chloè che effervescente mi saltellò incontro facendosi spazio tra la gente, ignorandoli completamente. Appena notò Marinette che era al mio fianco il suo sorriso prese una strana piega, era inquietante, era un sorriso soddisfatto, superiore, sadico.Terrificante. Evitando i convenvoli presi per mano Marinette e fuggii con lei, e mi girai solo per vedere quel sorriso raccapricciante spegnersi sulla faccia di Cholè.

La portai sulla pista da ballo. Così circondati da gente, troppo presa dal proprio partner e dal non farsi calpestare i piedi, eravamo in totale intimità. La strinsi a me, come se al mondo non esistesse la gravità e lei fosse l'unica cosa che poteva tenermi coi piedi saldi per terra.

Il mio cervello si calmò e iniziai a pensare lucidamente, forse prima avevo bevuto troppo e ora stavo riprendendo lucidità.

"Adrien, che cos'hai?"Mi guardava negli occhi, e io mi sentii annegare in quel mare. Sentii quel nodo alla gola, una sofferenza inconcreta, come un bambino di 5 anni e il suo capriccio.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 16, 2020 ⏰

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Capinera- miraculous, Marinette e AdrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora