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E la cenere cade sul pavimento come la neve sporca della mia città. Cade, lenta, provocata dal bruciare della sua fonte non rinnovabile, la sigaretta.
La mia sigaretta, che lascio bruciare lentamente, osservo la cartina arrossire, accartorciarsi, per poi finalmente annerire e staccarsi dal resto. Osservo le foglie di tabacco aggrigirsi, il fumo leviarsi lieve e sento l'odore pungente diffondersi per tutta la casa. Penso al dover fumare quella sigaretta, perchè ho speso sei dollari per un pacchetto, e visto che ne consumo 2 al giorno, dovrei proprio usarla. Ma sembra un tale peccato interrompere quella quiete, stravolgere quella calma con un'azione scatenante non necesseria. La lascio cadere sul pavimento e, fortuna che tu sei mi hai fatto togliere tutti i tappeti, se nò ora starei girando per l'inferno.

È strano per una persona che è ossessionata perdere la propria ossessione. Possono passare anche anni ma avrò sempre il mio pensiero fisso su delle cose. Prima era una, non una cosa, una pesona. Era così bello potergli stare accanto, ogni cosa che faceva poteva essere messa su rime, e per un poeta...è raro, credetemi.
Potevo sentirlo parlare anche per ore: perchè alla fine la mia mano correva veloce sul foglio e ne uscivano endecasillabi, quinari, settenari; ma anche delle poesie libere con metafore e similitududini, alcune volte non riuscivo a limitarmi e dovevo scrivere testi lunghi pagine e pagine per spiegare che la curva del tuo sorriso è un pò incrinata verso l'interno che crea quella fossetta che rende le tue guance molto gonfie e che ti rende adorabile.

E tu mi ascoltavi, mi ascoltavi con occhi sognanti e lo sguardo di chi è innamorato, mi guardavi mentre recitavo i miei lunghi monologhi ispirati alla mia unica musa: tu.

La notte stavo sveglio per scrivere, a te non dispiaceva, eri allungato nel letto e mi guardavi al lavoro come un artigiano che lavora minuziosamente alla sua opera. Non ti sei mai lamentato della luce accesa, mai della mia assenza del letto, e ogni volta che te lo chiedevo: tu mi dicevi che eri felice, perchè ero appasionato al mio lavoro, perchè eri onorato di essere la mia musa.

Non so bene come ci sia finito adesso, a fumare la tredicesima sigaretta del giorno, mentre il sole scende lentamente nell'oblio; pensare che ho sempre odiato i fumatori.

Anche tu! Tu eri il primo a starci lontanto "Se ti ammali, poi chi potrà recitarmi delle poesie" E io mi beavo di quele dolci dolci parole...dolci bugie? Quando parlavi guardavo sempre la tua bocca, per non dimenticare mai quante volte piegavi l'angolo della bocca e quante volte ti leccavi le labbra, se fai caso a queste cose è semplice vedere che quando mi dicevi 'ti amo' le tue labbra formavano un grande sorriso che mi riempiva di speranza, era la porta per il paradiso! Poi, un giorno, non ricordo quando, anzi lo ricordo ma non voglio dirtelo, la tua bocca rimaneva ferma quando mi dicevi 'ti amo', non volevi più sentire le mie poesie, mi spegnevi la luce per non scrivere.

"Smettila di scrivere e vivi!" Come potevi dirmi quelle parole? Tu che mi capivi così bene e che mi incoraggiavi a buttare giù i miei pensieri.

E ora sò perchè sono qui a fumare guardando il foglio bianco, so esattamente perchè ho paura di tenere in mano una penna, sò perchè una tastiera è il mio peggior nemico e perchè tutto quello che penso mi sembra vuoto.

Ma prima scrivevo, scrivevo tanto. Tu eri sabbia che mi scorreva tra le dita e io scrivevo, scrivevo sapendo che quella sabbia sarebbe finita, ma sperando che quei tanti, tanti poemi mi avrebbero aiutato a restare con te. Invece mi allontanavano.

E hai detto che è stato uno sbaglio. MA L'AMORE NON PUÒ ESSERE UNO SBAGLIO. Eri il mio unico bene e...Non ditemi trovatene un altro, perchè io penso solo a lui, sono ossessionato, era la mia nicotina e ora devo ricorrere a quella vera.

E quindi fumo, fumo, fumo. DIO QUANTO ODIO I FUMARORI! Mio padre me lo diceva sempre: "Fumare fa male, muori se fumi" E io ero così fiero di non aver mai fumato, non avevo neanche la tentazione! Ma da quando sei ritornato dai tuoi...è l'unico momento di calma nella confusione della mia testa! "Spreco toppo tempo con te." Ma come puoi definire sprecato il tempo in cui parlavamo del più e del meno o quando facevamo l'amore? Come puoi definire sprecato tutto il tempo in cui eravamo nel letto e spendevo ore e ore a narrarti brevi novelle?
E ora sono un dipendendente e mentre potrei spendere i solidi in cene o viaggi con te li spendo in droga legalizzata e accendini. ACCENDINI. Una delle più ingegnose delle invenzioni dell'uomo: serve per avviare l'autodistruzione di una persona, e altre cose meno eclatanti.

Fumo, fumo, fumo, fumo. Aspiro e faccio uscire lentamente, il cervello si rilassa e supplica per una tregua, ma io continuo indispettito, perchè neanche oggi sono riuscito a scrivere un verso.
E so perfettamente che 5 minuti con te mi riempirebbero di idee, ma tutte quelle che mi hai dato prima...sono spente. Non c'è più speranza, non c'è più un 'Quando finirá?', c'è solo un 'È finita.'

È in giorni come questi che ringrazio di averti avuto nella mia vita, perché cose così non le riscriverò mai più. Nel bene, nel male, nelle gioie e nel dolore, nella felicità e nella disperazione. Ti ho dato l'anima e ne ho ritrovati solo pochi pezzi, quelli che non ti servivano. Ti ho dato il mio cuore, e di quello non ne ho più visto ombra. Ti ho dato il mio amore e mai smetterò di dartelo.

E nella speranza che magari tu tornerai...spengo la luce e.... dormo nel letto.


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Dopo il grande successo del numero uno, eccone un altro:

SECONDO VOI, CHI L'HA SCRITTO?

(Ispirato a B. grazie per aver fatto parte della mia vita.)

Newtmas In PillsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora